L’eredità politica del governo M5S-Lega

 

Indietro non si torna! Consolidare le posizioni conquistate e andare avanti!

Nonostante le mille manovre per cercare di riportare il paese a “prima del 4 marzo 2018” che le Larghe Intese metteranno in campo (e l’accordo per un governo PD-M5S rientra a pieno titolo fra queste), la crepa nel sistema politico non si richiuderà e, anzi, è destinata ad allargarsi: 1. a causa del malcontento e della delusione che il governo M5S-Lega ha seminato a piene mani (per milioni di persone è la dimostrazione che attraverso la partecipazione ai riti della democrazia borghese non è possibile cambiare il paese); 2. a causa delle misure, timide e parziali, che ha adottato in favore delle masse popolari invertendo il corso imposto per decenni dal programma comune della borghesia imperialista; 3. a causa delle questioni politiche che ha sollevato e che in larga misura non ha affrontato e ha eluso, lasciandole irrisolte, esse sono però ben presenti e, anzi, sono diventate impellenti; 4. per i numerosi insegnamenti che lascia per chi vuole imparare ad avanzare nella lotta per il socialismo.

Per quanto riguarda il primo aspetto, il malcontento e la delusione che il governo M5S-Lega ha seminato a piene mani, riprendiamo l’analisi formulata nella Dichiarazione Generale approvata dal V Congresso del P.CARC nel gennaio scorso, essa poneva già chiaramente le questioni decisive in questo senso:

“Noi siamo sicuri che il governo M5S-Lega non riuscirà a realizzare le promesse che ha fatto alle masse popolari. Finché l’economia è nelle mani dei capitalisti, finché l’iniziativa economica è riservata ai capitalisti, finché la gestione delle aziende è fatta dai capitalisti, ogni proposito di far fare ai capitalisti (o a un capitalista) una cosa contraria ai suoi interessi deve essere sostenuto da una forza adeguata a imporlo al capitalista. Oggi un capitalista costretto in una zona o paese a fare una cosa contraria alla valorizzazione del suo capitale (la massima che vede), se ne va altrove (delocalizza) o cambia settore (vende l’azienda). Qui sta il motivo per cui il governo M5S-Lega non è in grado di mantenere le sue promesse ed è un governo provvisorio. (…) M5S e Lega hanno promesso che ogni famiglia deve avere il minimo necessario per evitare emarginazione sociale e povertà estrema; che ogni persona deve essere al sicuro per quanto riguarda la sua vita e i suoi beni personali; che ogni paese deve godere di sovranità nazionale, ecc.

Sono promesse campate in aria: né M5S né Lega si sono dati i mezzi per far fronte al sabotaggio e al boicottaggio dei gruppi imperialisti, mentre d’altra parte i rimedi promessi ledono gli interessi dei capitalisti. I capitalisti hanno bisogno a) di disoccupati, di immigrati e di lavoratori precari per costringere chi lavora ad accettare infami condizioni di lavoro e di salario; b) di una massa di emarginati perché tra essi possono attingere reclute per le loro attività, in particolare per le loro attività criminali; c) di una scuola che non insegna a pensare, perché il loro potere si basa sulla rassegnazione e l’ignoranza delle masse popolari; d) di un sistema sanitario pubblico che non funziona perché l’assistenza sanitaria privata è un affare; e) di servizi pubblici privatizzati e di infrastrutture date in gestione, perché sono una fonte di valorizzazione del loro capitale. (…) Se il governo M5S-Lega non attua le misure favorevoli alle masse popolari che ha promesso, M5S e Lega perderanno rapidamente il consenso che hanno acquisito. Ma la breccia di cui il governo è stato il frutto non potrà essere richiusa facilmente dal sistema delle Larghe Intese, grazie alla resistenza spontanea delle masse popolari e all’azione che noi comunisti sapremo imprimere al corso degli eventi nel prossimo periodo. Chi diventerà autorevole presso le masse popolari al posto del M5S o Lega? Chi in questo contesto le masse popolari sperimenteranno che fa una politica giusta”.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, le misure, timide e parziali, che il governo M5S-Lega ha adottato in favore delle masse popolari, sarà difficile per ogni “governo della restaurazione” abrogare, ad esempio, Quota 100 e Reddito di Cittadinanza (RdC) – benché la loro abrogazione sia di vitale importanza per le Larghe Intese – soprattutto se si sviluppa la mobilitazione delle masse popolari per difenderle e soprattutto attuarle (estendere il RdC, eliminare effettivamente la Riforma Fornero). In questo senso, per inquadrare adeguatamente la questione, è utile ricordare la mobilitazione di Mignano e gli altri licenziati politici FCA di Pomigliano per allargare i vincoli di accesso al RdC, battaglia che ha permesso a migliaia di disoccupati di farne richiesta ed è utile ricordare lo sciopero della fame in corso in Campania da parte di decine di persone che attendono lo sblocco delle procedure regionali per iniziare il lavoro di “navigator”, come previsto nel Decreto RdC e che il Presidente della Regione Campania De Luca sta boicottando.

“Oggi comincia il nostro sciopero della fame! Continueremo fino a quando non si metterà un punto a questa ASSURDA situazione. La Regione Campania continua a calpestare il diritto al lavoro di 471 navigator e oltre 150.000 percettori del Reddito di cittadinanza. Tutte le istituzioni dovranno assumersi le proprie responsabilità rispetto a quanto sta accadendo e quello che potrà accadere. Non si gioca né con la vita né con la salute dei cittadini Italiani. La Campania è Italia e i Campani non si arrenderanno mai” – dalla pagina Facebook Navigator Campania

Per quanto riguarda il terzo aspetto, le questioni politiche sollevate ed eluse, il M5S e la Lega hanno evocato la rottura con l’Euro e la UE, hanno persino provato – con scarsa convinzione – a entrare in collisione con i diktat della Banca Centrale e della Commissione Europea, hanno posto in modo plateale la questione della sovranità nazionale, ma senza essere disposti a perseguirla. Il M5S è arretrato per “ragioni di buon senso”, la Lega ha ripiegato sull’intossicazione delle masse popolari promuovendo la guerra fra poveri e la persecuzione degli immigrati. A ben vedere la caduta del governo M5S-Lega attiene proprio alle questioni politiche sollevate ed eluse. Scrive a riguardo il (nuovo)PCI nel Comunicato n. 17 del 13 agosto 2019: “Sul “vero motivo” per cui Salvini avrebbe “staccato la spina”, sulla stampa di regime e non solo è in corso in questi giorni una sorta di totoscommesse: dalla “capitalizzazione dei consensi indicati dai sondaggi” all’“ordine impartito a Salvini da Steve Bannon”. In realtà il governo M5S-Lega era minato dalla comune soggezione alla borghesia imperialista direttamente presente anche nel suo seno con una terza componente: Tria, Moavero, Giorgetti e altri uomini di fiducia dei vertici della Repubblica Pontificia, gli agenti della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e del sistema finanziario internazionale, gli uomini di fiducia della NATO e dell’Unione Europea. Più in profondità ancora, era minato dall’impossibilità del compito che i suoi esponenti si erano dati: creare condizioni di vita e di lavoro migliori per le masse popolari lasciando le aziende in mano ai capitalisti e sottostando al sistema finanziario internazionale.

Gli stessi esponenti del M5S lamentavano (o denunciavano, il discorso non cambia) che il Reddito di Cittadinanza veniva boicottato più o meno apertamente dalle Regioni e dai Comuni in mano alle Larghe Intese e dai funzionari a capo degli enti coinvolti nella sua erogazione, ma non si sono appoggiati sui dipendenti regionali e comunali perché denunciassero i responsabili del boicottaggio né hanno fatto appello ai disoccupati e agli altri settori della popolazione interessati al Reddito di Cittadinanza.

Messi alle strette dal movimento NO TAV, i ministri del M5S hanno scelto di sottostare a trattati e accordi internazionali fatti apposta per imporre gli interessi degli speculatori e dei devastatori dell’ambiente: trattati e accordi che dovevano e dovranno essere violati, perché senza violarli non è possibile difendere e migliorare l’ambiente in cui viviamo e per violarli bisogna essere decisi e attrezzarsi per far fronte a minacce, pressioni e ritorsioni.

La Lega di Salvini ha soppiantato il M5S di Di Maio nel fare la voce grossa contro l’Unione Europea, ma non ha neanche osato consolidare il Debito Pubblico (annullare le scadenze dei titoli e trasformarli in titoli su cui i possessori ricevono periodicamente degli interessi il cui ammontare è stabilito dallo Stato) e introdurre una moneta complementare come i minibot ideata dal leghista Claudio Borghi, prevista dal Contratto del “governo del cambiamento” e che avrebbe dato anche una boccata d’ossigeno a tante piccole imprese con cui la Pubblica Amministrazione è indebitata.

Sull’Alitalia di cui aveva ventilato la nazionalizzazione per rilanciare la compagnia di bandiera nazionale, il M5S per mesi si è barcamenato tra “il diavolo e l’acqua santa”: la compagnia aerea USA Delta Airlines e gruppi capitalisti italiani come Atlantia dei Benetton (che poteva “vantare” a garanzia della sua affidabilità il crollo del Ponte Morandi di Genova di cui ricorre il primo anniversario!) da una parte e dall’altra i lavoratori chiaramente schierati contro lo smantellamento dell’azienda (vedasi la vittoria del NO al piano varato dai residui “capitani coraggiosi” guidati da Montezemolo e da Etihad nel referendum del 2 maggio 2017 organizzato dai sindacati di regime).

Gli stessi esponenti del M5S si chiedevano: “cosa possiamo farci se le aziende non hanno commesse, se il mercato non tira, se gli interessi sul Debito Pubblico aumentano ad ogni scadenza dei titoli? Questo è il punto”.

Per quanto riguarda il quarto aspetto, nonostante i limiti del governo M5S – Lega, e anzi proprio grazie ad essi, è possibile ricavare insegnamenti estremamente utili per la lotta politica rivoluzionaria, per la costituzione del Governo di Blocco Popolare come strada per avanzare nella rivoluzione socialista.

Anzitutto, gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle masse popolari possono facilmente riscontrare che per attuare il cambiamento qualunque governo deve essere disposto a mobilitare attivamente le masse popolari per attuare le misure di cambiamento che altrimenti restano declamazioni e buoni propositi. Allo stesso modo, è evidente quanto sia fallimentare per le masse popolari la strada del “lasciarli lavorare”: senza il controllo, la verifica, la spinta, la critica, la protesta e la mobilitazione delle masse popolari organizzate, le aspettative vengono deluse e le promesse vengono infrante.

In secondo luogo, la parabola del governo M5S-Lega ha messo bene in evidenza quali sono le pressioni, il boicottaggio e il sabotaggio a cui è sottoposto un “governo del cambiamento”, anche se il cambiamento era più a parole che nei fatti. Comitati di affari, agenzie nazionali e internazionali, amministrazione pubblica lavorano a pieno ritmo per impedire che le misure favorevoli alle masse popolari entrino a regime, per dimostrare l’incapacità e l’immobilità del governo, per tendere mille trappole e tranelli ricorrendo alle leggi, alle norme, ai codicilli e alle prassi vigenti nella Repubblica Pontificia, quanto ai colpi di mano e alle forzature. Se questo trattamento è stato riservato al governo M5S-Lega, c’è da immaginare il trattamento che sarà riservato al Governo di Blocco Popolare. Da qui la necessità di inserire con chiarezza, attuare e perseguire la settima misura del programma del Governo di Blocco Popolare: epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano l’azione del GBP, conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico. L’insegnamento principale è che senza la mobilitazione e la partecipazione attiva delle masse popolari organizzate in organismi, comitati, associazioni e reti (quelle che chiamiamo organizzazioni operaie e popolari) non è possibile alcun cambiamento sostanziale: sono loro la forza del cambiamento e la forza per far fronte agli attacchi e alle manovre dei poteri forti nostrani e internazionali.

A suo modo, tuttavia, il governo M5S-Lega ha contribuito, al di là della volontà dei suoi promotori e membri, all’opera per creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare; in particolare è stato un potente stimolo alla creazione di organizzazioni operaie e popolari, ha costretto quelle esistenti a ragionare sul loro ruolo e funzionamento, ha favorito il coordinamento e ha alimentato la mobilitazione della classe operaia e delle masse popolari (tanto a sostegno delle misure a loro favorevoli quanto a contrastare le misure reazionarie).

Indietro non si torna perché i motivi che hanno portato all’insediamento del governo M5S-Lega non sono stati una parentesi e la crisi generale, lungi dall’essere affievolita, si aggrava e si sviluppa. Proprio l’azione del governo M5S-Lega ha dimostrato che non bastano un’aspirina e la buona volontà per affrontare la crisi e i suoi effetti: dimostra che bisogna consolidare le posizioni conquistate, approfittare della crisi politica e andare avanti!

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