La retromarcia del governo Conte sul TAV / NO TAV è esemplare. E’ la dimostrazione lampante che senza la mobilitazione delle masse popolari nessuna “misura del cambiamento” è possibile; di quanto la delega delle masse popolari a esponenti politici di qualunque tipo sia deleteria; che bisogna usare la forza dei lavoratori e delle masse popolari per imporre misure favorevoli alle masse e all’ambiente; che affidarsi ai buoni propositi, alle leggi e ai codicilli si finisce impantanati e al carro dei capitalisti e affaristi.
Con il discorso di Conte e con il cerchiobottismo di Di Maio si conclude un patetico gioco delle parti. Le parole di Alberto Airola sono più che esplicite e dimostrano cosa può fare un eletto che vuole essere coerente con “il mandato” che ha avuto dal movimento NO TAV e dagli elettori del M5S.
Tuttavia la battaglia è ancora tutta aperta. Non sono Conte, il governo né il Parlamento che ne decidono l’esito.
L’esito della battaglia era ed è ancora nelle mani del movimento NO TAV e delle organizzazioni operaie e popolari che in questi 30 anni lo hanno supportato,vi si sono legate, di quelli che lottano contro la devastazione del territorio, dell’ambiente e lo smantellamento dell’apparato produttivo. Il movimento NO TAV è stato l’ esempio della riscossa del paese e tanti ne hanno tradotto gli insegnamenti in tanti territori e regioni del paese.
Per questo: avanti NO TAV! 10, 100, 1000 mobilitazioni per mettere la pietra tombale su questa speculazione criminale!