Usare ogni mezzo per rafforzare le organizzazioni operaie e popolari – L’esempio delle elezioni amministrative a Piombino
Una premessa. Dal 2009, la Carovana del (nuovo)PCI ha elaborato e pratica la linea tattica della costituzione del Governo di Blocco Popolare come strada per la rinascita del movimento comunista, per promuovere la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari contro la mobilitazione reazionaria promossa dalla borghesi imperialista e per affrontare in modo positivo e favorevole per le masse popolari i problemi più gravi generati dalla crisi generale del capitalismo.
È un’opera estremamente difficile, poiché riguarda la costruzione della rivoluzione socialista in un paese imperialista, per cui non esiste esperienza positiva pregressa e poiché avviene nel contesto di un paese in cui il grosso del movimento comunista sopravvissuto al disfacimento del vecchio PCI è caratterizzato da limiti ideologici invalidanti (elettoralismo, economicismo e militarismo) e nel migliore dei casi si erge a continuatore del vecchio movimento comunista senza comprendere i limiti che lo hanno portato al fallimento. In 10 anni di elaborazioni e sperimentazione, la Carovana è arrivata ad alcune sintesi ben riassunte nei documenti congressuali del V congresso del P.CARC ai quali rimandiamo per un ragionamento completo, sintesi che riportiamo comunque qui in termini sintetici e schematici:
- la lotta politica rivoluzionaria nel nostro paese si sintetizza nella costruzione del nuovo potere (cioè partito comunista e organismi di massa ad esso collegati più o meno direttamente) e in questa fase l’aspetto decisivo è che i comunisti imparino a portare le masse popolari organizzate ad agire da nuove autorità pubbliche (individuare i principali problemi provocati dalla crisi, organizzarsi per risolverli, mobilitarsi e mobilitare le masse popolari non ancora organizzate a risolverli);
- Avanzare nella costruzione del nuovo potere non dipende dalla capacità delle masse popolari, dalle loro idee e dal loro livello di coscienza, dipende invece da quanto e come i comunisti sono capaci di orientarle e mobilitarle indicando loro la strada concreta da praticare stante il livello di coscienza e le idee che esse hanno oggi.
La traduzione pratica di queste sintesi comporta sia il fatto che per essere all’altezza dei propri compiti i comunisti usino il materialismo dialettico come una scienza per analizzare la realtà e come strumento per trasformarla (vedi l’Editoriale), sia il fatto che siano disposti a “sporcarsi le mani”, a fare cose che non hanno mai fatto e che nessuno della sinistra borghese farebbe, in ambiti che non hanno frequentato e che la sinistra borghese si rifiuta di frequentare e condanna chi li frequenta. Bisogna che i comunisti strappino l’orientamento delle masse popolari ai riformisti, ai reazionari, ai mestatori nel torbido, agli affaristi.
In 10 anni di elaborazioni e sperimentazione abbiamo molti esempi da portare, ci soffermiamo qui su uno in particolare, ultimo in ordine di tempo, estremamente istruttivo per le contraddizioni in cui si è inserito, estremamente educativo rispetto a ciò che i comunisti devono imparare a fare, foriero di importanti sviluppi e, infine, motivo di furenti polemiche ad opera di chi si professa comunista sotto una teca di cristallo e ha paura di prendere “l’influenza di stagione”, il “fasciogrilloleghismo”. Parliamo dell’indicazione di voto del P.CARC per Ferrari (liste civiche, Lega, FdI, FI, ecc.) al ballottaggio alle amministrative di Piombino del 9 giugno scorso.
Partiamo dalla fine. Il primo atto dopo l’insediamento della nuova giunta non è stato del Sindaco o di qualche altro esponente dell’Amministrazione, ma del Comitato di Salute Pubblica che già il 14 giugno ha indetto un’assemblea popolare estremamente partecipata e cui ha convocato il Sindaco appena eletto e gli ha comunicato che “bene l’elezione, ti abbiamo eletto noi, adesso bisogna iniziare da subito a fare quello che è scritto nel nostro programma!”. Inoltre il 28 giugno una delegazione di Camping Cig è andata a Napoli per incontrare i licenziati FCA e il movimento disoccupati “7 novembre” per tenere a settembre, a Piombino, un incontro nazionale per mobilitarsi sulla creazione di posti di lavoro di pubblica necessità.
Non è casuale che i primi e più importanti avvenimenti politici post elettorali sino avvenuti ad opera di organismi popolari: sono loro ad aver animato la mobilitazione contro il PD (che a Piombino è storica e ininterrotta amministrazione delle Larghe Intese), contro la devastazione ambientale e l’inquinamento, per il lavoro e le bonifiche; sono loro – e non Ferrari e partiti che lo hanno sostenuto – i protagonisti della possibile rinascita di Piombino.
Perché non abbiamo dato indicazione per l’astensione. Piombino, come ogni altra città e ogni altro comune, non può “salvarsi da solo”. A Piombino si sono concentrate e combinate condizioni particolari ed esemplari che devono e possono ispirare le organizzazioni operaie e popolari di moltissime altre città e comuni (anche molto più grandi) e il nostro impegno è far conoscere il più possibile e fino in fondo l’esperienza piombinese; ecco perché non solo non aveva senso, ma era anzi profondamente sbagliato, dare indicazione per l’astensione e lavarsi le mani, non prendersi la responsabilità di sostenere la più evidente e coraggiosa manifestazione di irruzione delle masse popolari organizzate nel teatrino della politica borghese per imporre il loro programma di misure di emergenza per fare fronte agli effetti della crisi. Se avessimo dato indicazione per l’astensione saremmo stati ignavi, come ignavi sono stati coloro che si nascondono dietro un dito (“Ferrari è un fascista”) per nascondere che le liste popolari, progressiste, delle masse popolari organizzate erano lì in coalizione con lui (o meglio era lui in coalizione con loro). Nel comunicato della Direzione Nazionale del 4 giugno scrivemmo: “l’indicazione del P.CARC è di boicottare i ballottaggi: questo è il nostro orientamento nei comuni in cui si voterà il prossimo 9 giugno e in cui sono presenti Sezioni del Partito (Cecina, Reggio Emilia, Pontedera, Prato, Livorno, Verbania…). Con un’unica eccezione: il Comune di Piombino. A Piombino già il primo turno si era caratterizzato per una grande polarizzazione: da una parte il PD e i suoi sostenitori (cioè quelli che hanno sempre governato e distrutto la città) e dall’altra, anche in ragione di un peso estremamente modesto del M5S, “tutti gli altri”; apparentati alle liste di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e anche liste civiche composte da persone che realmente hanno assunto un ruolo di sostegno al coordinamento dei comitati popolari contro la devastazione dell’ambiente, per la difesa del diritto alla salute e la conquista di nuovi posti di lavoro. In particolare, la lista Ambiente e Territorio raccoglie la parte attiva, combattiva, propositiva (e tradizionalmente progressista) della città su un programma “di rottura” con il sistema PD. Per questo motivo, già al primo turno, il P.CARC ha dato indicazione di voto per la lista Ambiente e Territorio per valorizzare il percorso di mobilitazione e organizzazione che la lista ha promosso nei mesi passati. Il legame stretto con Camping CIG (operai della exLucchini-ex Rebrab-ex Jindal che lottano da anni per un lavoro utile e dignitoso: i padroni vanno e vengono, gli operai restano!) e con il Comitato di Salute Pubblica, con le mobilitazioni ambientaliste, ma soprattutto il ricco percorso di organizzazione delle masse popolari e degli operai sono la principale e migliore garanzia che o l’amministrazione assumerà il programma delle liste civiche e lo attuerà, oppure sarà scalzata dal governo della città ben prima e più rovinosamente di quanto è stato scalzato il PD. Il Partito dei CARC e le organizzazioni operaie e popolari saranno in prima fila per costringere Ferrari e la sua amministrazione a prendere le misure di emergenza necessarie in materia di lavoro e ambiente (a partire dal fare le opere che servono per invertire il degrado in cui è precipitata la città)”.
Due approfondimenti. Il primo e principale, il più importante, riguarda la particolarità del movimento popolare a Piombino che ha suscitato tutto questo sommovimento e ha rotto il sistema politico-clientelare-speculativo del PD che ereditava l’amministrazione da 70 anni di parabole PCI-PDS-DS.
Dopo anni di lotte per la difesa dei posti di lavoro, per le bonifiche, per la conversione industriale, un gruppo di ex operai delle acciaierie Lucchini (Camping CIG), che ha seguito nel dettaglio le pantomime governative e padronali sulla cessione di attività (prima Rebrab e poi Jindal) con tante promesse e tante speculazioni sulla pelle di lavoratori e popolazione, dopo anni di derisioni, ostracismi e repressione da parte dell’amministrazione comunale, PD e destra CGIL in testa, di presidi, proteste, assemblee, manifestazioni, ha elaborato a più riprese un documento d’avanguardia, un piano per la creazione di posti di lavoro dignitosi e socialmente necessari individuati sulla base delle emergenze territoriali e finanziati con gli ammortizzatori sociali che già sono erogati dallo stato. Un piano che combina lavoro e ambiente e va incontro all’altro grande focolaio di mobilitazione rappresentato dal CSP (Ccomitato di Salute Pubblica) che affronta le principali emergenze ambientali, si oppone all’ampliamento di una discarica che invece dovrebbe essere chiusa, alla costruzione di un impianto energetico invasivo e distruttivo della costa, promuove la bonifica dei territori avvelenati dall’acciaieria e abbandonati dalle istituzioni di ogni ordine e grado.
Camping CIG e CSP sono non solo la principale opposizione al sistema di potere politico / affaristico e speculativo del PD, ma anche la principale forza della riscossa delle masse popolari, dell’organizzazione, della elaborazione di soluzioni per fare fronte al disastro economico e ambientale e della mobilitazione per attuare quelle misure.
In questo contesto sono maturati gli schieramenti elettorali per le amministrative del 26 magio e del ballottaggio del 9 giugno.
Il secondo approfondimento ci porta a “scivolare” in ragionamenti che possono sembrare intrisi di elettoralismo, ma sembra che chi ci accusa di aver votato i fascisti non riesca ad usare un altro ordine di idee.
La maggioranza in Consiglio Comunale è formata da 6 consiglieri della lista civica Ferrari sindaco (fra cui alcuni vengono dalla sinistra borghese: PRC, SEL, ecc.), 6 consiglieri sono della Lega, 1 di Forza Italia-Udc, 1 di Ascolta Piombino, 1 della lista Lavoro & Ambiente. Fratelli d’Italia, i fascisti che le anime belle ci accusano di aver sostenuto, nemmeno sono entrati in Consiglio. La maggioranza è in mano alle liste civiche. Il vicesindaco è un ex PRC, già sindaco di Suvereto. Questi dati sono solo un’ulteriore dimostrazione che la realtà è estremamente più ricca delle idee, soprattutto se le idee sono sbagliate, succubi del senso comune della sinistra borghese, imbevute di stupido e infantile estremismo. Questi dati non garantiscono in alcun modo che l’Amministrazione di Piombino manterrà le promesse, sarà di rottura, farà davvero gli interessi delle masse popolari. Per questo, l’unica garanzia è la mobilitazione delle organizzazioni operaie e popolari, quelle che hanno come terreno d’azione principale le piazze, le strade, le aziende, le scuole, le assemblee, ma oggi a Piombino sono anche in Consiglio Comunale.
Pertanto, e in conclusione, stabilito che le elezioni (le candidature, la campagna elettorale, le indicazioni di voto, ecc.) sono solo uno degli strumenti che i comunisti possono usare, aver dato indicazione di voto per Ferrari è il contrario di aver dato indicazione di voto per la destra. La destra sono le Larghe Intese, a Piombino la destra era il PD. E ha perso. Ecco: fare in ogni comune come Camping CIG e CSP hanno fatto a Piombino!