Da molti anni il P.CARC in Campania segue da vicino le lotte per la difesa della sanità pubblica, sia quelle promosse dai lavoratori contro la chiusura di reparti e ospedali, il peggioramento delle condizioni di lavoro e la fatiscenza e il degrado delle strutture, sia quelle promosse dagli utenti contro privatizzazioni, ticket, peggioramento e smantellamento dei servizi e delle cure.
Negli ultimi anni, due particolari iniziative hanno permesso di combinare i due fronti e di allargare la mobilitazione anche ai medici: la lotta contro la chiusura dell’ospedale S. Gennaro e la costituzione e l’azione della Consulta Popolare Salute e Sanità.
In entrambi i casi, i risultati ottenuti con l’organizzazione, la mobilitazione e l’iniziativa delle masse popolari sono di grande rilievo e di particolare valore sono gli sviluppi di cui sono solida base.
Nel caso del Comitato S. Gennaro, dopo una lunga mobilitazione che ha impedito la chiusura dell’ospedale (su www.carc.it sono pubblicati articoli e comunicati che consentono di ricostruire tutta la vicenda), il passo successivo è stato l’elaborazione di un piano dei lavori che servono per far funzionare la struttura a pieno regime e secondo le esigenze della popolazione. Espresso in poche righe, questo risultato sembra di portata limitata: in verità, il piano è il frutto di un’accurata, seria e particolareggiata inchiesta, condotta reparto per reparto in modo professionale e combinata con la mappatura delle esigenze della popolazione in base alle richieste di visite ordinarie e di interventi straordinari erogati dalla struttura. Si tratta di un’opera che per essere realizzata ha avuto bisogno che lo stesso Comitato che la dirigeva si trasformasse in qualcosa di diverso rispetto a ciò che era quando si è formato, che si trasformasse da organismo che rivendica alle istituzioni e alle autorità a organismo che prende iniziativa, individua quello che c’è da fare e si mobilita per farlo e che oggi si trova di fronte una sfida nuova e superiore: realizzare il piano dei lavori che servono. A questo proposito la mobilitazione è già iniziata sia dal punto di vista pratico che attraverso una raccolta di sottoscrizioni economiche per raccogliere i fondi necessari (il Comitato ha scritto lettere anche ai giocatori del Napoli) sia, infine, pressando sulle istituzioni affinché intervengano in favore del diritto alla salute dei cittadini e per la preservazione del SSN contro i suoi continui tentativi di smantellamento.
Nel caso della Consulta Popolare Salute e Sanità, i risultati che stanno maturando sembrano appartenere “ad altre epoche della lotta di classe” e, invece, sono ciò di cui c’è bisogno oggi affinché le masse popolari organizzate imparino a far valere la propria forza. Ne citiamo alcuni:
– l’organizzazione di ispezioni popolari in alcuni ospedali, in particolare il San Giovanni Bosco e il San Gennaro. La prima, soprattutto, ha destato molta attenzione mediatica dato lo stato di degrado rilevato di cui molte testate giornalistiche hanno riportato la notizia. Su incalzo del P.CARC, i consiglieri regionali del M5S, che non avevano partecipato a quella ispezione popolare, hanno poi promosso delle “loro” ispezioni, culminate con il “blitz” del Ministro della Salute Grillo al Cardarelli;
– il referto epidemiologico partecipato della città di Napoli: un lavoro realizzato da Paolo Fierro (vice presidente nazionale di Medicina Democratica) in sinergia con il comitato San Gennaro (che ha raccolto e analizzato i questionari fatti nel quartiere Sanità), l’ufficio Anagrafe del Comune di Napoli (che ha fornito tutti i dati a seguito di un intervento di incalzo della Consulta sul Sindaco) e la facoltà di statistica dell’Università di Milano. L’obiettivo era provare il nesso di causalità tra il reddito pro capite e lo stato di salute degli abitanti della città di Napoli, dimostrando come la mortalità e le malattie siano più alte nei quartieri periferici e degradati. La presentazione pubblica del referto ha suscitato un grosso clamore in città (è stata pubblicata su tutti i giornali) e ha spinto i partecipanti al dibattito a mobilitarsi quartiere per quartiere per il diritto alla salute. Poco tempo dopo la prima presentazione fuori Napoli del referto, a Bologna, il governo ha reso obbligatorio il referto epidemiologico in ogni città.
Entrambi gli esempi mostrano bene cosa significa promuovere l’azione da nuove autorità pubbliche delle organizzazioni operaie e popolari e indicano i risultati possibili grazie alla mobilitazione. Chiunque fosse interessato ad approfondire, anche per costruire relazioni fra varie zone e realtà, può contattare direttamente la Segreteria Federale Campania del P.CARC: carccampania@gmail.com