L’inchiesta “Angeli e Demoni” è solo la punta di un iceberg che emerge in Val d’Enza: la malavitosa gestione degli affidi illeciti dei minori inizia a mettere sempre più a nudo un intero sistema di collusione e di governo del territorio al cui centro pone il profitto di pochi. Una cloaca che esonda ora, ma segnali di criticità emergevano da anni (già nel 2015) e nel frattempo, tra orecchie da mercante e richiami alla calma, questo sistema venne eretto a “modello” con i maggiori indagati chiamati ad illustrare questa ”eccellenza” in convegni pubblici. Un sistema marcio, che non si risolve nel campo tecnico degli affidamenti ma coinvolge direttamente la direzione politica: oltre al sindaco PD di Bibbiano (Andrea Carletti), sono stati indagati, per falso ideologico, altri due ex sindaci ed ex presidenti dell’Unione della val d’Enza, sempre del Partito Democratico, di Montecchio (Paolo Colli) e di Cavriago (Paolo Burani). Già questo rende l’idea della profondità e della capillarità, spaziale e temporale, della questione: il tutto non può esaurirsi nell’accusa fatta agli operatori di aver allontanato d’urgenza i bambini dai genitori, per poi mantenerli in affido e sottoporli ad un circuito di cure private a pagamento della onlus di Moncalieri (TO), la Hansel & Gretel. Quello che ormai è innegabile, è il giro d’affari di centinaia di migliaia di euro sulla pelle dei bambini!
Per questo, oltre il ragionevole sdegno per la violazione psicofisica dei minori, e i giornali locali e nazionali stanno giustamente approfondendo la situazione, bisogna ragionare su come tale sistema sia riuscito a proliferare sotto traccia per anni. Ebbene, la risposta, oltre ogni ragionevole dubbio, risiede proprio nella stessa conformazione politico economica del nostro territorio fatta di sinergie tra Istituzioni, Partito Democratico e sistema cooperativo: chi ha governato fino a oggi, ha creato un vero e proprio sistema di potere che è sempre più attraversato da forti e dispiegati scontri tra bande al proprio interno. È da ingenui pensare che nessuno sapesse nulla!
Infatti, tutto ciò si comprende allargando lo sguardo alla vicina Reggio Emilia e alle indicative tempistiche di quest’inchiesta: da febbraio a oggi, senza contare le operazioni contro la ‘Ndrangheta, ben 33 dirigenti comunali del Comune di Reggio Emilia sono indagati a vario titolo (anche l’ex vice sindaco e l’assessore alle Infrastrutture e Beni Pubblici). A tutto ciò si è aggiunta quest’ennesima inchiesta: c’è un continuum eccezionale e i colpi si fanno sempre più serrati. Infatti, in pochi mesi, si sta scoperchiando un vaso di Pandora che ha radici profonde nella gestione economica e produttiva di tutto il territorio: non è una questione di “cattiveria umana”, il capitalismo è in crisi e la classe dominante non si fa scrupoli per valorizzare il capitale, facendo profitti sulla pelle di chiunque!
La putrefazione di questo sistema pervade ogni aspetto della società e della sua direzione, come appunto la gestione delle relazioni familiari, degli affidamenti e della cura degli abusi: storie come questa della Val d’Enza non sono le uniche, basti pensare a vent’anni fa, in provincia di Modena, il caso “Veleno” con sedici bambini allontanati per sempre dalle loro famiglie, accusate di far parte di una setta di satanisti pedofili. E il “filo nero” tra queste due storie è proprio la onlus torinese, il Centro Hansel & Gretel, coinvolta sia oggi che nelle vicende modenesi del 1996-98. Questi, come purtroppo centinaia di casi simili, dimostrano che il problema va ricercato a monte, ovvero nella gestione della società: giovani che vengono trattati come carne da macello nelle guerre oltre mare, come manodopera da sfruttare o tutt’al più parcheggiati in Università che non formano, anziani che sono esuberi e un peso, bambini come fonte di profitto. Le famiglie sono un’importante cartina tornasole del malessere, dell’intossicazione, delle difficoltà economiche che questa società riversa e, infatti, le crisi familiari sono all’ordine del giorno perché la crisi inquina ogni aspetto e settore. Solo la costruzione di una società socialista spazzerà via questa guerra di sterminio non dichiarata condotta sulla pelle e sulle vite delle masse popolari: questo il futuro che dobbiamo costruire, già oggi in corso, e per farlo bisogna estendere il controllo e la vigilanza popolare in ogni settore! Per farlo, bisogna che la classe operaia e il resto delle masse popolari si organizzino ovunque, dalle fabbriche ai servizi sociali, lavoratori e utenti uniti per mettere al centro i propri interessi e non quelli di chi continua a lucrare sulle nostre spalle!
Che in Val d’Enza, a Reggio Emilia e in tutta Italia si moltiplichino le Organizzazione Operaie e Popolari, fino ad imporre un proprio governo d’emergenza che spazzi via corruzione, collusione, abusi e clientelismo. Il Governo di Blocco Popolare si darà i mezzi, perché basato non su qualche prestanome ma direttamente sul protagonismo popolare, per fare pulizia nella Pubblica Amministrazione e nei suoi appalti (perché la gestione delle esternalizzazioni è parte del problema, aggravandolo in termini di peggioramento della qualità del servizio e alimentando clientelismo), anche attraverso l’attuazione di una specifica misura generale del suo programma.
La Val d’Enza vive una fase critica, dove sotto scacco non è solo il sistema sociale che grazie al movimento comunista tanto ha fatto e dato a questa terra, ma lo stesso tessuto produttivo è sotto attacco: non è tollerabile che il direttore della produzione della Fi.Ve. di Bibbiano si lamenti perché non può più, testualmente, spremere un lavoratore malato, né il fatto che allo storico salumificio Sare di Barco 26 lavoratori vengano ripagati, dopo decenni di lavoro ed eccellenze, con una lettera di licenziamento, né tanto meno che le lavoratrici della Unielectric di Calerno debbano vedersi chiudere i cancelli perché il padrone vuole delocalizzare in Ungheria. A tutto ciò bisogna rispondere con l’organizzazione e la solidarietà: tanto gravi e generali sono in ogni settore della vita sociale gli effetti della crisi del capitalismo che le masse popolari rispondono con una diffusa resistenza spontanea e il Partito dei CARC è al fianco di chiunque vuole imprimere una nuovo corso alla storia!
La questione del potere e del governo dei territori e del Paese è qualcosa che attiene alla vita delle masse popolari: il verminaio della gestione PD del territorio deve essere spazzato via! Al suo posto bisogna costruire e imporre la gestione diretta delle persone che lo vivono! Queste le Amministrazioni Locali che servono, invece di essere piattaforme su cui innestarvi guerre interne, come quella che ha portato alle dimissioni da neo consigliere comunale reggiana della candidata sindaco M5S, Rossella Ognibene, ora avvocato difensore di una delle indagate chiave dell’inchiesta “Angeli e Demoni”.
Agli elettori e alla base del Partito Democratico diciamo di andare oltre i singoli (come invece il comunicato del circolo PD di Bibbiano che fa quadrato intorno al sindaco senza spendere una parola in solidarietà alle vittime e alle loro famiglie) perché appunto l’aspetto principale è la gestione del potere locale che, per un verso o per l’altro, permette la proliferazione di tutto ciò!
Voi vivete questo territorio e aldilà delle responsabilità singole, quello che è comune per tutti è la necessità di impedire che situazioni del genere si ripropongano!