[Campania] Il saluto del (n)PCI al dibattito sulla battaglia contro la legge sulla fedeltà aziendale, i licenziamenti politici e la morte lenta delle aziende

 Festa della Riscossa Popolare federazione Campania del P.CARC – dibattito contro la legge sulla fedeltà aziendale, i licenziamenti politici e la morte lenta delle aziende

Cari compagni,

ringraziamo la compagna Laura Baiano che ci ha invitato a partecipare al vostro dibattito. Andiamo dritti al punto: la distruzione dell’apparato produttivo del nostro paese, la morte lenta delle aziende, il loro smembramento, la loro delocalizzazione, ecc. possono essere bloccati.

La lotta per un lavoro utile e dignitoso per tutti, non solo è necessaria ma può essere vinta. Anche gli attacchi repressivi dei padroni contro le avanguardie di lotta (reparti confino e licenziamenti politici) e quelli dello Stato borghese contro le masse popolari che si mobilitano e contro i comunisti, sono la dimostrazione che è possibile vincere: il nemico attacca perché ha paura, cerca di isolare le “teste calde”, di seminare scoraggiamento e rassegnazione.

La repressione è un segno di debolezza del nemico, non di forza. Questo è un punto che non dobbiamo mai perdere di vista, compagni! Il governo M5S-Lega in molti campi prosegue le politiche antipopolari delle Larghe Intese (repressione, sgomberi, persecuzione degli immigrati, guerre NATO, ecc.) e le dobbiamo combattere risolutamente (la coraggiosa e audace azione di Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, è un esempio da seguire, così come lo è la lotta con cui i portuali di Genova hanno impedito l’invio di armi in Arabia Saudita, mettendo in difficoltà lo stesso governo!) In altri campi (delocalizzazioni, chiusura di aziende, devastazione del territorio, degrado, ecc.) il governo interviene poco o nulla: dobbiamo costringerlo a intervenire. In altri approva invece leggi favorevoli alle masse popolari (come il Decreto Legge Dignità, il Reddito di cittadinanza e Quota 100).

Come dobbiamo relazionarci con queste ultime?

1. Innanzitutto imporne l’attuazione. Senza la mobilitazione delle organizzazioni operaie e popolari queste misure sono destinate a restare su carta, ad essere violate, boicottate, aggirate dai padroni, dagli alti dirigenti della pubblica amministrazione, dalle Amministrazioni Locali delle Larghe Intese. Per quanto riguarda ad esempio il Decreto Legge Dignità lo dimostra quello che sta accadendo all’Ilva di Taranto (in cui Mittal avvia la cassaintegrazione e minaccia il governo per prolungare l’impunità penale e avere mano libera), allo stabilimento Whirlpool di Napoli, alla GKN di Campi Bisenzio (FI), alla Piaggio di Pontedera (PI) (solo per fare degli esempi). Le leggi non fanno paura ai padroni: appena possono attaccano i diritti strappati dalle masse popolari quando il movimento comunista era forte del mondo. Marchionne nel 2011-2012 fece carta straccia del CCNL per i metalmeccanici della FIAT! Certo, dalla sua parte aveva anche un governo delle Larghe Intese (governo Berlusconi e poi governo Monti). Con questo governo la situazione è diversa: il M5S non è completamente asservito. Ma le lamentele e l’indignazione di Di Maio & C. non bastano. Anzi spesso aprono le porte al cedimento: l’accordo sull’Ilva, il TAP, ecc. lo dimostrano. Il M5S pensa che basti fare belle leggi per cambiare il mondo: la realtà è che il mondo si cambia solo con la lotta di classe!

2. Le leggi favorevoli alle masse popolari quindi non servono? Servono nella misura in cui non le concepiamo come la soluzione del problema, ma come uno strumento da usare, un’arma in più da utilizzare per rafforzare la lotta nelle aziende e nei territori. Dobbiamo quindi costringere il governo a fare leggi a favore delle masse popolari, in tutti i campi; incalzarlo per estendere e migliorare le leggi; costringerlo ad applicare realmente le leggi approvate. Solo se gli operai delle aziende capitaliste e i lavoratori delle aziende pubbliche si organizzano e si mobilitano sul posto di lavoro, solo se si legano con il territorio, solo se incalzano gli esponenti del governo queste misure non restano su carta e saranno effettivamente utili.

Il Reddito di Cittadinanza può essere trasformato, ad esempio, da ammortizzatore sociale a strumento per rafforzare la mobilitazione e l’organizzazione di disoccupati, precari e cassaintegrati, per costringere il governo M5S-Lega ad estendere i criteri di erogazione del Reddito di Cittadinanza (la lotta di Mimmo Mignano e degli altri licenziati della FCA di Pomigliano è un esempio da seguire!), per imporre alle Autorità locali l’impiego in lavori di pubblica utilità di coloro che ricevono il Reddito di Cittadinanza e per imporre la loro assunzione a tempo indeterminato e con uno stipendio alle condizioni sancite nei contratti collettivi del settore.

L’opera del Coordinamento Art. 1 – Camping CIG di Piombino è un’esperienza d’avanguardia, da far conoscere ampiamente e da emulare. Il progetto per svolgere Lavori di Pubblica Necessità che servono per la collettività, sotto controllo operaio e popolare, è un esempio di cosa significa avere in mano l’iniziativa, porsi nell’ottica di giocare d’attacco e combinare la battaglia specifica con la lotta per il cambiamento del paese. Bisogna ora mobilitarsi e organizzarsi per dare seguito ai Lavori di Pubblica Necessità senza attendere le Autorità: organizzare scioperi al contrario per dimostrare che il lavoro da fare c’è e che le forze per farlo ci sono!

Così come è esemplare l’azione che la Consulta Popolare Sanità di Napoli ha intrapreso, combinando la lotta per una sanità sicura (stabilizzazione dei precari e assunzioni per rimediare alla carenza di organico, attuazione dei piani, stesi da lavoratori e utenti, dei lavori che servono a far funzionare la sanità) e quella contro l’obbligo di fedeltà aziendale (che significa mano libera a clientelismo, baronie e speculazioni negli ospedali: il contrario di una sanità sicura!). Compagni, le masse popolari devono condurre una vera e propria “guerra di posizione” e i comunisti devono imparare a guidarle.

Dobbiamo costruire collettivi di lavoratori, di cassintegrati, di disoccupati, di giovani, di donne e di immigrati che prendono in mano la direzione della lotta, che ragionano e agiscono come uno “Stato Maggiore”: analizzano la situazione, studiano le mosse del nemico, le contrastano e le ribaltano contro di esso. Ma c’è di più. Le mosse dei capitalisti sono obbligate e quindi prevedibili: ogni capitalista deve fare profitti e il suo sistema è in crisi. Dobbiamo imparare a prevenire le mosse dei padroni, a dettare noi il “ritmo delle danze”, scegliere noi il terreno di lotta, nelle aziende imporre noi l’uso di macchine migliori che riducono il tempo di lavoro e la fatica, mettere noi in atto un susseguirsi di operazioni e mosse diversificate, articolate e incalzanti che via via ribaltano i rapporti di forza, aggregano altre persone alla lotta, fanno aumentare la fiducia nella vittoria, estendono le alleanze, incalzano i padroni e li mettono alle strette, li inducono a fare passi falsi, li obbligano a indietreggiare dai loro propositi e a ingoiare misure che non vorrebbero, come per un padrone rinunciare alla chiusura dell’azienda, assumere precari a tempo indeterminato e assumere nuovi lavoratori, tollerare che nell’azienda i lavoratori approfittano delle nuove macchine per svolgere attività socialmente utili, ecc. La lotta specifica deve saldarsi con la lotta che le masse popolari conducono nel territorio circostante, alimentarla e attingere a sua volta da essa sostegno e forza.

Il futuro del paese poggia su organismi operai e popolari di questo genere e non su governi instabili come il governo M5S-Lega. Organismi di questo tipo sono, nel caso concreto del nostro paese, quello che in Russia furono i soviet: i consigli degli operai, dei contadini e dei soldati. Sono questi organismi la base su cui poggerà il futuro Governo di Blocco Popolare che prenderà il posto del governo M5S-Lega e che sarà un nuovo passo in avanti verso l’istaurazione nel nostro paese del socialismo!

Osare lottare, osare vincere!

Il futuro è nostro!

Il Comitato Centrale del (n)PCI

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