[Italia] Sulle calunnie di Pano al (n)PCI: le lettere di alcuni compagni ai militanti e iscritti del PC di Rizzo

Sabato 8 giugno il (n)PCI ha pubblicato un comunicato rapido in cui rendeva pubblica una mail ricevuta da Roberto Pano, membro del Partito Comunista di Marco Rizzo e candidato del collegio uninominale del Senato di Termoli (Molise) nella lista del PC per le elezioni politiche del 4 marzo 2018. Nella mail Pano chiedeva di essere eliminato dalla mailing list del (n)PCI accusando i compagni di essere “sponsorizzati dai servizi segreti”.

La risposta inviata al compagno è stata pubblicata nello stesso comunicato ed è stata la seguente: «Caro compagno, l’affermazione che hai avuto il coraggio e l’onestà di fare apertamente, è talmente grave e disgregante per il già debole movimento comunista italiano, che abbiamo deciso di diffondere un comunicato in cui trattiamo la questione che hai posto (cioè il nostro presunto “legame” con i Servizi Segreti). È una calunnia che alcune organizzazioni (PC Rizzo e altre) diffondono alla chetichella contro di noi al fine di isolarci e per evitare di entrare nel merito delle nostre tesi, relative al bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976), all’analisi del corso delle cose e alla linea che devono seguire tutti quelli che lavorano per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. In questo comunicato pubblicheremo anche la mail che tu ci hai inviato. Se vuoi sostanziare con ulteriori argomentazioni quanto ci hai detto, inviaci entro fine settimana una nuova mail che renderemo pubblica insieme alla precedente.
Saluti Comunisti – La Delegazione del (n)PCI».

Sottoscrivendo parola per parola quanto affermato dal (n)PCI, vogliamo portare in luce il fatto che le gravi accuse di Pano e la pubblicazione del comunicato del (n)PCI hanno suscitato dibattito e scambi. In questo articolo riportiamo tre lettere che simpatizzanti, collaboratori e militanti della Carovana del (n)PCI hanno inviato a Pano e ai membri del Partito Comunista con cui sono in contatto per chiedere conto delle sue affermazioni. Abbiamo selezionato tre lettere da regioni del nord, del centro e del sud del paese chiamando tutti i militanti del Partito Comunista di Rizzo a dare spiegazioni e prendere posizione sulla vicenda, stessa cosa che chiediamo a tutti gli altri compagni e compagne con la bandiera rossa nel cuore che aspirano alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato in Italia e nel mondo.
Per un comunista è un obbligo verso la classe operaia e le masse popolari motivare pubblicamente e con dovizia di prove e documentazioni accuse tanto infami e gravi e in assenza di queste scusarsi pubblicamente. Queste voci a mezza bocca, queste calunnie e denigrazioni fanno comodo solamente alla borghesia imperialista, ai padroni e al loro Stato. Si tratta quindi, anche in questi casi, di scegliere da che parte stare. Il movimento comunista non rinascerà sulla base delle accuse e delle calunnie di una forza per delegittimarne un’altra, esso rinascerà se tutti i comunisti del nostro paese affronteranno seriamente e con spirito di responsabilità il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976), l’analisi del corso delle cose o la linea da seguire.

***

Lettera di Rosario Attanasio ad alcuni militanti pugliesi del PC

Ai Compagni Angela Iudici, Francesco Spedicato.

Compagni scrivo a voi che stimo e conosco come militanti sinceri con cui ho fatto tante battaglie per la rinascita del movimento Comunista nel mondo…

Una fra queste è stata l’importante iniziativa in solidarietà con il Venezuela tenuta tre anni fa al centro Sociale Terra Rossa di Lecce.

Voi militate nel Partito Comunista Italiano di Marco Rizzo, partito che si sta distinguendo per la ricerca scientifica per la rinascita del movimento Comunista organizzato, Partito che ha unito attorno a se centinaia di giovani e meno giovani in un progetto ambizioso, quello di partecipare alla costruzione della rivoluzione in Italia per porre fine al corso catastrofico in cui i governi infami al soldo dell’imperialismo e del clero stanno conducendo la nostra nazione impoverendo sempre più ampi strati di massa proletari e permettendo a multinazionali di distruggere i nostri territori e ad affamare gli strati più deboli, consentendo uno sfruttamento selvaggio di lavoratori indigeni e immigrati.
Nel Vostro Partito Si annida un individuo “ROBERTO PANO” quantomeno ambiguo che con le sue dichiarazioni getta fango sulla vostra dirittura etica e morale Comunista.

Vi chiedo con questa lettera aperta di intervenire presso costui e anche presso la direzione Nazionale del vostro Partito affinché si faccia chiarezza nei confronti di questa “dolorosa” vicenda che denigra il movimento Comunista in generale e voi che siete impegnati a ricostruire le basi necessarie per la rinascita di un partito Comunista che guidi e orienti le masse popolari verso la rivoluzione in Italia.
Non lasciate che persone poco chiare e “denigratorie” minino le basi dell’unità del Movimento Comunista a cui voi state dando il vostro contributo militante.

Vi incollo il link di questa incresciosa vicenda certo che vi farete latori di ricerca della verità necessaria a rafforzare la nostra unità d’azione.

Metto anche i “tag” di Compagni con cui abbiamo fatto alcuni percorsi importanti al fine di unire le nostre forze in progetti che guardano al futuro dell’umanità: Serena Anna Gianluca Federica Mariantonietta Maria Carlo Giovanni Luca Fabio Giacomo Carlo Ippazio Laura Alessandro Marco Katia Amarilys Amarilis

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Lettera di Andrea Scarfone (Reggio Emilia) a Roberto Pano

A Roberto Pano, di Partito Comunista – Termoli

Ho letto il comunicato rapido n.14 (8.6.’19) del Nuovo – Partito comunista italiano e il successivo Avviso ai Naviganti 89 e ti scrivo perché le illazioni, le bugie, gli insulti e le calunnie nei confronti non solo del (nuovo) PCI ma della sua Carovana tutta, di cui fa parte anche il Partito dei CARC, sono in realtà un servizio reso al nemico, che si giova, facendosi grasse risate, di questa intossicazione promossa a piene mani per interessi di “bandiera e di simbolo”.

L’unico interesse che i comunisti devono avere è quello di assumersi la responsabilità e il compito di diventare consapevoli motori della rivoluzione socialista, il che significa portare le masse popolari e la classe operaia a costruire il loro potere, oggi in noce a macchia di leopardo nel nostro Paese. Sì, perché oggi già esiste un Nuovo Potere ed è il potere delle masse popolari organizzate e in qualche misura già aggregate attorno al partito comunista: di questo dovremmo occuparci, francamente e anche duramente!

Invece, con le tue posizioni tossiche, indebolisci il movimento comunista che rinasce nel nostro paese perché dividi le forze (tra fantomatici buoni e altrettanti cattivi), getti ombre sulle forze rivoluzionarie e discredito nel nostro campo. Perché compagno? Sono sinceramente proteso a capire, in quanto non è la prima volta che sento e leggo posizioni come la tua: “i CARC hanno il Segretario in Francia”, “i CARC e/o il (nuovo) PCI sono le nuove BR”, “il (nuovo) PCI prende soldi dalla CIA” o come scrivi tu, sponsorizzazioni da chissà quali “Servizi Segreti”: chi, a proposito? Il Mossad, il DIS, ecc.? Davvero devo ritenere che credi in questa propaganda che fa bene al nemico perché c’è un “semplice” spirito concorrenziale che ti muove (ma poi concorrenza di cosa? È stato molto positivo il vostro simbolo con la falce e martello sulla scheda elettorale europea, perché dimostra la vitalità di ottimi numeri di uomini e donne che hanno la falce e martello nel cuore in Italia!) oppure ci sono altre motivazioni per cui ti fai promotore di simile spazzatura?

Mai nella storia del movimento comunista internazionale passato, penso a Lenin e ai bolscevichi o ai compagni cinesi rispetto alle divergenze con Togliatti, è mancato il dibattito franco e aperto, il confronto duro ma sempre con al centro l’obiettivo di spingere in avanti la costruzione del socialismo nel mondo.

Inoltre, che l’attacco arrivi dal nemico me lo aspetto e, anzi, se arriva vuol dire che siamo sulla giusta strada, ovvero che la nostra azione incide e trasforma la realtà in senso nuovo e mette a repentaglio il potere del nemico: d’altronde la borghesia fa di tutto per evitare che il movimento comunista rinasca, anche se poi, in ultima istanza, la vittoria e l’effettivo legame con le masse (come il Biennio Rosso, la Resistenza e gli anni ‘70 dimostrano in maniera eclatante a chi è disposto ad imparare e a indagare la realtà con le lenti del materialismo dialettico) dipendono dalla concezione e della linea che guida il partito comunista. Infatti, sono i limiti interni ad essere discriminanti: non è mai la sola forza del nemico a farci perdere.

Insomma, quello che non è tollerabile è che un attacco del genere venga dal mio campo: fa più male dell’attacco del nemico perché mina le fondamenta della fiducia nella riuscita della nostra opera e nei nostri referenti. Pensaci: quanti lavoratori, studenti, disoccupati dicono “voi comunisti siete mille sigle, state sempre a litigare tra di voi”? Tutto ciò, o meglio posizioni come quelle descritte sopra, incidono proprio su questo piano: quando il nemico attacca mostra il suo vero volto ed è quindi formativo sia per i comunisti che per le masse popolari, fa emergere risorse e solidarietà, crea un fronte, ecc. mentre quando si prendono posizioni denigratorie come quella di cui ti sei fatto portavoce nei confronti di chi ha scelto di lottare per fare dell’Italia un nuovo Paese Socialista (alla faccia della considerazione!) invece di aggregare si disgrega, si intossica e si alimentano attendismo e disfattismo. Sono armi puntate contro le nostre stesse tempie! Per questo bisogna essere inflessibili nella difesa della verità rivoluzionaria.

Quindi, affinché la tua sia una denuncia seria e utile, devi tassativamente assumerti la responsabilità di fornire le prove della tua accusa perché se sei a conoscenza o hai le prove del fatto che il (nuovo) PCI è al soldo dei “servizi segreti” le devi rendere pubbliche: non solo, ma devi anche spiegare perché lo sai e da dove arrivano queste prove. I comunisti rispondono pubblicamente alle masse: devi o rettificare e fare pubblica autocritica, oppure dimostrare la veridicità delle tue posizioni, non lanciare il sasso e nascondere la mano! Anche perché chi, nel movimento comunista, è a conoscenza di infiltrati, provocatori, spie e simili e non li denuncia con fatti alla mano è tanto infame e complice quanto gli stessi infiltrati, provocatori e spie!

Conosco molte compagne e molti compagni del Partito Comunista il cui segretario è Marco Rizzo e chiedo anche a loro di ragionare su tutto ciò: far combaciare le posizioni arretrate e sbagliate di un singolo con le posizioni dell’organismo, significa squalificare l’intero organismo dal condurre la lotta ideologica al suo interno. Per questo chiedo a Partito Comunista se fa pubblicamente proprie le posizioni alla Roberto Pano o le vuole smentire? Rimanere in silenzio, traccheggiare non è un buon approccio alla questione.

Basta con l’intossicazione, alimentare confusione e diversione nel movimento comunista, rivoluzionario e popolare, è grave quanto tollerare le infiltrazioni di spioni e servizi segreti. Abbiamo già i cuori e le menti abbastanza avvelenate da questa classe dominante e il suo sistema capitalista putrescente: invito le compagne e i compagni di PC a discutere di concezione e di linea e a non fuggire, ogni volta, davanti a questa proposta! È da qui che si parte per l’”unità dei comunisti”!
Solo chi non è sicuro delle proprie posizioni scade nel terreno della denigrazione: insultare, come mostrare i muscoli, è segno di debolezza non di forza!

 

A questa lettera Pano ha risposto: «Ma per Voi ha così importanza quello che penso io? Non credevo di avere tutta questa considerazione da parte Vostra…però, mi lusingate…grazie, grazie, molto gentili! Volevo SEMPLICEMENTE non ricevere più le Vostre mail…allora devo dire la verità: non voglio riceve più le Vostre mail, perché ripetono SEMPRE la stessa cosa, mi ricordano il film di “Fantozzi”, quando viene avvicinato in azienda da un comunista rivoluzionario».

***

Lettera aperta di Paolo Babini a Roberto Pano

Roberto Pano,

salve. Mi chiamo Paolo Babini e sono un dirigente del Partito dei Comitati d’Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Ho letto ciò che hai scritto al (nuovo)Partito comunista italiano e ciò che quel Partito ha risposto (in http://www.nuovopci.it/comrapid/2019/14/Rapid_14.html). Scrivi che quel Partito è sponsorizzato dai Servizi Segreti. È una cosa che sento circolare da un po’ di tempo tra le file del tuo partito, il Partito Comunista guidato da Rizzo, molti elementi dei quali io conosco da tempo, qui a Firenze e in Toscana, che è da dove scrivo. Non so se ti rendi conto di quello che dici. Ne hai le prove? Ciò che dici è condiviso dai vertici del tuo partito, cioè da Marco Rizzo? È condiviso da Salvatore Catello, dirigente federale della Toscana, da Gianluca Farinelli, che mi dicono per la Toscana è responsabile della formazione? Se non ne hai le prove perché ti lasci andare a affermazioni così gravi? Se il tuo partito condivide quello che dici e ne ha le prove, perché non si esprime apertamente? Farlo è un dovere. Se non lo condivide, perché non ti smentisce e non ti richiama a un comportamento da comunista?

I comunisti dicono estesamente quello che pensano e quello che sanno, e lo dicono apertamente. Stalin, un dirigente a cui il tuo partito talvolta si richiama, espose apertamente le sue critiche a Trotzky. Sono i preti quelli che parlano alle spalle, che parlano senza aver prova di quello che dicono, che per tirare l’acqua al proprio mulino mettono in giro le peggiori infamie, che quando gli si richiede ragione di quello che dicono rispondono come se parlare non fosse necessario, come se discutere non servisse a nulla. Come agisci tu, e come pensi? Presumo tu voglia agire come un comunista e non come un prete.

Il partito che tu denigri è un partito i cui esponenti hanno subito persecuzioni per decenni, inclusive di sequestro di materiali documentari e informatici, e di mesi e anni di carcere. Questa repressione che data ormai da quasi quaranta anni ha investito anche il Partito dei CARC, di cui io sono membro. Hanno sperimentato la prigionia Giuseppe Maj, Giuseppe Czeppel e Angelo d’Arcangeli, del (nuovo)PCI, e tra il 2009 e il 2010 Alessandro della Malva, segretario della Federazione toscana del Partito dei CARC, perseguitato perché è stato all’avanguardia della lotta contro quelle ronde razziste che Maroni, ministro dell’Interno leghista, voleva realizzare e non realizzò perché il Partito dei CARC guidò una mobilitazione che in una notte si estese a livello nazionale, bloccando il traffico ferroviario nazionale negli snodi di Massa Carrara e di Napoli. Per quella mobilitazione oggi Alessandro della Malva è ancora perseguitato e il ministero degli Interni, oggi presieduto dal leghista Salvini, lo ha multato per diecimila euro.

Lo Stato incarcera i comunisti o li rapina, quando non può imprigionarli. Certo non li sovvenziona. Certo non li fa parlare. Solo negli ultimi anni i comunisti del mio partito, che condivide integralmente la concezione e gli obiettivi del (nuovo)PCI, riescono a fare iniziative in Case del Popolo, che un tempo ci erano chiuse. Abbiamo tenuto una iniziativa nei primi anni duemila alla Casa del Popolo di Settignano (FI), a cui presero parte compagni livornesi guidati a quel tempo da Lenny Bottai, compagno che a giudicare da ciò che scrive presumo sia del tuo partito, o simpatizzi per esso. Il giorno dopo il Consiglio della CdP fu messo a processo dai dirigenti del PD (o PDS, o DS o come si chiamava allora) e a chiedere ragione del perché ci avevano fatto parlare e ad avvertire che non lo dovevano più fare, raccomandazione che venne ripetuta anche dalla Digos, che si fece viva nella stessa mattinata. Noi certamente non abbiamo spazi per parlare in televisione, Pano. Perché i servizi che secondo te ci sponsorizzano non ci fanno parlare in televisione?

Di quegli anni ha esperienza Gianluca Farinelli, compagno che pure, a quanto mi dicono, è membro del tuo partito in Toscana. Il compagno dirigeva un circolo nel Valdarno, dal nome Antinebbia, dove si è formato anche Salvatore Catello, segretario federale del tuo partito anche kui in Toscana. Il Circolo Antinebbia fu uno dei pochi organismi (due: l’altro fu il collettivo guidato da Stefano de Montis e Marinella Ambretti a Rovezzano (FI)) che allora non si unì al coro di quelli che si dichiaravano comunisti e rivoluzionari che si tirarono indietro al momento in cui il P.CARC fu attaccato dalla azione repressiva più violenta del periodo, che comportò decine e decine di perquisizioni e sequestri di materiali in Italia, Svizzera e Francia e la successiva costituzione di un gruppo di lavoro proprio contro il (nuovo)PCI e chi ne seguiva il percorso, comprendente un magistrato francese, magistrati italiani, un poliziotto di nome Gratteri che avrebbe diretto il massacro alla Diaz di Genova e la consorte di Bruno Vespa, dirigente nel sistema carcerario italiano, gruppo illegale perché riuniva esponenti di poteri che devono restare separati, politici, magistrati, poliziotti. Il “caso” vuole che quei soggetti che non presero le distanze dal CARC subirono repressioni dure, e così accadde all’Antinebbia, che fu oggetto di una azione repressiva con perquisizioni e sequestri di materiali, per l’accusa di “stampa clandestina”, nel senso che pubblicavano una rivista in fotocopia come fanno alcune parrocchie. Chiedi a Farinelli di San Giovanni Valdarno, che anche io sentirei volentieri, per ricordare i vecchi tempi e fare un bilancio utile al lavoro futuro.

Oggi abbiamo un processo in corso contro Rosalba Romano, che ha dato il suo nome per un sito chiamato Vigilanza Democratica, sito che ha fatto molto per denunciare gli abusi delle Forze dell’Ordine, quelli di cui a oggi emerge traccia solo quando ci sono familiari che si ostinano per anni nella lotta per la verità, come la sorella di Cucchi. In primo grado la compagna è stata condannata a pagare migliaia di euro, e li deve pagare subito. Noi oggi chiediamo a tutti e a tutti coloro che leggono questa lettera di sostenere Rosalba, accusata per la denuncia di una repressione poliziesca contro i tifosi del Brescia che ha lasciato uno di loro disabile per tutta la vita. Chiediamo un contributo economico. Approfitto di questa comunicazione per chiederlo anche a Lenny Bottai, che ha diretto i tifosi del Livorno e che pure lui con le Brigate Autonome Livornesi ha esperienza di una repressione molto più dura di quella che subì l’Antinebbia, con tanto di elicottero e devastazione della sede, guarda caso nel periodo in cui le BAL facevano iniziative e cortei con il CARC e con esso partecipavano a un Fronte Popolare per la partecipazione alle elezioni.

È possibile che nel tuo partito circoli l’idea che siamo finanziati dai servizi segreti perché si vede che continuiamo a esistere, che anzi cresciamo, che raccogliamo giovani che facciamo diventare rivoluzionari di professione. La domanda è: “Dove trovano i soldi, visto che lo Stato non li finanzia?” Un comunista non si pone domande di questo tipo. La borghesia non finanzia mai i comunisti, a meno che non creda di poterne trarre profitto per diffondere tra le masse popolari idee sbagliate sul comunismo, o perché quelli sono falsi comunisti, soggetti che tradiscono e rinnegheranno il comunismo (vedi un Bertinotti). I comunisti traggono le loro risorse dalle masse popolari, come facevano i partigiani che erano sostenuti dai contadini durante la Resistenza. Certo non potevano essere sostenuti da fascisti e nazisti.

Quanto ai dirigenti del nuovo movimento comunista, quelli del Partito dei CARC e presumo anche quelli del (nuovo)PCI, a giudicare da ciò che leggo, mettono ogni ricchezza, proprietà e risorsa che hanno a disposizione del partito, e con ciò lo sostengono. L’esempio è Stalin: quando andarono nei suoi appartamenti per trovare oggetti di sua proprietà che potessero servire per un museo a lui dedicato, trovarono una pipa e un paio di stivali. Così educhiamo quelli tra noi che si assumono le responsabilità più rilevanti. Questo, d’altro lato, è ciò che fanno tutti i dirigenti dei partiti comunisti a livello internazionale in paesi dove la lotta di classe è già a livello di scontro armato, come in India, Bangla Desh, Filippine.

Mi sono dilungato per portarti fatti, cosa che non porti tu a prova delle tue dichiarazioni né ho sentito altri portarne, altri che a differenza di te non dicono le cose apertamente, ma alle spalle. Inoltre torna utile ricordare snodi importanti nella storia del movimento comunista in una regione del paese quale è la Toscana, che in questa storia ha un ruolo rilevante e lo avrà nel futuro, a giudicare dal suo patrimonio, dalla forza e dall’intelligenza delle sue nuove leve.

Chiudo. Il PC guidato da Rizzo è una esperienza importante nella lotta di classe nel nostro paese un importante punto di aggregazione per chi ha nel cuore la falce e il martello. Abbiamo dato indicazione di voto per esso nelle recenti elezioni e lo rifaremo, se sarà il caso, per questo suo carattere positivo.

Proprio perché apprezziamo questa esperienza, siamo tenuti a trattare dei suoi aspetti più contraddittori e più lontani dal metodo e dal pensiero dei comunisti che, ripeto, non è quello dei preti, né quello dei borghesi.

Chiamo a intervenire sulla materia quelli che ho citato in questa lettera, i compagni del Partito Comunista di Rizzo che in questi anni ho avuto modo di conoscere. Invito ognuno che ha cuore la materia a interpellare Rizzo e i vertici del suo Partito perché ti smentiscano pubblicamente o pubblicamente ti sostengano.

Infine, torno a invitare tutti, tu incluso, a contribuire alla lotta contro la repressione e a sostenere Rosalba Romano. Potete farlo con una donazione, sul sito www.carc.it.

 

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