Nei primi giorni di giugno è stata pubblicata una lettera appello elaborata dall’Associazione di Solidarietà fra i Popoli “Alma Rebelde” con sede nazionale a Ravenna e firmata da alcuni organismi in cui si lanciava la proposta di organizzare il VI incontro di solidarietà con il Venezuela della Rete Italiana di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana “CaracasChiAma”. In quella lettera si proponeva di tenere parte dell’evento all’interno della Festa della Riscossa Popolare che si terrà il 29 e 30 giugno a San Giovanni a Teduccio, Napoli.
Ringraziamo i compagni e le compagne promotori di questa proposta per aver pensato alla Festa della Riscossa Popolare campana per tenere parte dell’incontro di cui sono promotori. Dobbiamo, però, declinare questa proposta per le ragioni che esprimiamo in questa nota.
La prima ragione sta nei contenuti della lettera-appello. L’incipit della lettera, per cominciare, si sofferma su attacchi e critiche all’operato dell’ambasciata bolivariana a Roma e di alcuni diplomatici venezuelani in Italia accusati di osteggiare i movimenti di solidarietà con il Venezuela bolivariano in Italia. Non riteniamo che sia questa la base per convocare un incontro nazionale di solidarietà con il Venezuela:
- sia perché riteniamo sbagliato e nocivo che i movimenti italiani di solidarietà con il Venezuela e altri paesi che da anni fanno fronte e resistono all’imperialismo, si concentrino su elementi di dibattito interno alle istituzioni di quei paesi, deviando l’attenzione e le energie dagli obiettivi principali da porsi in questa fase: costruire la rivoluzione socialista in casa nostra. Questo modo di procedere è diversione;
- sia perché si tratta di questioni e contraddizioni, specificamente, interne al governo bolivariano del Venezuela che non sta ai militanti, attivisti e compagni italiani dirimere. I compagni, i militanti e gli attivisti italiani devono sostenere il Venezuela bolivariano dagli attacchi interni ed esterni dei gruppi imperialisti (USA in testa) e trarre da quell’esperienza bolivariana insegnamenti, pratiche ed esempi per rafforzare la costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese.
La seconda ragione sta nell’impostazione data alla lettera-appello. Il documento, infatti, ci risulta non essere frutto di un dibattito collettivo costruito all’interno della Rete Caracas ChiAma ma solo di una parte delle sue componenti, quelle firmatarie dell’appello. Questo metodo, a nostro avviso, non è quello più utile a far avanzare il movimento di solidarietà con il Venezuela bolivariano. Poste le buone intenzioni di chi lo promuove, contribuisce di fatto a dividerlo e scompaginarlo ulteriormente.
Chi ha a cuore la mobilitazione nel nostro paese in solidarietà con il Venezuela bolivariano oggi deve porsi l’obiettivo di ricompattare le fila e di allargare questo movimento, farlo vivere nelle città e nel paese, renderlo terreno di avanzamento nella costruzione di una rete di nuova governabilità dal basso sul territorio nazionale, portarlo alla classe operaia, ai lavoratori e alle centinaia di migliaia di compagni, attivisti e militanti con la bandiera rossa nel cuore per infondergli fiducia e mostrare con l’esempio che è possibile rompere con l’imperialismo e resistere, con la mobilitazione e il protagonismo delle masse popolari, agli attacchi di guerra economica, politica e militare che esso muove.
Questo modo di intendere e praticare la solidarietà internazionalista presuppone e comporta un processo pratico ed espansivo teso alla ricerca di unità nel movimento di solidarietà bolivariano.
La solidarietà con il Venezuela nella nostra festa. Posto, quindi, che, per le ragioni appena espresse, alla Festa della Riscossa Popolare Campania non si terrà il VI Incontro di solidarietà con la rivoluzione bolivariana, invitiamo tutti i singoli, le organizzazioni solidali con il processo bolivariano e il Consolato bolivariano del Venezuela a Napoli a partecipare a un tavolo di discussione che si terrà il 29 giugno alle ore 15:30 a San Giovanni a Teduccio (Napoli). In cui si tratterà dell’esperienza delle fabbriche recuperate del Venezuela. Il tavolo introdurrà e vivrà nel dibattito seguente alle ore 18:00 “Costruire il protagonismo dei lavoratori nelle aziende: contro l’obbligo di fedeltà aziendale, contro i licenziamenti politici e la repressione sui posti di lavoro”.
In questo modo faremo valere il principio per il quale il protagonismo della classe operaia e delle masse popolari, come ci insegna proprio la Rivoluzione bolivariana, passa per l’organizzazione determinata dei loro elementi più coscienti ed avanzati, dal loro attivismo e dal loro esempio. Collettivi, associazioni, comitati, gruppi di mutuo soccorso, consigli di fabbrica e di quartiere, organismi operai e popolari devono essere il motore del movimento di solidarietà con il processo bolivariano in Italia.
Lottare per fare dell’Italia un nuovo paese socialista è il migliore contributo che possiamo dare alla lotta del popolo venezuelano. Essere solidali con il Venezuela non significa copiarne o importarne il processo, significa lottare per il trionfo della rivoluzione socialista e questo è possibile soltanto partendo dalle condizioni date nel nostro paese, tessendo e rafforzando instancabilmente la rete di nuova governabilità dal basso degli organismi operai e popolari presenti sul territorio e che contendono potere alla borghesia imperialista.
Dobbiamo e possiamo costruire il governo delle organizzazioni operaie e popolari nel nostro paese, un governo che faccia fronte agli effetti più gravi della crisi del capitalismo, un governo che porrà le migliori condizioni per avanzare nella costruzione della società socialista, la società del futuro.
In questo percorso occorre che un movimento di solidarietà con il Venezuela bolivariano si allarghi, estenda e si dia i mezzi per contribuire alla rivoluzione socialista in corso in Italia, praticando l’unità e il protagonismo della classe operaia e delle masse popolari con il sostegno internazionalista ai paesi che si ribellano all’imperialismo.