[Campania] Licenziamento di Giuliano Granato: contro la morte lenta delle aziende riprendere in mano l’iniziativa operaia!

Il 29 maggio Giuliano Granato, compagno e attivista dell’ex OPG di Napoli e di Potere al Popolo è stato licenziato dall’azienda per cui lavorava, la Klevers di Arzano, con la motivazione di un calo di fatturato. Un licenziamento che ha fatto seguito al rifiuto dell’azienda di riconoscerlo come rappresentante sindacale dell’USB. La Klevers è una delle aziende inserite nella zona industriale di Arzano, area in cui tante erano le aziende attive, ridotta a deserto industriale in cui via via capannoni e strutture produttive sono stati abbandonati, chiusi.

Il licenziamento di Giuliano avviene in un momento politico ben preciso. L’entrata in vigore del Decreto dignità, una delle prime misure del governo M5S-Lega ha provocato la reazione dei padroni, subito alla ricerca del modo per aggirarlo. I casi della GKN di Campi Bisenzio (FI), della Piaggio di Pontedera (PI) di Mercatone Uno e della Whirlpool (NA) sono emblematici. Si tratta di aziende coinvolte in processi più o meno avanzati di delocalizzazione; aziende che richiamano periodicamente lavoratori “extra” oltre agli operai che già lavorano in fabbrica, per sopperire a ferie e picchi produttivi, senza però mai assumerli a tempo indeterminato. Attraverso gli accordi integrativi gli assunti a tempo determinato erano in genere sempre gli stessi, seguendo una graduatoria di anzianità (cosa che è anche nell’interesse del padrone, visto che così non deve formare ogni volta un nuovo operaio).

Chiusure, delocalizzazioni, ristrutturazioni aziendali, condanne a “morte lenta” di aziende e impianti industriali: la crisi del capitalismo produce un cimitero di aziende e di posti di lavoro, un cimitero in cui i padroni seppelliscono i diritti, le conquiste e le tutele che la classe operaia e le masse popolari hanno ottenuto con le lotte dei decenni passati: diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, a vivere in un ambiente sano e dignitoso. La società ha raggiunto un livello di sviluppo tale che potrebbero essere garantite a ogni essere umano le condizioni per una vita soddisfacente e dignitosa, solo la legge del profitto e la persistenza dei capitalisti alla testa della società impedisce che si realizzi ciò per cui ci sono già le premesse. Anzi, producono la guerra fra poveri, sono la causa per cui milioni di persone vivono come esuberi, oppressi moralmente, materialmente e culturalmente.

Per questi motivi indichiamo agli operai di tutto il paese di legarsi al movimento di resistenza diffuso e di opposizione alle misure più reazionarie del Governo M5S-Lega, di organizzarsi per prendere in mano il futuro delle aziende e dei territori a partire dallo sciopero del 14 giugno convocato dalla FIOM, per alimentare in tutta la classe operaia italiana fiducia in se stessa, concorrere affinché sia non solo uno sciopero di categoria, ma divampi in ogni settore per mettere al centro la parola d’ordine “per un lavoro utile e dignitoso per tutti”.

Il Decreto Dignità (la restrizione del lavoro a tempo determinato senza limitare le libertà di manovra dei padroni) spinge i padroni a licenziare? Vero, finché ai padroni viene lasciata libertà di manovra. Oggi, un capitalista costretto in una zona o in un paese a fare una cosa contraria alla valorizzazione del suo capitale se ne va altrove (delocalizza) o cambia settore (vende l’azienda). Qui sta in definitiva il motivo per cui il governo M5S-Lega non è in grado di mantenere le sue promesse e le misure che prende vengono aggirate e producono risultati parziali o opposti rispetto agli obiettivi per cui sono state introdotte.

Il governo M5S-Lega non vuole (data la sua natura di governo di compromesso che vuole tenere insieme interessi contrapposti) e in ogni caso non può (dato che non si dà i mezzi) imporre ai capitalisti di mantenere l’attività produttiva in Italia, migliorando le condizioni di lavoro e le tutele degli operai come Giuliano.

Solo la mobilitazione della classe operaia può costringere il governo M5S-Lega a fare quello che non vuole e sostiene di non poter fare. Non sono i padroni ad essere forti, sono gli operai che devono imparare a far valere la loro forza!

 

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