Negli ultimi anni è in corso un attacco a tutti i servizi pubblici e ai diritti di lavoratori e utenti. Un attacco che consiste innanzitutto nell’abolizione delle conquiste di diritti sociali e civili strappati nel secolo scorso. La distruzione del sistema scolastico nazionale, del sistema sanitario, del diritto al lavoro, alla casa e a vivere in un ambiente sano sono tutti tasselli di un disegno più ampio, di un programma che la politica locale e nazionale si è data. Un programma fatto di privatizzazioni, liberalizzazioni, vendita dei beni pubblici ma soprattutto di aggressione ai diritti dei lavoratori e degli utenti.
In questo quadro, ogni legge e norma viene applicata e interpretata o per reprimere il dissenso contro questo programma o per facilitare l’azione dei poteri forti e dei governi loro emanazione. In molti settori, in particolare nella sanità, tanti sono i lavoratori che stanno denunciando malefatte, ruberie e illeciti che affliggono i beni pubblici come gli ospedali o i diritti dei lavoratori all’interno di fabbriche, aziende e imprese private. Una mannaia per chi denuncia ingiustizie e irregolarità è la legge sulla fedeltà aziendale (art.2105 codice civile), legge utilizzata come strumento di repressione all’interno di tutte le aziende pubbliche e private del nostro paese.
“Non disturbare il manovratore o ti caccio” dicono alti dirigenti di ospedali, presidi delle scuole, direttori di aziende partecipate che dovrebbero tutelare l’ambiente, lo ha detto Marchionne agli operai licenziati a Pomigliano per aver denunciato le pessime condizioni di lavoro (che portarono a due suicidi in un mese) nel reparto confino della FCA di Nola. La legge sulla fedeltà aziendale originariamente nata per regolare gli affari tra le imprese, per tutelare brevetti o attività da cui dipende la sicurezza nazionale, ecc. Oggi non è nulla di tutto questo; è una norma che mette il bavaglio ai lavoratori di tutti i settori, li sottopone a ricatto e non permette ai cittadini e all’intera popolazione di sapere cosa avvenga sui luoghi di lavoro, quali siano gli episodi di clientelismo e malaffare che si consumano alle spalle di operai, lavoratori, disoccupati, studenti e immigrati.
Questa legge impedisce il controllo popolare dei lavoratori e dei cittadini sui servizi pubblici dando copertura a tutte le norme e leggi nazionali che hanno riformato e sostanzialmente aziendalizzato il sistema sanitario, il sistema scolastico e tutti i servizi pubblici, oltre a stravolgere in generale il mondo del lavoro. Il processo in corso negli ultimi anni è quello di rendere il pubblico impresentabile per agevolare il privato, azzerando di fatto non solo i servizi ma anche i diritti dei lavoratori e degli utenti.
Per queste ragioni l’art.2105 del codice civile va abolito! Si tutelino pure per legge i dati sensibili, le informazioni riservate per la ricerca scientifica, i brevetti e lo sviluppo tecnologico o le pratiche aziendali ma ciò non diventi un impedimento alla libertà di espressione e di organizzazione per i lavoratori. La fedeltà che vogliamo è fedeltà ai diritti fondamentali dell’uomo, al rispetto di un lavoro dignitoso per tutti, a un ambiente salubre, al controllo popolare del patrimonio e dei servizi pubblici oggi sotto attacco, alla tutela psicofisica di lavoratori e utenti di tutti i settori. Ogni cittadino e ogni lavoratore che denuncia questi abusi va premiato, non va punito, ammonito o licenziato.
No alla fedeltà aziendale, fedeltà alla Costituzione italiana!
Basta minacce e ricatti!
Mobilitiamoci per cambiare le norme sulla fedeltà aziendale!
Rendiamo inapplicabile la legge con il Controllo Popolare di tutte le aziende pubbliche e private!
Riprendiamoci il diritto di parola, riprendiamoci il diritto di organizzarci, riprendiamoci quello che ci spetta!