I dati del voto del 26 maggio illustrano bene che si allarga sempre più la distanza tra masse popolari e borghesia imperialista, in particolare con l’UE e i gruppi imperialisti franco tedeschi che dominano le istituzioni dell’UE e la BCE. Una distanza che si esprime in due modi: 1. nell’astensionismo diffuso; 2. nel voto a partiti, movimenti e liste che si pongono, in vari modi e con diverse parole d’ordine, in rottura con gli interessi della borghesia imperialista e le sue istituzioni (UE, BCE, FMI) e i partiti (Partito Democratico e Forza Italia) che negli ultimi anni sono stati i principali rappresentanti di quegli interessi e i principali promotori, quindi, della mobilitazione reazionaria (guerra tra poveri, persecuzione dei migranti, ecc.).
L’esito delle elezioni nel nostro paese mostra inoltre che si indebolisce sempre di più il fronte delle Larghe Intese nel nostro paese: rispetto alle precedenti elezioni del 2014, il Partito Democratico, perde oltre 5 milioni di voti mentre Forza Italia ne perde 2 milioni 350mila voti. Chi parla di svolta reazionaria nel paese guardando ai 9 milioni di voti della Lega di Salvini non vede che gli oltre 6 milioni di voti in più raccolti dalla Lega vengono da quelli persi da Forza Italia. Il successo della Lega dipende principalmente dall’opposizione (a parole e nei proclami) all’UE espressa in campagna elettorale e solo secondariamente dalla propaganda contro gli immigrati e l’approccio poliziesco all’ordine pubblico dei decreti sicurezza di Salvini. L’ombra nera (intesa come gruppi scimmiottatori dei fascisti del secolo scorso) non esiste, prova ne sia il tracollo elettorale di Casa Pound e Forza Nuova.
I dati delle elezioni europee in Campania presentano un dato di astensionismo molto più alto (57%) di quello nazionale (46%) e per quanto riguarda il voto presentano una particolarità comune ad altre regioni del Sud. Il Movimento 5 Stelle, pur restando primo partito, ha perso la metà dei voti rispetto alle politiche di un anno fa (da 1, 4 milioni è passato a 740mila, mentre rispetto alle europee del 2014 ha guadagnato circa 200mila voti). La Lega aumenta di 400mila voti rispetto alle scorse europee e di 290mila voti rispetto alle scorse politiche del 2018. Il Partito Democratico ha perso più di 400mila voti rispetto alle scorse europee guadagnandone 47mila rispetto alle politiche 2018. Forza Italia ha invece perso più 250mila voti rispetto alle europee e altri 240mila rispetto alle politiche del 2018. La Lega ha preso voti da Forza Italia e da parte del PD, mentre i voti in meno del Movimento 5 Stelle sono finiti nell’astensione. La Sinistra ha dimezzato i voti fermandosi a 40mila voti, mentre il Partito Comunista ha raccolto 14mila voti.
Le lezioni che dobbiamo trarre dal risultato delle elezioni europee in Campania, come nel resto del paese, sono quattro e tutte hanno a che fare con il distacco crescente tra le masse popolari e la borghesia imperialista e i suoi partiti delle Larghe Intese:
- se sommiamo i voti presi dal M5S e da tutte quelle forze anti UE, il dato dell’astensionismo e parte dei voti che ha preso la Lega ha preso per temi legati al contrasto alle politiche UE e alle misure del governo (es. quota 100) vediamo come il paese sia sempre più ingovernabile per i vertici della Repubblica Pontificia (lo Stato Italiano, il Vaticano, la Mafia, la NATO, la UE, Confindustria e il resto delle istituzioni e associazioni padronali);
- l’espressione di voto verso partiti antiUE (forze che la borghesia definisce “sovraniste”) testimonia una frattura inconciliabile tra interessi dei gruppi imperialisti e del suo sistema finanziario e gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari dei vari paesi. La questione della sovranità nazionale assume oggi un ruolo importante essa si combatte principalmente in quattro ambiti: a) contro chiusura e delocalizzazione delle aziende italiane e la loro vendita ai gruppi multinazionali, per mantenerle aperte e in funzione in Italia e per nazionalizzare le aziende come Alitalia, FCA, TIM e altre: b) contro la UE e le sue istituzioni (debito pubblico, patti di stabilità, pareggio di bilancio in Costituzione, assegnazione di quote di produzione in campo agricolo e industriale, ecc.); c) contro la NATO (basi e installazioni militari, partecipazione a missioni di guerra, partecipazione alle sanzioni economiche contro altri paesi, ecc.); d) contro il Vaticano (abolizione dei Patti Lateranensi e dei privilegi della Chiesa Cattolica rispetto alle altre organizzazioni e associazioni religiose);
- diventa sempre più comprensibile che il capitalismo è l’artefice dell’attuale corso disastroso delle cose, rispetto a temi quali la produzione di beni e servizi e la gestione alternativa dell’ambiente e la salute delle masse popolari;
- l’illusione di poter mediare tra borghesia e masse popolari (tra interessi antagonisti, incompatibili) e fare “politiche condivise da tutti per il bene del paese” e l’illusione di poter cambiare le cose a colpi di leggi e decreti, senza la mobilitazione delle masse popolari, hanno portato il M5S al carro della Lega. Il M5S se proseguirà su questa strada, di cedimento in cedimento, perderà del tutto credibilità e seguito tra le masse popolari e finirà come l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Se il M5S prosegue su questa strada non può che essere fagocitato dalla Lega.
Gli elettori, attivisti ed eletti del Movimento 5 Stelle devono essere conseguenti alle giuste critiche che stanno ponendo alla “testa” del movimento sull’attuazione delle misure previste per il cambiamento della gestione della società (salvaguardia dell’ambiente, creazione di posti di lavoro per opere che servono e non opere dannose, tutela dei diritti dei lavoratori, reddito per i poveri ecc.). Essere conseguenti nella pratica significa smetterla di lamentarsi, di chiedere agli altri di fare e giocare a fare la sinistra del movimento con dichiarazioni e parole (alla Fico o alla Nugnes). Essere conseguenti nella pratica significa cominciare sin dal subito, dal basso e senza aspettare le “indicazioni dei capi” a sostenere l’azione dei comitati ambientali, sostenere i lavoratori della Whirpool, della FCA di altre aziende che lottano contro la chiusura o morte lenta delle aziende, sostenere i disoccupati che si organizzano per usare il Reddito di cittadinanza per fare i lavori che servono, mettersi al servizio dell’azione dei comitati che si occupano dei territori (sull’esempio di quanto sta avvenendo a Scampia) o contro la chiusura di ospedali, insomma legarsi alla classe operaia e alle masse popolari. Facendo questo si innescherà il meccanismo necessario a spingere gli eletti del M5S al governo ad appoggiarsi alle masse popolari per attuare dal basso le misure inserite nel programma del “governo del cambiamento” e cambiare sul serio il paese. Gli esempi e le esperienze esistono già, bisogna moltiplicarli e diffonderli in lungo e in largo:
- Le mobilitazioni contro il Decreto Sicurezza di Salvini, esempio ne sia quanto fatto da alcuni attivisti del M5S a Scampia, su spinta del Comitato Vele, che hanno contribuito a incalzare il Ministro Barbara Lezzi per sbloccare i fondi necessari alla ricostruzione del quartiere decisa dal basso dai suoi abitanti. La vera sicurezza è attuare la misura di dare un lavoro utile e dignitoso per ogni adulto, è vivere in un quartiere sicuro e curato, è il funzionamento e la costruzione delle scuole e delle Università: questo insegna la lotta del Comitato Vele di Scampia, un esempio da rendere piano d’azione per le masse popolari di tutti i quartieri della città!
- L’attuazione e l’allargamento del Reddito di Cittadinanza, sostenendo le azioni di lotta di Mimmo Mignano e degli altri licenziati FCA; le esperienze di lotta dei lavoratori precari APU (Attività di pubblica utilità), in particolare di quelli che hanno ottenuto con la lotta l’accesso al reddito di cittadinanza al Comune di Limatola, quale strumento per salvare il proprio posto di lavoro, spingendo gli eletti del M5S di tutta la Campania ad attuare misure simili (in Campania come nel resto del paese servono centinaia di migliaia di lavoratori che facciano i lavori che servono: messa in sesto dei territori e dei quartieri, assistenza sanitaria e sociale, asili e scuole, ecc.); stesse misure che rafforzerebbero e sosterrebbero le battaglie dei comitati di disoccupati di Scampia, del Rione Sanità, di Bagnoli e di tutti i quartieri della città per la conquista di un lavoro utile e dignitoso!
- Le battaglie contro la costruzione di grandi opere inutili e dannose come il TAV e la costruzione di tante e piccole opere necessarie per rimettere in sesto i quartieri, l’ambiente, le aziende pubbliche e private. L’inquinamento ambientale, il disastro della Terra dei Fuochi e la dismissione del sistema sanitario sono il cancro contro cui si battono le masse popolari di tutta la regione, è tempo di attuare qui ed ora in maniera organizzata boicottaggi, piani alternativi definiti dal basso, scioperi alla rovescia autorganizzando i lavori che servono ai quartieri e alla città, imponendo il pagamento della giornata lavorativa. È tempo di rimboccarsi le maniche e non auspicare il cambiamento del paese per decreto legge, è tempo di cambiare il paese!
Solo facendo questo il Movimento 5 Stelle potrà avere avanti a sé una prospettiva seria e lungimirante e recupererà il sostegno delle masse popolari, diversamente sarà costretto a fare la fine degli Tsipras in Grecia in questi anni o quella che ha travolto l’Italia dei Valori solo pochi anni fa. In questo senso la Campania, dove in qualche modo il M5S ha “retto” in termini di consenso, deve essere il laboratorio per elettori, attivisti ed eletti per spingere e costringere governo, ministri istituzioni locali (regione, comuni e provincie) ad attuare le misure che hanno promesso e cambiare sul serio il paese. C’è tanto lavoro da fare per il cambiamento dell’Italia e della Campania. I soldi, le forze e la volontà di cambiamento ci sono. C’è bisogno del protagonismo delle masse popolari per cambiare davvero il paese!
Con le sole denunce e i lamenti non si va lontani, bisogna passare all’azione: 10, 100, 1000 scioperi e mobilitazioni a Pomigliano e in tutto il gruppo FCA contro il suo smantellamento; contro lo spezzettamento e la liquidazione di Alitalia; contro il razzismo e il Decreto Sicurezza; per la creazione di posti di lavoro stabili e utili.
In questa campagna elettorale attraverso i banchetti, il sostegno alle azioni di lotta, la partecipazione a manifestazioni e scioperi e attraverso l’esito del voto, tanti compagni della base rossa (del Partito Comunista, del PCI, PRC e Potere al popolo) hanno potuto toccare con mano il fermento che esiste nel nostro paese, alimentato dallo sviluppo della crisi del capitalismo (condizioni oggettive) e dalla fase politica del tutto straordinaria che stiamo vivendo (crisi del governo M5S-Lega) e la necessità di organizzarsi per andare oltre il governo M5S-Lega (ma non per finire al carro dei partiti delle Larghe Intese, tipo il PD). I voti del PC indicano che nella nostra regione ci sono migliaia di persone che votano comunista, che si dichiarano comunisti e che aspirano al socialismo, altre migliaia non hanno votato o hanno votato altri partiti.
I compagni del PC, in particolare, devono trarre insegnamenti dall’esperienza fatta in campagna elettorale, a partire dal fatto che le elezioni del 4 marzo e gli sviluppi che ne sono seguiti hanno dato una dimostrazione importante che le masse popolari hanno un ruolo decisivo anche nel sistema politico borghese. Il governo M5S-Lega non esiste grazie a Di Maio e a Salvini, tanto meno grazie a Mattarella il mancato golpista o al Vaticano, a Trump o a Putin. Si è formato perché le masse popolari, indignate e insofferenti del corso delle cose imposto dai governi delle Larghe Intese, hanno via via abbandonato le abitudini elettorali ereditate e hanno votato su grande scala M5S e Lega.
I comunisti devono valorizzare e allargare il movimento di resistenza spontaneo delle masse popolari che la crisi del capitalismo genera. Dobbiamo usare l’esito del voto delle elezioni europee, lo smarrimento che crea tra le forze borghesi (in particolare tra le forze delle Larghe Intese) e l’ingovernabilità che provocano, nelle istituzioni e nei governi del nostro e degli altri paesi europei, per allargare sempre di più la breccia tra le masse popolari e il sistema di potere delle Larghe Intese. Dobbiamo raccogliere e trasformare la demoralizzazione di quei compagni che hanno votato le forze della sinistra borghese e l’entusiasmo e la voglia di rivoluzione socialista di chi ha votato per il PC, incanalandole nella lotta per il socialismo, che oggi si sostanzia nel lavorare per creare le condizioni per imporre un governo di emergenza delle masse popolari organizzate, quello che abbiamo chiamato il Governo di Blocco Popolare. Lottare per creare le condizioni per il Governo di Blocco Popolare oggi concretamente significa mobilitarsi:
- per contrastare in maniera via via più organizzata e più ampia le misure reazionarie e antipopolari del governo M5S-Lega, in particolare le manovre di Salvini e dei suoi compari contro immigrati, lavoratori in lotta, antifascisti e antirazzisti (decreto sicurezza bis, ecc.) in continuità con la manifestazione del 30 maggio a Napoli, sull’esempio degli operai del porto di Napoli e di Genova per decidere per chi e per quali interessi i porti debbano essere aperti o chiusi (per i guerrafondai imperialisti o per masse popolari di altri paesi che scappano da guerre economiche e militari imperialiste e approdano a casa nostra?);
- per organizzarsi di più e meglio con la classe operaia e il resto delle masse popolari a organizzarsi di più su propri obiettivi (prendere in mano il governo delle aziende, dei territori e del Paese), facendo ovunque quanto fatto dal candidato calabrese del PC Franco Adamo, cui il Partito dei CARC ha dato indicazione di voto alle europee nella Circoscrizione sud, proseguendo con quanto fatto davanti alla Whirpool a Napoli o in altre aziende con l’obiettivo di costruire organizzazioni operaie, consigli di fabbrica e forme di autogoverno delle aziende per gli operai;
- per rendere concreta e di prospettiva l’aspirazione a rendere i voti raccolti alle europee dal Partito Comunista in militanti del partito, in radicamento dei comunisti tra le masse popolari, nelle città e nei quartieri attraverso lo sviluppo di una politica comune sui vari fronti di lavoro: lavoro, diritti, antifascismo, solidarietà contro la repressione, solidarietà con i popoli che resistono all’imperialismo e dibattito ideologico.
Bando all’attendismo e al disfattismo, rafforziamo la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori e del resto delle masse popolari, il loro coordinamento e la loro volontà di costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Questa la via più concreta e percorribile per avanzare nella costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese.
La Segreteria Federale Campania del Partito dei CARC