Approfittare fino in fondo della situazione politica: cambiare le cose è possibile!

Bisogna forzare con ogni mezzo il governo m5S-Lega ad andare oltre i suoi limiti. E’ un movimento già in atto

In tutti i paesi imperialisti le elezioni di qualunque ordine e grado sono un elemento di instabilità e ingovernabilità, alimentano la crisi politica anziché risolverla (vedi articolo a fianco). Il nostro paese non fa eccezione.

La crisi politica del nostro paese è caratterizzata dalla combinazione di alcuni fattori, in particolare due che sono confermati e rafforzati dall’esito delle elezioni europee del 26 maggio:

  1. I partiti delle Larghe Intese non hanno il consenso elettorale per scalzare il governo M5S-Lega; non hanno la forza per installare un governo alternativo senza rompere anche formalmente, oltre che sostanzialmente, con i riti, le liturgie e le apparenze della democrazia borghese, ma soprattutto non hanno una soluzione di ricambio abbastanza credibile a cui affidare il governo del paese;
  2. M5S e Lega hanno impostato gli ultimi mesi, in particolare il periodo della campagna elettorale, a contrapporsi su qualunque argomento utile a manifestare le reciproche differenze. Le tensioni e le liti sono diretta conseguenza delle difficoltà che il governo incontra nel dare seguito al cambiamento che aveva promesso, infatti: “quando continua le misure delle Larghe Intese, il governo M5S-Lega ha problemi con le masse popolari; quando attua le promesse che ha fatto, ha problemi con i capitalisti e con l’apparato statale (…); le misure antipopolari come il Decreto Sicurezza targato Salvini diventano elemento di scontro sia tra Larghe Intese e governo sia all’interno del governo stesso, suscitano l’iniziativa dei settori popolari colpiti e favoriscono la loro mobilitazione da parte delle forze della sinistra borghese e dei residuati delle Larghe Intese. Le misure favorevoli alle masse popolari restano velleitarie e rachitiche se il governo non fa leva sull’iniziativa dei lavoratori e del resto delle masse popolari, se non si appella ai funzionari onesti, ai magistrati fedeli alla Costituzione del 1948, ai tecnici che hanno a cuore le sorti del paese, ma cerca di attuarle con il consenso dei capitalisti e degli speculatori che comandano tramite l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la NATO, con la collaborazione degli azzeccagarbugli e dei magistrati che lavorano per i violatori della Costituzione e i rapinatori delle masse popolari, con il concorso di alti funzionari educati e formati a servirli che sabotano e boicottano le misure del governo” – da La Voce n. 61 “La nostra iniziativa”.

I risultati delle elezioni del 26 maggio aggravano la crisi politica: il governo nel suo complesso è uscito rafforzato (le percentuali di consenso dei due partiti superano il 51%, al netto dell’alta astensione) e questo da una parte vincola ancora più saldamente M5S e Lega a procedere insieme con il governo Conte, dall’altra costringe soprattutto la Lega a mantenere le promesse e le aspettative di rottura con la UE che è tornata a ostentare.

I prossimi mesi saranno caratterizzati dall’aumento degli appigli per allargare quella breccia che le masse popolari hanno aperto nel sistema politico delle Larghe Intese il 4 marzo 2018 e che con le elezioni europee del 26 maggio hanno consolidato. Una situazione estremamente favorevole alle condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

I limiti del governo M5S-Lega e come forzare per costringerlo a superarli. Per un’analisi accurata e profonda delle caratteristiche e delle contraddizioni del governo M5S-Lega rimandiamo alla Dichiarazione Generale approvata dal V Congresso del P.CARC: essa contiene tutti gli elementi necessari a inquadrare il contesto. Su Resistenza abbiamo trattato con continuità gli aspetti salienti e per motivi di spazio non li ripetiamo in termini generali in questa occasione, facciamo un ragionamento che usa esempi pratici.

Il Decreto Dignità, Quota 100 e Reddito di Cittadinanza sono misure in controtendenza con il programma comune della borghesia imperialista, ma da sole non bastano e pongono il governo M5S-Lega di fronte al problema di “andare oltre” per affrontare efficacemente gli effetti della crisi. Allo stesso tempo, però, su molte delle questioni più urgenti che riguardano la classe operaia e le masse popolari il governo o non ha preso misure o le ha annunciate per rimandarle di continuo: “A quasi un anno di distanza dall’insediamento del governo M5S-Lega, non è stato fatto alcun passo avanti verso la salvaguardia e tanto meno verso il rilancio dell’Alitalia. La stessa cosa vale per la stragrande maggioranza delle aziende che erano in crisi un anno fa. Fare il nome di alcune sarebbe nascondere quello delle altre, tante sono le aziende chiuse, delocalizzate, spezzettate, ridotte, vendute a gruppi finanziari stranieri o finti tali, comunque sulla via della morte lenta, tanti sono i lavoratori e i giovani ridotti a lavori precari, alla disoccupazione e ad arrangiarsi, senza speranza di un lavoro utile e dignitoso! (…) Il governo M5S-Lega (…) Non si è dato da fare per mobilitare e organizzare i lavoratori, i disoccupati, i pensionati! La responsabilità del governo M5S-Lega consiste nell’aver promesso alle masse popolari di porre fine ai disastri causati dai governi delle Larghe Intese (PD-Berlusconi) con alcuni ammortizzatori sociali (come il Reddito di Cittadinanza) più generosi di quelli dei governi precedenti e con altre misure di buona volontà, in qualche misura presenti nei recenti decreti (Decreto Dignità, ecc.) patrocinati dal M5S e in alcuni casi anche dalla Lega. In realtà, per cambiare il corso delle cose e porre fine al degrado generale del paese ci vuole ben altro. Tanto meno servono le misure poliziesche patrocinate dalla Lega di Matteo Salvini contro immigrati, lavoratori in lotta, occupanti di case, disoccupati e le altre vittime più colpite dal degrado generale del paese e dalle imprese criminali compiute dalla NATO e dai grandi gruppi finanziari e industriali nei paesi oppressi, in primo luogo in Africa, in Asia e in America Latina. Le vittime delle frane, delle alluvioni e dei “disastri naturali” causati dall’incuria delle Pubbliche Autorità e dalla devastazione del paese (il ponte Morandi di Genova sfruttato dai Benetton fino al collasso è solo il caso più clamoroso) non traggono alcun beneficio dalle sparate di Salvini. In questa situazione, il “prima gli italiani!” in bocca a Salvini è solo demagogia e presa in giro” – dal Comunicato della Direzione Nazionale del 20 maggio 2019 “Ai lavoratori del trasporto aereo in sciopero”.

Eccoci al dunque: chi vuole davvero cambiare le cose deve forzare il governo ad andare oltre i propri limiti e sostenere, appoggiare, incoraggiare chi lo forza. Questo significa “allargare la breccia” in questa fase:

spingere, fino a dove si riesce ad arrivare, il governo M5S-Lega e i suoi esponenti ad appoggiarsi sulle masse popolari per realizzare il cambiamento che hanno promesso e in nome del quale hanno raccolto voti. Ciò è possibile principalmente tramite l’iniziativa e la mobilitazione delle organizzazioni operaie e popolari; tramite la nostra azione diretta (incitamento, critica, incalzo, denuncia) su ministri e parlamentari del M5S e della Lega; tramite la nostra azione diretta sugli attivisti ed elettori del M5S e della Lega; tramite la nostra azione (valorizzazione, mobilitazione, incalzo) sugli esponenti progressisti della società civile, gli amministratori locali, gli esponenti politici e sindacali della sinistra borghese a sostegno delle vertenze e delle mobilitazioni delle masse popolari;

portare le masse popolari a organizzarsi di più (quindi moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari, rafforzarle e coordinarle): alcune per fare pressione sul governo M5S-Lega affinché traduca in misure le promesse favorevoli alle masse che ha fatto; altre per attuare direttamente, ovunque ne hanno la forza, quelle promesse che il governo non traduce in misure pratiche; altre ancora per far diventare “operazioni dal basso”, attraverso la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari, le misure concepite dagli esponenti del governo solo come “operazioni dall’alto”; infine alcune per opporsi alle misure antipopolari del governo M5S-Lega senza restare sul terreno della denuncia e delle iniziative di opinione, ma in modo da sviluppare la loro organizzazione e mobilitazione e da elevare la loro coscienza. A seconda del livello di partenza delle masse popolari con cui abbiamo a che fare, dobbiamo fare leva su una cosa o sull’altra: dalla stesura e pubblicazione di lettere-petizioni alle iniziative come quelle degli operai della Bekaert, dei licenziati politici di Pomigliano, di Camping CIG di Piombino, ecc.

Il movimento che spontaneamente (cioè senza che i promotori se lo siano posto come obiettivo) allarga la breccia è già dispiegato e ampio, ben più di quello che noi della Carovana del (nuovo)PCI riusciamo a suscitare direttamente; a noi comunisti il compito di farlo confluire nel movimento pratico per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Chiunque forza sul governo e lo costringe a fare cose che non aveva intenzione di fare contribuisce a questo movimento pratico.

Oltre i limiti del governo M5S-Lega. Le iniziative, le mobilitazioni, il movimento complessivo della classe operaia e delle masse popolari in questa fase deve procedere su due binari: uno, come abbiamo illustrato, è forzare in ogni modo il governo per costringerlo a fare, negli interessi delle masse popolari, anche ciò che non è convinto e non vuole fare; l’altro, combinato e di pari importanza, è usare l’opposizione al governo M5S-Lega dei partiti delle Larghe Intese, ma resistere a ogni loro tentativo di scalzarlo per tornare in sella, per tornare al governo del paese.

L’esperienza del governo M5S-Lega sta dimostrando chiaramente che invertire la rotta imposta dai governi delle Larghe Intese con l’attuazione del programma comune della borghesia è possibile, ma anche che per fare fronte efficacemente agli effetti della crisi, per avanzare nella conquista della sovranità nazionale, per difendere l’apparato produttivo e per impedire privatizzazioni e speculazioni sui servizi pubblici è necessario un governo che sia disposto a usare pienamente e fino in fondo la forza della classe operaia e delle masse popolari per rompere con i capitalisti italiani e stranieri e con la loro Comunità Internazionale. Dirigere le masse popolari organizzate a costituire questo governo, il Governo di Blocco Popolare, è il compito immediato dei comunisti in questa fase.

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