A proposito di quello che insegna il risultato delle elezioni europee e delle elezioni amministrative in Toscana, in particolare a Firenze, anche se la propaganda di regime vanta la vittoria dei partiti delle Larghe Intese la realtà dice tutt’altro!
Per l’analisi dei risultati delle elezioni europee si rimanda alla dichiarazione di Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P.CARC: “Usiamo l’esito delle elezioni europee per rafforzare la lotta per il Governo di Blocco Popolare!”. Per quanto attiene alla Toscana, andiamo con ordine.
- Rispetto ai risultati delle elezioni europee e amministrative a Firenze, facendo un confronto tra:
– i dati delle amministrative del 2014 e quelli delle amministrative del 26 maggio 2019
– i dati delle europee del 2014 e quelli delle europee del 26 maggio 2019
– tenendo conto che l’affluenza sia alle elezioni europee che alle elezioni amministrative è stata più alta rispetto a quella delle elezioni europee e amministrative del 2014
si riscontra che anche a Firenze si è acuita la distanza tra le masse popolari e il sistema politico delle Larghe Intese.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative Dario Nardella è passato da:
– 111 mila (59,1%) a 109 mila voti (57,05) perdendo un migliaio di voti
– il PD è passato da circa 86 mila (47,2%) a 77 mila voti (41,2%) perdendo quasi 10 mila voti.
Per quanto riguarda le elezioni europee il PD è passato da 109 mila (57,5%) a 84 mila voti (43,7) perdendo circa 25 mila voti.
Questa breve analisi smentisce la tanto strombazzata vittoria elettorale del PD (nonostante l’annunciato rientro di Enrico Rossi) e di Dario Nardella il cui consenso non è affatto cresciuto: in realtà ha “tenuto botta” in una città che a livello nazionale rappresenta l’ultima spiaggia del sistema politico e clientelare del “giglio magico renziano”.
I numerosi tentativi di presentarsi come l’anti-Salvini, il difensore dei valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo non sono bastati a cancellare, agli occhi delle masse popolari, anni e anni di connivenzatra Nardella e il suo partito con gli scimmiottatori del fascismo (Casa Pound, Forza Nuova e Co.) e di criminalizzazione dal movimento popolare e antifascista fiorentino.
Nardella che ha promesso “fuoco e fiamme” contro il Decreto Sicurezza di Salvini, è lo stesso che ha fatto sgomberare le case occupate, che ha introdotto le zone rosse e aumentato il numero di telecamere in città: è il degno compare di Minniti e Renzi nella politica repressiva contro gli immigrati.
Insomma, il Sindaco di Firenze, come i suoi compari Rossi, Bersani, Dalema, ecc. rappresenta l’antifascismo padronale (a parole si dicono antifascisti ma nei fatti hanno promosso lo sdoganamento di Casa Pound, Forza Nuova, ecc. li hanno protetti e coltivati). Sono coloro che da quando si è insediato il Governo M5S-Lega gridano al pericolo fascista, alla deriva autoritaria, quando fino a oggi hanno violato e infangato la Costituzione Antifascista. Appartengono a pieno titolo alle Larghe Intese che in questi anni hanno abolito i diritti dei lavoratori, le pensioni, smantellato il sistema sanitario nazionale e privatizzato i servizi pubblici: sono quelli della Fornero e del Jobs Act! La falsa-difesa dei diritti civili è l’unico drappo che rimane loro per riguadagnarsi un consenso che sistematicamente gli sfugge.
Al di là delle finalità con cui i partiti delle Larghe Intese promuovono, sostengono e usano i sentimenti antifascisti delle masse popolari il fermento e il sommovimento che queste mobilitazioni generano nel paese sono un fattore positivo. Noi comunisti sosteniamo e promuoviamo l’organizzazione di quanti oggi si attivano contro gli scimmiottatori del fascismo, contro Salvini e le misure anti-popolari del Governo M5S-Lega.
In ogni città irrompe il legame con la Resistenza, si afferma il rifiuto della mobilitazione reazionaria e delle organizzazioni fasciste, si manifesta il protagonismo popolare e in molti casi, dalle parole si passa ai fatti!
È una ribellione sana, da sostenere, da sviluppare e da coordinare.
- Per quanto riguarda il M5S alle elezioni amministrative ha raccolto circa 13 mila voti (6,6%) contro i 17 mila (9,5%) ottenuti in quelle del 2014. Per quanto riguarda le elezioni europee è passato da 24 mila (12,7%) a 19 mila voti (l 9,7%).
Le giravolte su alcune promesse elettorali (es. TAP, TAV, nazionalizzazione e difesa delle aziende, lotta al precariato, non sottomissione all’UE e alla BCE, ecc.), che erano velleitarie perché non solo non si è dato i mezzi per attuarle (ossia la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, cioè di chi ha interesse ad attuarle e ha la forza per far fronte agli attacchi e al boicottaggio dei padroni e dei gruppi imperialisti che sono danneggiati dalla loro attuazione), ma anzi ha cercato di conciliare interessi inconciliabili (tra lavoratori e padroni, tra cittadini e speculatori, tra ambiente e grandi opere speculative); il suo legalitarismo (che è difesa della legalità per i capitalisti e per i ricchi e sottomissione alle leggi e alle prassi del sistema di potere vigente nella Repubblica Pontificia, nell’UE e nella NATO); il suo conciliatorismo (le mezze misure, la politica dei piccoli passi, la sostanziale sottomissione agli interessi dei capitalisti e alle “ferree regole” del capitalismo: profitto e proprietà privata sopra tutto) hanno portato in pochi mesi al distacco di milioni di persone che li avevano votati. La lezione che gli attivisti del M5S devono trarre dai risultati elettorali è che per attuare quanto hanno promesso devono legarsi alle masse popolari, sostenere le loro rivendicazioni, alimentare la loro mobilitazione, usare i mezzi a loro disposizione per estenderla e rafforzarla, sfidare le minacce della Lega e delle Larghe Intese, tenere testa ad esse, combattere dentro e soprattutto fuori dai palazzi delle Istituzioni.
Come Partito dei CARC abbiamo deciso di dare indicazione di voto a Firenze al candidato sindaco del M5S per il ruolo che il movimento oggettivamente ha nella rottura della succesione dei governi delle Larghe Intese che per quarant’anni hanno governato il nostro paese (a proposito delle indicazioni di voto della Federazione Toscana del Partito dei CARC si rimanda al comunicato della Segreteria Federale Toscana del Partito dei CARC). Noi comunisti lavoriamo per spingere gli esponenti e i militanti del M5S ad appoggiarsi sulle masse popolari per realizzare il cambiamento che hanno promesso.
- Per quanto riguarda i partiti della sinistra anti Larghe Intese e anti UE La Sinistra, alle elezioni europee del 26 maggio ha raccolto 7 mila voti (3,7%) mentre alle elezioni europee del 2014 la stessa area di riferimento rappresentata dall’Altra Europa con Tsipras raccolse circa 17 mila voti (8,9%), quindi c’è stata una perdita di quasi 10.000 voti.
Alle elezioni amministrative la lista di Antonella Bundu (composta da Firenze città Aperta, Sinistra Italiana e Potere al Popolo) ha raccolto 14 mila voti (7,2%) e nel 2014 la coalizione di sinistra (composta da: SEL, Firenze a Sinistra, Rifondazione Comunista) totalizzò all’incirca lo stesso risultato (7,9%).
Questo è un risulato positivo che dimostra l’esistenza di una base di compagni e compagne che aspirano al cambiamento e al miglioramento della società.
- Per quanto riguarda il Partito Comunista salutiamo positivamente il risultato elettorale ottenuto in Toscana sia alle elezioni europee (31.425 voti), sia alle elezioni amministrative a Firenze dove ha ottenuto 1.358 voti (0,71%) e che indica la presenza di alcune decine di migliaia di persone che hanno la falce e martello nel cuore, che si dichiarano comunisti, che aspirano al socialismo.
Ai compagni del Partito Comunista, a coloro che lo hanno votato ma anche a coloro che hanno votato altre forze politiche e che aspirano sinceramente al cambiamento della società proponiamo quanto il (n) PCI ha scritto nel CC/10 del 27 maggio 2019: “Quello che insegna l’esito delle elezioni europee del 26 maggio e le conclusioni che i comunisti devono tirarne”: “(…) Il partito comunista diventa grande e forte se elabora una strategia giusta e la porta alle masse popolari in modo che esse la attuino. Un partito che fa propaganda e aspetta che le masse capiscano e vengano al partito, non ha futuro. Siamo in una fase di passaggio della nostra storia e il progresso in ultima istanza dipende dalla rinascita del movimento comunista, dal consolidamento e rafforzamento del partito comunista, dalla capacità degli organismi e dei membri del partito di tradurre nel particolare e applicare nel concreto la linea del Partito. La linea non la si inventa: è dettata dalle condizioni oggettive del paese e dalla sua storia e la scopriamo studiandole con il materialismo dialettico. In questa fase la linea si riassume nel creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.
Protestare contro i vertici della Repubblica Pontificia (RP), contro i loro governi, contro l’UE e la NATO è utile, perché sviluppa la coscienza che il rimedio al marasma attuale è l’instaurazione del socialismo (il potere degli operai e dei lavoratori organizzati, la confisca dei grandi mezzi di produzione e la gestione pubblica e pianificata dell’economia del paese, l’universale partecipazione delle masse popolari alle attività politiche e culturali) e rafforza l’organizzazione delle masse popolari. Rivendicare dai vertici della RP e dai loro governi diritti, beni e servizi è utile, perché mobilita e trascina alla lotta per instaurare il socialismo anche le parti arretrate delle masse popolari, non ancora abituate a organizzarsi e a lottare. Ma l’unica via efficace per cambiare il corso delle cose è la costituzione del GBP: in questo dobbiamo far confluire ogni lotta. La costituzione del GBP immette le masse popolari in un processo pratico di governo della società, accelera la rinascita del movimento comunista e porta a un livello superiore la lotta per instaurare il socialismo.
Per farlo, un aspetto è decisivo: bisogna mettersi nell’ottica di condurre una vera e propria “guerra di posizione” e costruire collettivi di lavoratori, di cassaintegrati o di disoccupati decisi a vincere e che si pongono come centro di organizzazione e mobilitazione degli altri lavoratori, cassaintegrati o disoccupati. Navigare a vista, improvvisare e muoversi sulla spinta degli eventi oppure delegare ad altri la soluzione del problema (affidandosi al politicante di turno o dando “carta bianca” al sindacato), porta alla sconfitta”.
- Per quanto riguarda il resto della Toscana, molte città andranno al ballottaggi (da Livorno, passando per Pontedera fino a Piombino) e in alcune si sono affermate amministrazioni di centro-destra.
Anche ai disfattisti che lamentano il rafforzamento della destra e la “montante marea nera” (anche nella “rossa Toscana”) proponiamo una breve analisi del voto (su base regionale):
– alle europee del 2014 Forza Italia raccolse 222 mila voti (11,7%), la Lega 48 mila (2,5%) e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale 61 mila (3,2%)
– alle europee 2019 Forza Italia ha raccolto 92 mila voti (4,9%), Fratelli d’Italia 57 (3%) la Lega circa 588 mila (31,5%).
Il risultato della Lega è quindi combinazione di due aspetti:
-dello spostamento di politicanti del centro-destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, verdiniani, ecc.) verso la Lega con il conseguente travaso del loro bacino di clientele e di voti
-di un consenso guadagnato sulla base della “riverniciata” che il partito si è dato con la sua politica (a parole) anti-Larghe Intese e anti-UE (migranti e chiusura porti) e premendo sulla propaganda reazionaria, nazionalista e razzista (“prima gli italiani”, “basta immigrazione”, “padroni a casa nostra”, ecc.), di salvaguardia degli interessi dei capitalisti e dei ricchi (affari, illegalità e sicurezza) e con il suo ramificato sistema di potere costruito partecipando per anni a pieno titolo all’attuazione del “programma comune” della borghesia imperialista e al governo di importanti Regioni del nostro Paese.
- In conclusione
I risultati delle elezioni europee e amministrative, anche in Toscana dimostrano che la ribellione cova ovunque: le masse popolari cercano di far fronte al degrado creato dalla borghesia imperialista, di resistere, di non essere travolte! In alcuni casi questa resistenza ha acquistato già forma organizzata (comitati, associazioni, sindacati, reti, ecc.) e in altre l’organizzazione ancora non prende forma solo perché manca chi si pone alla testa della sua promozione (il voto al Governo M5S-Lega, così come l’affermazione della Lega a livello europeo e amministrativo, è una manifestazione di questa resistenza sul terreno elettorale). Dimostrano che le masse popolari non hanno più fiducia nei partiti delle Larghe Intese che per quarant’anni hanno governato il nostro paese (il Partito Democratico e il Partito di Berlusconi) attuando lo stesso programma, il programma di lacrime e sangue della borghesia imperialista. Dunque, chi vuole porre fine all’attuale corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista deve diventare promotore dell’organizzazione delle masse popolari.
Silvia Fruzzetti,
Segretaria della Federazione Toscana del Partito dei CARC