- Leggi il Comunicato della Direzione Nazionale sulle indicazioni di voto
Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del Partito dei CARC
Un primo commento a caldo
Bando all’attendismo e al disfattismo!
Usiamo l’esito delle elezioni europee per rafforzare la lotta per il Governo di Blocco Popolare!
L’esito delle elezioni europee conferma che la crisi del sistema politico e sociale borghese si aggrava in ogni paese e a livello internazionale e ovunque crescono l’insofferenza, l’indignazione e la resistenza delle masse popolari; che la borghesia imperialista, la sua Comunità Internazionale e le sue istituzioni (UE, BCE, ecc.) incontrano sempre più difficoltà a governare i contrasti di classe nei vari paesi e a gestire le elezioni; che continua inesorabilmente la svolta politica in corso in tutti i principali paesi imperialisti a partire dal 2016 con la connessa crisi del sistema di governo dei partiti e degli esponenti delle Larghe Intese che aveva governato per quarant’anni (1976-2016).
La prima forma di distacco tra masse popolari e sistema di potere dell’UE è data dall’astensionismo: la partecipazione al voto nei principali paesi rimane intorno al 50%.
La seconda forma è che in diversi paesi (a partire dalla Gran Bretagna alla presa con la Brexit, Francia, Italia e in altri) hanno vinto le elezioni e si sono affermati partiti che (almeno a parole) sono antiUE e contro la politica della BCE: questo indebolirà le istituzioni dell’UE (Commissione Europea e Banca Centrale Europea in primis che, ricordiamo, non sono elette dal parlamento europeo che risulterà dalle votazioni di ieri), alimentando così una situazione di maggiore ingovernabilità nelle stesse istituzioni europee e nei governi dei vari paesi.
La terza forma è che i partiti delle Larghe Intese (l’equivalente di PD e FI in Italia, presenti nei vari paesi) hanno subito flessioni e in alcuni paesi un vero tracollo (le Larghe Intese tedesche perdono il 20%). In diversi paesi aumentano i voti i partiti verdi-ecologisti (i verdi tedeschi diventano il secondo partito) a dimostrazione della ricerca esistente anche tra le forze della sinistra borghese di una diversa gestione (non capitalista basata sul profitto e lo sfruttamento senza regole di uomini e ambiente) delle risorse e del pianeta
La quarta forma è che i tentativi dei governi della sinistra borghese di conciliare interessi inconciliabili (borghesia imperialista e masse popolari, UE/BCE e popolazione di un singolo paese) portano al ritorno della destra: Tsipras, che ha attuato il programma di completa sottomissione all’UE in Grecia, subisce una sonora sconfitta e ha preparato il terreno per il ritorno della vecchia destra che aveva scalzato dal governo nel 2015.
Per quanto riguarda il nostro paese, l’esito delle elezioni europee ci offre diversi insegnamenti su come agire verso il governo M5S-Lega non per tornare alle Larghe Intese (come ha fatto Tsipras) ma per andare oltre, verso il governo di emergenza delle masse popolari organizzate. Vediamo in dettagli l’esito del voto di ieri.
Partecipazione al voto: in Italia ha votato il 56,1% degli elettori (alle elezioni europee del 2014 il 58,7%, alle politiche del 2018 il 73%).
Esito del voto:
- il governo M5S-Lega mantiene la maggioranza dei voti (51%), ma con rapporti invertiti tra le due forze di governo rispetto alle politiche di un anno fa (34% la Lega e 17% il M5S);
- il M5S di Di Maio subisce una sonora sconfitta rispetto alle politiche del 2018 (aveva avuto il 32,7% dei voti) e perde anche più di un milione di voti rispetto alle europee del 2014, dove aveva avuto il 21%. Le giravolte su alcune promesse elettorali (es. TAP, TAV, nazionalizzazione e difesa delle aziende, lotta al precariato, non sottomissione all’UE e alla BCE, ecc.), che erano velleitarie perché non solo non si è dato i mezzi per attuarle (ossia la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, cioè di chi ha interesse ad attuarle e ha la forza per far fronte agli attacchi e al boicottaggio dei padroni e dei gruppi imperialisti che sono danneggiati dalla loro attuazione), ma anzi ha cercato di conciliare interessi inconciliabili (tra lavoratori e padroni, tra cittadini e speculatori, tra ambiente e grandi opere speculative); il suo legalitarismo (che è difesa della legalità per i capitalisti e per i ricchi e sottomissione alle leggi e alle prassi del sistema di potere vigente nella Repubblica Pontificia, nell’UE e nella NATO); il suo conciliatorismo (le mezze misure, la politica dei piccoli passi, la sostanziale sottomissione agli interessi dei capitalisti e alle “ferree regole” del capitalismo: profitto e proprietà privata sopra tutto) hanno portato in pochi mesi al distacco di milioni di persone (6 milioni) che li avevano votati un anno fa (alcuni milioni si sono astenuti, in particolare nelle regioni meridionali, e altri milioni hanno rivotato il PD o hanno votato la Lega);
- la Lega di Salvini “dandosi una riverniciata” con la sua politica anti Larghe Intese e antiUE (migranti e chiusura porti) e premendo sulla propaganda reazionaria, nazionalista e razzista (“prima gli italiani”, “basta immigrazione”, “padroni a casa nostra”, ecc.), di salvaguardia degli interessi dei capitalisti e dei ricchi (affari, illegalità e sicurezza) e con il suo ramificato sistema di potere costruito partecipando per anni a pieno titolo all’attuazione del “programma comune” della borghesia imperialista e al governo di importanti Regioni (Lombardia, Veneto, Liguria), ha vinto le elezioni europee con il 34,3% dei voti guadagnando 1,5 milioni di voti rispetto a un anno fa (alle politiche aveva avuto il 17,3% dei voti) e ben 7,5 milioni rispetto alle europee del 2014 (quando aveva ottenuto solo il 6,1% dei voti).
Per quanto riguarda i partiti delle Larghe Intese (quelli pro UE: Partito Democratico e Forza Italia) e stretti alleati:
- il Partito Democratico di Zingaretti ha preso il 22,7% dei voti, ma in sostanza mantiene i 6 milioni di voti di un anno fa (con cui alle politiche del 2018 si era aggiudicato il 18,7% dei voti) e rispetto alle europee del 2014 (lo strombazzato 40,8%) ha perso 5 milioni di voti;
- +Europa-Italia in comune (Bonino e Pizzarotti) con il 3,1% (820mila voti, lo stesso numero di voti raccolti alle politiche del 2018 solo da + Europa) non raggiunge il quorum;
- Forza Italia di Berlusconi con l’8,8% dei voti subisce un ulteriore tracollo rispetto alle politiche del 2018 (dove aveva avuto il 14%) e rispetto alle precedenti europee (in cui aveva avuto il 16,8%) ha perso 2,3 milioni di voti;
- Fratelli D’Italia aumenta i voti rispetto alle politiche del 2018 (ha avuto il 6,4%, nel 2018 aveva avuto il 4,4%), rispetto alle precedenti europee ha guadagnato 700mila di voti (nel 2014 aveva avuto il 3,7% dei voti).
Per quanto riguarda CasaPound e Forza Nuova, i gruppi dichiaratamente o in qualche misura antiUE e per la sovranità nazionale della destra reazionaria (scimmiottatori del fascismo del secolo scorso), hanno subito un tracollo: CasaPound ottiene 88mila voti (0,33%), alle politiche di un anno fa ne aveva avuti 330mila (0,95%), mentre Forza Nuova ha raccolto 40mila voti (0,15%).
Per quanto riguarda i partiti della sinistra anti UE derivante dalla disgregazione del vecchio movimento comunista:
- La Sinistra (PRC e Sinistra Italiana) ha subito l’ennesima disfatta elettorale, con l’1,7% dei voti (464mila) non ha raggiunto il quorum; nelle politiche del 2018 le due forze si presentavano in altri due gruppi (il PRC in Potere al Popolo, che aveva avuto l’1,1%, Sinistra Italiana in Liberi Uguali, che aveva avuto il 3,4%); alle europee del 2014 erano presenti con la Lista Altra Europa con Tsipras, che aveva avuto il 4.04% e 1,1milioni di voti;
- il Partito Comunista (PC), che si è presentato in tutte le regioni con la falce e martello e affermando chiaramente l’irriformabilità dell’UE e la necessità della “rivoluzione proletaria che, abbattendo il capitalismo, apra la strada del riscatto dell’umanità”, ha ottenuto 233mila voti (0,9%); alle politiche del 2018 il PC era presente in 14 regioni (in 36 su 63 collegi per la Camera e in 19 su 32 collegi per il Senato, poco meno del 60% dei collegi totali) e aveva raccolto circa 110 mila voti.
I voti del PC indicano che nel nostro paese ci sono alcune centinaia di migliaia di persone che votano comunista (ma ce ne saranno almeno altrettante che non hanno votato o che hanno votato La Sinistra o altri partiti), che si dichiarano comunisti e che aspirano al socialismo.
Questa è la base rossa da cui partiamo per costruire le condizioni necessarie a farla finita con la borghesia e instaurare il socialismo.
Ai compagni della base rossa, ai lavoratori, alle donne e ai giovani che vogliono farla finita con il corso disastroso delle cose ribadiamo quanto detto al nostro V Congresso del gennaio 2019 e che l’esito delle elezioni europee conferma appieno:
“La grossa differenza di M5S e Lega rispetto ai partiti delle Larghe Intese è che il consenso che raccolgono tra le masse popolari è labile, aleatorio, perché non è fondato sulle clientele e sulle eredità ideologiche del passato (per dirla terra terra: la fede in dio o l’aspirazione al comunismo su cui si fondava il consenso di partiti come la DC e il PCI), ma è basato su promesse immediate e concrete, per cui o le attuano o perdono rapidamente il consenso.
M5S e Lega hanno fatto molte promesse e i voti li hanno avuti per cambiare le cose a favore delle masse popolari, ma le aziende sono ancora in mano ai capitalisti che le dirigono per fare profitti non per ‘l’utilità sociale’ scritta nella Costituzione del 1948, le delocalizzano nei paesi dove pagano meno gli operai e inquinano più liberamente, licenziano, rendono precari i lavoratori. La Pubblica Amministrazione è ancora in mano a persone selezionate per servire i poteri forti. La NATO, l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale, l’oligarchia finanziaria titolare del Debito Pubblico dettano ancora legge, anche se il nuovo governo proclama l’indipendenza e la sovranità del popolo scritte nella Costituzione del 1948. Salvini cerca di fare degli immigrati i capri espiatori della miseria del nostro paese, ma sono proprio i gruppi imperialisti della NATO e dell’Unione Europea che costringono gli immigrati a lasciare i loro paesi, a venire in Italia e negli altri paesi europei ad occupare i gradini più bassi della società, ad aggiungere disoccupati a disoccupati, lavoratori precari a lavoratori precari, lavoratori in nero a lavoratori in nero, emarginati a emarginati.
Questo stringe il nuovo governo in una morsa che lo rende provvisorio, perché è alle prese con il compito impossibile di ‘salvare capra e cavoli’: soddisfare le classi dominanti (capitalisti protesi ognuno a valorizzare il loro capitale nonostante la crisi: quindi il loro programma è quello che il sistema delle Larghe Intese realizzava) e la loro Comunità Internazionale con il cui consenso si è costituito e realizzare le promesse che ha fatto, o almeno far credere che le sta realizzando per non inimicarsi le masse popolari che lo hanno votato” (https://www.carc.it/2015/05/07/dichiarazione-generale/).
Bando all’attendismo e al disfattismo, rafforziamo la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori e del resto delle masse popolari, il loro coordinamento e la loro volontà di costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare.
Sta a noi comunisti valorizzare e allargare il movimento di resistenza spontaneo delle masse popolari che la crisi del capitalismo genera e che si manifesta anche con l’esito del voto di ieri, con l’astensione di massa alle elezioni, con gli scioperi e le manifestazioni.
Noi comunisti dobbiamo usare l’esito del voto delle elezioni europee, lo smarrimento che crea tra le forze borghese (in particolare tra le forze delle Larghe Intese) e l’ingovernabilità che provocano nelle istituzioni e nei governi del nostro e degli altri paesi europei per allargare sempre di più la breccia tra le masse popolari e il sistema di potere delle Larghe Intese.
Dobbiamo raccogliere e trasformare la demoralizzazione di quei compagni che hanno votato le forze della sinistra borghese e incanalare la parte più attiva e decisa nella lotta per il socialismo.
Dobbiamo valorizzare e organizzare i lavoratori, i giovani e in particolare le centinaia di migliaia di compagne e compagne della base rossa a lottare con maggiore determinazione
– per contrastare in maniera via via più organizzata e più ampia le misure reazionarie e antipopolari del governo M5S-Lega, in particolare le manovre di Salvini e dei suoi compari contro immigrati, lavoratori in lotta, antifascisti e antirazzisti (decreto sicurezza bis, ecc.);
– per spingere gli esponenti e i militanti del M5S ad appoggiarsi sulle masse popolari per realizzare il cambiamento che hanno promesso e in nome del quale hanno raccolto voti nel 2018, voti che oggi hanno perso per scarsità di risultati (non sono le masse che sono arretrate, è il M5S che è arretrato di fronte agli interessi e alle pretese della casta!);
– per portare le masse popolari e la base rossa a organizzarsi di più sui propri obiettivi (prendere in mano il governo delle aziende, dei territori e del Paese) e per sviluppare una politica comune sui vari fronti di lavoro (lavoro, diritti, antifascismo, solidarietà contro la repressione, solidarietà con i popoli che resistono all’imperialismo),
– per portare le masse a rendersi conto per loro esperienza diretta che esse devono prendere il posto del governo M5S-Lega con un proprio governo d’emergenza. La costituzione del Governo di Blocco Popolare sarà l’avvio dell’impresa che non solo restituirà la sovranità nazionale alle masse popolari italiane, ma aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e quindi creerà il contesto internazionale di cui le masse popolari italiane hanno bisogno sia per resistere alle aggressioni e al boicottaggio della Comunità Internazionale sia per portare a compimento l’impresa di farla finita con la crisi generale del capitalismo.
Usare anche l’esito delle elezioni europee per avanzare nella lotta per la sovranità nazionale che è reale ed efficace solo se combinata con la lotta per instaurare il Governo di Blocco Popolare e il socialismo!
Instaurare il socialismo è l’unica effettiva, realistica e possibile strada per farla finita con la crisi del capitalismo. Il malcontento, l’insofferenza, l’indignazione e la rivolta delle masse popolari sono il terreno spontaneo su cui noi comunisti possiamo e dobbiamo far crescere la rivoluzione socialista.
È impossibile instaurare il socialismo senza lottare per la sovranità nazionale!
Per l’Italia oggi la lotta per la sovranità nazionale è reale ed efficace solo se combinata con la lotta per instaurare il socialismo!
È impossibile trasformare il sistema delle relazioni internazionali in un sistema mondiale di scambio, collaborazione e solidarietà tra i popoli senza sovranità nazionale!