Una premessa in cinque punti
1. Tra le masse popolari di tutti i paesi europei, vittime dell’UE, crescono l’insofferenza, il malcontento e la ribellione non solo contro le singole misure di rapina, ma contro l’esistenza stessa dell’UE. Di questa insofferenza si fanno portavoce sia gruppi di destra (“lavoratori e padroni dello stesso paese uniti nella lotta contro il resto del mondo”) sia gruppi di sinistra (con parole d’ordine perfino vagamente socialiste e comuniste) sia gruppi “di buona volontà” (che sono per attenuare un po’ le misure peggiori imposte dall’UE, in Italia con la collaborazione dei governi PD e Berlusconi); con questa insofferenza devono fare i conti anche i partiti e gli esponenti politici dei gruppi imperialisti (come nel nostro paese gli Agnelli-Elkann, i Pirelli, i De Benedetti, i Colaninno, i Benetton, ecc.) che hanno creato l’UE per rapinare più e meglio le masse popolari in Europa e nel mondo. Non fermarsi ai programmi, ma valutare in base a quello che liste e candidati hanno fatto e fanno nel nostro paese!
2. L’UE è un organismo composto da un insieme di istituzioni e costituito dai gruppi imperialisti europei allo scopo di
– dirigere i governi dei singoli paesi e ridurli ad agenzie locali del sistema finanziario internazionale,
– eliminare le conquiste strappate dalle masse quando il movimento comunista era forte, mettendo “al riparo” dall’opposizione popolare le autorità dei singoli paesi.
“Le istituzioni politiche formate nei singoli paesi dopo la Seconda Guerra Mondiale dovevano cedere alle nuove istituzioni dei gruppi imperialisti la sovranità che in ognuno dei singoli paesi la costituzione (“sovietica” a detta di Berlusconi e della Loggia P2 di Gelli, “troppo democratica” a detta dei soci del club Bilderberg) assegnava e ufficialmente ancora assegna al popolo. Ovviamente in queste nuove istituzioni ogni gruppo imperialista conta per il capitale di cui dispone e per le combinazioni che riesce a creare. In ogni paese i gruppi imperialisti hanno promosso questa cessione di sovranità di loro iniziativa, ma con il tacito consenso delle principali forze politiche del paese, a conferma che i partiti che organizzavano la massa dei lavoratori erano o traditori o inetti. In Italia i gruppi imperialisti avevano avviato il processo già nel 1981 con la manovra ordita privatamente e silenziosamente da Ciampi (governatore della Banca d’Italia) e da Andreatta (ministro del Tesoro del governo Craxi-Andreotti-Forlani), manovra che viene ricordata come “divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia”. Con un accordo tra queste due istituzioni, mai discusso e tanto meno approvato in sede pubblica, il governo italiano cedeva la gestione della moneta alla Banca d’Italia, in sostanza ai gruppi imperialisti. Con esso i gruppi imperialisti non avevano più neanche bisogno di mettere insieme una maggioranza politica che approvasse le loro decisioni.
Con la creazione delle varie istituzioni dell’UE e in particolare della Banca Centrale Europea i gruppi imperialisti europei sancirono il loro potere a scapito della sovranità popolare dei singoli paesi. Ogni volta che in uno dei paesi la decisione è stata sottoposta a referendum, l’esito è stato contrario alla decisione dei gruppi imperialisti, ma essi hanno proceduto imperterriti a conferma che la democrazia borghese nasconde i rapporti di potere reali: sono i capitalisti a comandare. I governi dei singoli paesi sono diventati organi locali esecutori delle decisioni delle istituzioni dell’UE” (Dichiarazione Generale approvata dal V Congresso del P.CARC). Proporsi di riformare l’UE assegnando più poteri al Parlamento Europeo o con un qualche altro cambiamento nelle relazioni tra le istituzioni dell’UE è come cercare di raddrizzare un albero storto! L’UE non si riforma, va sovvertita: il primo paese che rompe le catene dell’UE e della Comunità Internazionale, mostra la strada e apre la via anche alle masse popolari degli altri paesi!
3. “Per la borghesia imperialista la seconda crisi generale del capitalismo assume la forma di lotta per la supremazia mondiale: far fronte alla crisi generale del capitalismo per la borghesia imperialista oggi significa eliminare ostacoli e concorrenti in campo finanziario, monetario, industriale, politico e militare, perché ogni gruppo imperialista vede l’ostacolo alla valorizzazione del suo capitale (quindi la fonte della sua crisi) non nella crisi generale del capitalismo, ma nelle attività dei gruppi capitalisti concorrenti. Su questa base si sta sviluppando in forma via via più aperta la contesa tra i gruppi imperialisti organizzati nell’UE (tra cui prevalgono quelli franco-tedeschi) e i gruppi imperialisti USA, che usano la NATO e la rete di basi militari e agenzie spionistiche, criminali e sovversive di cui dispongono in Europa e nel mondo” (“Intervista a PrismaNews” – 2 aprile 2014). Anche i contrasti che oppongono la Comunità Internazionale degli imperialisti europei, USA e sionisti ai paesi le cui Autorità non sono asservite ai voleri dei gruppi imperialisti (Venezuela, Iran, Cuba, Corea del Nord, Nicaragua, Siria, Libano, Mozambico, Eritrea e altri) o sono loro concorrenti (Russia, RPC) stanno diventando terreno di scontro più aperto tra imperialisti europei e imperialisti USA: ognuno di essi vuole fare la parte del leone nella spartizione del bottino. Quindi l’UE finché funziona, funziona da “arma di distruzione di massa” contro le masse popolari europee e del resto del mondo ed estende il numero dei paesi coinvolti in guerre civili (dall’Ucraina alla Siria, alla Libia) o nella repressione cronica (come in Medio Oriente) e dei tentativi di colpo di Stato (come in Venezuela)!
4. Le istituzioni della UE non sono nate dalle elezioni e dal Parlamento Europeo: sono le istituzioni dell’UE che hanno creato il Parlamento Europeo e le elezioni, dopo che sono falliti tutti gli altri tentativi di dare una parvenza democratica alle misure prese dagli organi dell’UE, di farle approvare dalle masse popolari (i referendum): basta pensare che, tre anni dopo essersi pronunciate a maggioranza per l’uscita dall’UE, le masse popolari della Gran Bretagna sono chiamate a votare alle elezioni europee del 26 maggio! Ancora oggi l’esito delle elezioni europee non si ripercuote immediatamente neanche sulla composizione della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea e tanto meno sulla loro linea d’azione. Non è un segreto, i caporioni dell’UE lo dicono a chiare lettere: “l’Eurogruppo non deve rendere conto ad alcun governo, ad alcun Parlamento, e soprattutto non al Parlamento Europeo” (Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici e monetari). Bando quindi a ogni illusione che l’esito del voto alle europee serva a condizionare in senso favorevole alle masse popolari l’azione dell’UE!
5. “Noi comunisti siamo favorevoli alla lotta per la sovranità nazionale contro l’UE, contro le altre istituzioni del sistema imperialista mondiale (FMI, Banca Mondiale, ecc.) e contro il suo braccio armato (NATO). Alcuni ci accusano di essere nazionalisti perché chiamiamo i lavoratori italiani a lottare contro i gruppi imperialisti in nome della lotta contro il degrado materiale, intellettuale e morale e contro la distruzione dell’apparato produttivo che essi impongono in Italia. Noi siamo internazionalisti, nel senso in cui lo è sempre stato il movimento comunista: appoggiamo con tutte le nostre forze le lotte dei lavoratori di tutti gli altri paesi per la propria emancipazione e miriamo a stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione con le masse popolari di tutti i paesi. Siamo certi che rompendo le catene dell’UE e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, statunitensi e sionisti l’Italia darà un aiuto a tutte le classi sfruttate e a tutti i paesi oppressi. La sottomissione comune ai gruppi imperialisti non porta all’unità ma alla guerra tra masse popolari dei vari paesi e in ogni paese. Solo masse popolari sovrane nel proprio paese sono in grado di stabilire un rapporto di collaborazione e di solidarietà con le masse popolari di altri paesi” (Dichiarazione Generale approvata dal V Congresso del P.CARC). Senza sovranità nazionale c’è la sottomissione dei lavoratori italiani ai gruppi imperialisti internazionali con i quali i grandi capitalisti italiani, il Vaticano e i gruppi della criminalità organizzata formano un tutt’uno!
I candidati e le liste che si presentano alle elezioni europee
Nelle elezioni europee, due sono i gruppi principali che si scontrano: quelli pro l’UE, con in testa i politicanti e i portavoce del PD (combinazione degli eredi della Democrazia Cristiana di Moro e di Prodi e del PCI di Berlinguer e di Occhetto) e dello schieramento di Berlusconi costituito nel 1994 con la trattativa Stato-Mafia, e quelli anti-UE.
■ Siccome in tutti i paesi europei tra le masse popolari cresce la ribellione contro l’UE, anche le liste e i candidati pro UE mettono l’accento sul cambiamento di questo o quell’aspetto delle istituzioni e della politica dell’UE, sull’UE come strumento di lotta contro questo o quel “nemico esterno” (“invasione cinese”, “terrorismo”, “immigrazione irregolare”) e sulla tutela di questo e quello degli “interessi nazionali”. Con quest’opera di maquillage cercano di imbrogliare e a far dimenticare quello che hanno fatto nei quarant’anni (dalla fine del “miracolo economico” negli ultimi anni ’70 fino alle elezioni del 4 marzo 2018) in cui sono stati al governo del paese. Sono loro che hanno svenduto alla congrega dei gruppi imperialisti europei (alla Commissione Europea, alla Banca Centrale Europea e alle altre istituzioni dell’Unione Europea) quello che ancora restava della sovranità nazionale scritta nella Costituzione del 1948, dopo l’installazione della NATO (1949) voluta dal Vaticano e la sottomissione agli USA delle Forze Armate e dei servizi di sicurezza italiani! Sono “farina del loro sacco” l’autonomia della Banca d’Italia dal governo (il “divorzio” orchestrato nel 1981 da Nino Andreatta e Azeglio Ciampi) che è all’origine del debito pubblico e l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, con cui estorcono soldi alle masse popolari italiane per consegnarli sotto forma di interessi e rate del Debito Pubblico a un pugno di finanzieri italiani e stranieri!
In linea di massima i gruppi anti-UE, anche se hanno obiettivi campati in aria o addirittura reazionari, oggi svolgono un ruolo più positivo del ruolo svolto dai servitori, dai chierichetti e dagli “abbellitori” dell’UE e delle sue istituzioni: rendono infatti impossibile ai gruppi imperialisti europei fingere di avere l’approvazione della massa della popolazione e indeboliscono le istituzioni dell’UE (CE e BCE in testa).
■ I gruppi dichiaratamente o in qualche misura anti UE e per la sovranità nazionale comprendono liste molto diverse tra loro:
- quelli di destra, come la Lega e CasaPound,
- quelli che propugnano “misure di buona volontà”, come il M5S, La Sinistra, i Verdi,
- il PC Rizzo, che, a differenza di tutte le altre liste, afferma chiaramente l’irriformabilità dell’UE e la necessità della “rivoluzione proletaria che, abbattendo il capitalismo, apra la strada del riscatto dell’umanità”.
La sovranità nazionale non è la “guerra dei lavoratori e dei padroni italiani contro il resto del mondo” propugnata ieri dal non compianto Marchionne e oggi dalla Lega e dagli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso a cui la Lega strizza l’occhio: questa “sovranità nazionale” vuol dire sfruttati sì, ma solo dai padroni nostrani, vuol dire guerra tra poveri (italiani contro immigrati, settentrionali contro meridionali, lavoratori dipendenti contro lavoratori autonomi, ecc.), vuol dire mettersi al carro degli imperialisti USA anziché di quelli UE, vuol dire guerra tra popoli. Chi vuole cambiare il corso delle cose nel nostro paese deve affrontare innanzitutto il compito di liberare l’Italia dal dominio dei caporioni della finanza, dei banchieri e dei grandi capitalisti dell’industria e del commercio, dalla Corte Pontificia e dai grandi capi della criminalità organizzata (i vertici della Repubblica Pontificia) che hanno ceduto la sovranità nazionale per partecipare essi stessi ai privilegi, alle rendite e ai profitti della dominazione della Comunità Internazionale sul mondo.
Sovranità nazionale, se non è un imbroglio, vuol dire allora alcune cose chiare e precise:
– lotta contro chiusura e delocalizzazione delle aziende italiane e la loro vendita ai gruppi multinazionali, per mantenerle aperte e in funzione in Italia (attuazione degli articoli 41, 42 e 43 della Costituzione), per nazionalizzare le aziende come Alitalia, FCA, TIM, ecc. Non c’è sovranità nazionale né benessere popolare né sicurezza personale senza direzione delle autorità italiane e dei lavoratori sulle attività economiche che si svolgono in Italia.
Alitalia, Ilva di Taranto ed ex Lucchini di Piombino, FCA, Telecom, Bekaert di Figline Valdarno, Pernigotti, Alcoa, Indesit, Electrolux, Italcementi… quante sono le aziende italiane che i gruppi stranieri hanno comprato per appropriarsi di conoscenze, marchio e struttura di ricerca, per usarle nel terno al lotto della speculazione finanziaria, per togliere di mezzo dei concorrenti, per partecipare al mercato delle vacche grasse dei finanziamenti e delle commesse statali, per conquistare fette di mercato e poi le hanno smembrate, chiuse (magari dopo averle fatte transitare per i tavoli di crisi del Ministero dello Sviluppo economico!) e delocalizzate in paesi dove possono avvalersi di lavoratori con meno diritti e di leggi di tutela della sicurezza e dell’ambiente più tolleranti? Quante sono le aziende italiane che i Colaninno di turno stanno mandando in malora delocalizzandole un pezzo per volta? Quante sono le aziende pubbliche liquidate o in via di liquidazione dopo essere state prima privatizzate e poi vendute in blocco o pezzo dopo pezzo a gruppi multinazionali? In questo modo interi comparti produttivi (con il connesso indotto) sono saltati o sono passati nelle mani di gruppi multinazionali e fondi di investimento che sfuggono all’autorità dello Stato italiano, l’apparato produttivo del paese ha perso negli ultimi 10 anni il 25% delle sue potenzialità, i posti di lavoro sono stati falcidiati.
Mantenere in funzione e italiane le aziende è un aspetto indispensabile della lotta per la sovranità nazionale: senza direzione delle autorità italiane sulle attività economiche del paese non c’è sovranità nazionale! Per impedire la “morte lenta” e la delocalizzazione delle aziende, avere a che fare con capitalisti italiani consente maggiori possibilità di pressione e di manovra che avere a che fare con una multinazionale: a un capitalista italiano il governo può sequestrare beni e proprietà che ha nel nostro paese, bloccare il denaro che ha in banca, interrompere le commesse o non pagargli i lavori svolti, con una multinazionale o un fondo di investimento straniero invece no o comunque è molto più complicato.
– lotta contro la UE e le sue istituzioni (debito pubblico, patti di stabilità, pareggio di bilancio in Costituzione, assegnazione di quote di produzione in campo agricolo e industriale, ecc.);
– lotta contro la NATO (basi e installazioni militari, partecipazione a missioni di guerra, partecipazione alle sanzioni economiche contro altri paesi, ecc.);
– lotta contro il Vaticano (abolizione dei Patti Lateranensi e dei privilegi della Chiesa Cattolica rispetto alle altre organizzazioni e associazioni religiose).
È evidente che per questo non bastano le “buone intenzioni” né “misure di buon senso nell’interesse delle masse” … che dovrebbero essere attuate con il benestare di personaggi che non hanno nessuna intenzione di attuarle perché ledono i loro interessi e da istituzioni create per spremere le masse popolari! È una guerra contro un branco di finanzieri e grandi industriali italiani e internazionali promotori della “economia globale” (così chiamano la sottomissione dell’umanità intera ai loro interessi), che hanno ridotto gran parte del mondo a terreno dove scorrazzano liberamente per ingrandire ognuno il suo capitale, che si azzuffano tra loro perché ognuno vuole di più, che moltiplicano le grandi opere speculative con cui devastano l’ambiente e il clima, che fanno dilagare missioni di guerra, massacri e sanzioni contro i paesi (come il Venezuela, la Corea del Nord, Cuba, Iran e altri) che non lasciano loro libertà di manovra.
Solo le masse popolari organizzate hanno l’interesse e la forza per condurre e vincere la guerra contro i caporioni della devastazione globale!
La nostra indicazione di voto
Per questo alle elezioni europee indichiamo di votare e far votare i candidati (e la lista ad essi collegata)
– che sostengono e promuovono le vertenze e l’azione delle organizzazioni operaie e popolari contro la delocalizzazione e la morte lenta delle aziende, contro le grandi opere inutili e dannose, contro la devastazione dell’ambiente, contro il degrado,
– che promuovono la formazione di organizzazioni operaie e popolari, il loro rafforzamento e coordinamento, la loro ribellione e la loro volontà di formare un governo di emergenza popolare che metta al centro del suo programma: un lavoro utile e dignitoso per tutti”,
– che appoggiano e promuovono la mobilitazione contro l’UE e la NATO, contro i gruppi imperialisti USA e sionisti, contro le guerre di aggressione imperialiste,
– che promuovono la lotta contro il Vaticano e i suoi privilegi, contro la repressione delle masse popolari, il razzismo e il fascismo e la guerra tra poveri.
L’unico voto utile è quello che rafforza la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori e del resto delle masse popolari, il loro coordinamento e la loro volontà di costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!
Ogni Federazione del Partito dei CARC indicherà i candidati (e la lista ad essi collegata) della propria zona che rispondono a questi criteri.
Questi criteri servono anche per guidare collaboratori e simpatizzanti del P.CARC e della Carovana del (n)PCI nella scelta dei candidati (e della lista collegata) da votare nelle zone dove non siamo ancora presenti e dove non daremo indicazioni più precise.
Usare anche il voto alle elezioni europee per avanzare nella lotta per la sovranità nazionale che è reale ed efficace solo se combinata con la lotta per instaurare il Governo di Blocco Popolare e il socialismo!
Instaurare il socialismo è l’unica effettiva, realistica e possibile strada per farla finita con la crisi del capitalismo. Il malcontento, l’insofferenza, l’indignazione e la rivolta delle masse popolari sono il terreno spontaneo su cui noi comunisti possiamo e dobbiamo far crescere la rivoluzione socialista.
È impossibile instaurare il socialismo senza lottare per la sovranità nazionale!
Per l’Italia oggi la lotta per la sovranità nazionale è reale ed efficace solo se combinata con la lotta per instaurare il socialismo!
È impossibile trasformare il sistema delle relazioni internazionali in un sistema mondiale di scambio, collaborazione e solidarietà tra i popoli senza sovranità nazionale!
Usare anche il voto alle elezioni europee per allargare la breccia aperta dalle masse popolari nel sistema delle Larghe Intese:
– spingere fino a dove si riesce ad arrivare il governo M5S-Lega e suoi esponenti ad appoggiarsi sulle masse popolari per realizzare il cambiamento che hanno promesso e in nome del quale hanno raccolto voti,
– portare le masse popolari a organizzarsi di più,
– portare le masse a rendersi conto per loro esperienza che esse devono prendere il posto del governo M5S-Lega con un proprio governo d’emergenza.
La costituzione del Governo di Blocco Popolare sarà l’avvio dell’impresa che non solo restituirà la sovranità nazionale alle masse popolari italiane, ma aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e quindi creerà il contesto internazionale di cui le masse popolari italiane hanno bisogno sia per resistere alle aggressioni e al boicottaggio della Comunità Internazionale sia per portare a compimento l’impresa di farla finita con la crisi generale del capitalismo.
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