La Federazione Toscana del Partito dei CARC parteciperà alla manifestazione “Firenze non ha pura!” prevista per domani, sabato 11 maggio.
Esprimiamo solidarietà e pieno appoggio a tutti i compagni colpiti dalla repressione e oggi in particolare al movimento fiorentino sotto processo per il reato di associazione a delinquere applicata alle lotte politiche e sociali. L’inchiesta è durata per circa due anni e, oltre al contesto studentesco da cui era partita, ha colpito altre mobilitazioni come quella contro la costruzione di un CIE in Toscana e i lavoratori in lotta, a dimostrazione del fatto che oggi la repressione non è più esclusivo “appannaggio” dei militanti politici ma è dispiegata contro le masse popolari che oppongono resistenza alle condizioni di lavoro e di vita sempre più degradanti, in cui la borghesia cerca di relegarle per mantenere i propri margini di profitto.
La borghesia imperialista, infatti, è costretta a procedere a passi sempre più decisi verso la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. È un processo inevitabile, deciso non dalla volontà politica di qualcuno, ma dal corso del movimento economico che dirige la società capitalista. Ma questa “deriva” non è sintomo di forza della classe dominante, è al contrario sintomo di estrema debolezza: il suo dominio basato sul consenso deve necessariamente diventare dominio basato sulla coercizione e la repressione diffusa delle masse popolari. Man mano che i vertici della Repubblica Pontificia spingono a destra, i pilastri della loro stabilità si sgretolano, il loro stesso fronte si sgretola e le manifestazioni di impotenza diventano plateali.
Chi si candida in rottura con i precedenti governi, infatti, deve promuovere la mobilitazione delle masse popolari per far fronte al degrado, alla sicurezza dei quartieri secondo le esigenze delle masse popolari stesse e, al contempo, ciascun candidato deve impegnarsi a solidarizzare concretamente con chi è colpito da repressione, usando al massimo la campagna elettorale e la visibilità che essa comporta per esprimere solidarietà, e prendere posizione.
Ma l’elemento fondamentale è che le organizzazioni operai e popolari devono sfruttare le elezioni amministrative in questo senso.
Ed è proprio in questa direzione che si sta muovendo la campagna di solidarietà per la nostra compagna Rosalba, condannata in primo grado per “aver diffamato” Vladimiro Rulli, ex agente del VII Reparto mobile di Bologna. Per il contenuto e per il modo con cui è stato condotto il processo di primo grado, la sentenza è un pericoloso precedente: la condanna di Rosalba è una violazione del diritto alla difesa e dei diritti costituzionali; il “caso giudiziario” è prima di tutto un caso politico contro cui si devono schierare apertamente tutti coloro che hanno a cuore la difesa e l’attuazione della Costituzione.
Il 25 settembre si terrà a Milano il processo di appello contro la condanna: chiediamo a singoli cittadini, organismi, personaggi politici del mondo delle associazioni e della società civile di prendere pubblicamente posizione in solidarietà a Rosalba, di schierarsi, di metterci la faccia, di farsi sentire:
– attraverso dichiarazioni pubbliche (testi, video); attraverso fotografie; portando il caso nelle istituzioni;
– partecipando alla raccolta di fondi per sostenere le ingenti spese a cui è stata condannata (Rosalba di mestiere fa l’infermiera precaria, non ha “santi in paradiso”…) tramite versamento su Postepay 5333171000241535 intestata a Gemmi Renzo