In questi giorni tanti sono i commenti e le prese di posizione pubbliche rispetto al ferimento di Noemi, una bambina di appena quattro anni rimasta gravemente ferita a seguito della sparatoria avvenuta in piazza Nazionale, a Napoli. Oggi la piccola combatte tra la vita e la morte intubata nel reparto di terapia intensiva pediatrico dell’ospedale Santobono, dopo un delicatissimo intervento chirurgico.
La rabbia, l’indignazione e la mobilitazione in città sono montanti. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza a Noemi e alla sua famiglia e ci uniamo alla rabbia dell’intera città rispetto a questo avvenimento infame. Sappiamo però che la rabbia non basta così come non è accettabile limitarsi nell’impotenza, nell’immobilismo o nella mera indignazione. In queste ore soffochiamo in petto urla di dolore per lo strazio di vedere quel piccolo corpo a terra, per la rabbia e per il senso di impotenza di fronte a quanto accaduto a piazza Nazionale.
È necessario fermarsi a respirare e ragionare per non abbandonarsi allo sconforto e per non rigettare a priori con altrettanta rabbia parole e azioni di denuncia contro la Camorra (che esiste e prolifera dall’unità d’Italia a oggi) che in molti casi non hanno altro scopo che quello di raccattare voti o affermare la propria esistenza contrapponendosi al Salvini di turno. Salvini è solo l’ultimo in ordine di tempo dei ministri degli interni che fanno poco per contrastare o che favoriscono le organizzazioni criminali, allo stesso modo di come i governi fin qui succedutisi hanno favorito le speculazioni dei privati su lavoro, sanità, patrimonio immobiliare, scuola, università, acqua.
A poco serve anche invocare la legalità se non si parte dal presupposto che essa non sia altro che il paravento dei poteri forti del nostro paese per le azioni, speculazioni e manovre sporche. La legalità dei padroni favorisce i padroni e sono i padroni a decidere se rispettarla o meno, diversamente da quanto viene permesso di fare alle masse popolari. Lo Stato non è un elemento terzo, così come non lo è la sua legalità, esso è il comitato d’affari e il monopolio della violenza dei capitalisti contro le masse popolari.
Non c’è sostanziale differenza tra chi specula legalmente e chi specula illegalmente, il prodotto della loro ricchezza è sempre a danno della collettività. Questo è il capitalismo, la guerra tra clan non è altro che concorrenza per l’accaparramento di fette di mercato. Questa è la causa della sparatoria di Piazza Nazionale e questa la ragione fondamentale del proliferare della criminalità al tempo della seconda crisi generale del sistema capitalista!
Dire che il problema è l’uso delle armi, come tanti amministratori ed esponenti della politica cittadina e nazionale stanno affermando, è ingenuità oppure è mentire spudoratamente, è volontà di mestare nel torbido confondendo le acque al fine di non assumersi responsabilità ma approfittare della situazione per farsi propaganda a buon mercato sull’indignazione delle masse popolari.
Chi ha un ruolo istituzionale per fare realmente gli interessi della collettività, difendere i nostri bambini, deve avere il coraggio di rompere ogni connivenza di ogni genere. Mettersi al servizio delle organizzazioni operaie e popolari, prendere da esse indicazioni sul da farsi, dando forza e forma di legge alle loro esigenze e istanze. Perché sono le masse popolari organizzate l’unica reale alternativa alle organizzazioni criminali che nel nostro paese non si oppongono allo Stato ma sono lo Stato.
Bene quindi denunce e manifestazioni di indignazione che mobilitano il quartiere e la città, ma solo se lo si considera uno dei passi da fare assieme ad altri, che sono ancor più fondamentali. Fermarsi alla denuncia significa alimentare sfiducia e senso di impotenza!
I Mazzarella o gli Agnelli non hanno mai avuto vergogna dei morti che hanno lasciato a terra per i loro profitti, non hanno mai versato una lacrima perché appartengono ad un’altra classe, la classe ancora oggi dominante, di signori della guerra sporca che quotidianamente conducono contro le masse popolari e padroni sfruttatori.
L’antimafia parolaia dei padroni è inconcludente e inefficace perché è direttamente dipendente delle scelte delle bande interne alla classe dominante di farsi la guerra o restare provvisoriamente “in pace”. L’antimafia, nel carrozzone della Repubblica Pontificia, esiste solo se esiste la criminalità organizzata. La risposta alla criminalità organizzata deve venire dall’organizzazione delle masse popolari e della classe operaia, che si pongono l’obiettivo della costruzione di un governo d’emergenza che garantisca a tutti un lavoro utile e dignitoso. Solo attraverso un processo del genere (organizzazione e azione, creazione del nuovo potere, attuazione di misure d’emergenza per risollevare il paese dal degrado e dal baratro in cui la classe dominante lo sta portando) si toglie il terreno alla criminalità organizzata, che vive di arruolamento di disoccupati, di speculazione edilizia, riciclo del denaro sporco attraverso appalti pubblici e insinuandosi in ogni piega di questa società. Organizzazioni criminali che fanno il paio con il Vaticano, con Confindustria, con i carrozzoni pubblici e con tutti gli altri centri di potere nel nostro paese. Criminali sono i padroni e le loro organizzazioni!
Per farla finita con le organizzazioni criminali con lo sfruttamento e con il sistema capitalista serve innanzitutto l’organizzazione delle masse popolari in ogni campo della vita sociale al fine di risolvere i problemi che le istituzioni non hanno la volontà o non sono in grado di risolvere. Il punto decisivo è mettere al centro la mobilitazione per un lavoro utile e dignitoso per tutti. L’unico sistema economico che pone al centro le persone ed ha come scopo il benessere della collettività è il socialismo e si realizza solo con la dittatura del proletariato, assieme alla partecipazione crescente delle masse popolari ad ogni attività decisionale. Questo il sistema che dobbiamo costruire!
Trasformiamo il dolore in forza e coraggio di organizzazione! Costruiamo comitati di quartiere, sviluppiamo il controllo popolare, impariamo da esempi come quelli delle Brigate di Solidarietà Attiva del centro Italia, viviamo i nostri territori, impariamo a dirigerli dal basso e imponiamo il volere delle masse popolari alle istituzioni della Repubblica Pontificia, siano esse camorristi, speculatori finanziari, padroni di grandi aziende, bancarottieri e tutti i capitalisti criminali di cui le masse popolari devono fare piazza pulita con la rivoluzione socialista. Questo vuol dire costruire un mondo nuovo per Noemi, per i figli appena nati e per quelli che nasceranno.