Il 26 maggio prossimo, in concomitanza con le elezioni Europee, si svolgeranno anche nella nostra città le Amministrative in una fase politica nuova e particolare, ovvero quella avviatasi con le elezioni politiche del 4 marzo 2018 e segnata qualitativamente dalla resistenza spontanea delle masse popolari che ha aperto una breccia insanabile nel sistema politico delle Larghe Intese (per approfondire l’analisi di fase rimandiamo all’articolo di testa di Resistenza di maggio). È sotto questa lenta che va letta la campagna elettorale anche a Reggio Emilia (e nel resto dei circa quattro mila comuni italiani al voto) e da qui bisogna partire, inevitabilmente, per ragionare sulle Amministrazioni Locali che servono: approfittiamo del crescente distacco oggettivo tra le masse popolari e i gruppi imperialisti italiani (Agnelli-Elkann, Pirelli, Colaninno, Benetton, ecc.) e dai loro partiti delle Larghe Intese schierati nello stesso campo dell’UE e della BCE, della NATO e del FMI, per promuoverne il protagonismo e allargare così la breccia. Si avanzerà verso superiori condizioni per un Governo d’Emergenza Popolare, l’unico che può fare realmente gli interessi della maggioranza delle masse popolari!
Anche a livello locale questa linea è la via da percorrere perché gli interessi dei cittadini di un territorio possono essere realizzati solo dalle masse popolari e dalla classe operaia organizzate e coordinate tra di loro, dal tema della sicurezza fino alla difesa dell’ambiente. Solo la lotta per un lavoro utile e dignitoso per tutti realizza questa prospettiva, in tutti i suoi aspetti: infatti, la fonte primaria di sicurezza sociale e individuale è l’avere un’occupazione lavorativa. Ciò dà corpo alla lotta al razzismo e alla guerra fra poveri perché si vince mettendo al centro il lavoro per tutti, immigrati e autoctoni, togliendo ossigeno alla mobilitazione reazionaria: solo ponendo al centro la questione di classe e non di razza, senza più prestare il fianco all’assistenzialismo che apre alla speculazione sulla pelle dei migranti e dei lavoratori del settore, si possono superare concezioni che si allontano dal fatto di essere, immigrati e autoctoni proletari, compagni della stessa lotta e non fratelli più o meno sfortunati l’uno dell’altro.
Anche la questione ambientale trova risposta nella lotta per il lavoro perché i nostri territori hanno una necessità sistemica di manutenzione, messa in sicurezza, controllo e nuova gestione delle energie, ammodernamento delle reti, riconversione, bonifica e sviluppo delle infrastrutture: altro che grandi opere inutili e dannose, abbiamo bisogno di una capillare estensione delle piccole opere utili e necessarie! Per realizzarle si creerebbe subito una miriade di posti di lavoro, battaglia che si lega strettamente alla messa al centro dell’identificazione dei lavori di pubblica utilità oltre a quelli strettamente necessari per tenere i beneficiari del Reddito di Cittadinanza “sotto controllo”. Così facendo contrasteremo efficacemente il consumo di suolo, svilupperemo una mobilità diversa e meno inquinante, metteremo in sicurezza il territorio prevenendo allagamenti, frane, smottamenti, dimostrando che c’è ancora tempo per invertire la rotta climatica: la crisi ambientale è frutto del capitalismo, l’unica soluzione è quindi rivoluzionare il sistema, ovvero la costruzione del socialismo!
Tutto ciò si riflette anche a Reggio Emilia e non possiamo non segnalare come ci sia gran confusione nella campagna elettorale: tutti che parlano di tutto, tutti che prometto tutto ma la questione del lavoro sul nostro territorio è un’appendice nei programmi elettorali e nei comizi. Deve esserne invece la “spina dorsale” e bisogna impegnarsi fin da subito nell’occuparsene, non aspettare di avere la carica istituzionale e mettere già oggi a disposizione le proprie risorse a servizio della classe operaia e delle masse popolari! Non promettere, ma iniziare a fare già oggi quello che si dice di voler fare una volta eletti.
Ad esempio, invece di fare a gara tra chi promette la piantumazione di più alberi, bisogna iniziare a dare risorse e sostegno ai Comitati popolari che lottano contro il consumo di suolo, per l’acqua pubblica, contro l’impianto IREN di Gavassa: il Movimento 5 Stelle dice di riconoscere l’importanza, proprio per sua stessa esperienza e difficoltà, di creare spazi dove le associazioni, i comitati popolari, i cittadini si possano ritrovare e promuoverne così il protagonismo e allora perché, nonostante abbia le risorse per farlo, non si impegna già da oggi a creare questo spazio?
O ancora, Coop Allenza 3.0 ha appena dichiarato di aver chiuso il 2018 con un “rosso” di 289 milioni di euro e in tutta Italia si susseguono le chiusure di centri commerciali e centinaia di lavoratori (anche a Reggio Emilia) verranno lasciati a casa: abbiamo davvero bisogno, come in via R. Luxemburg, di eliminare gli ultimi cunei verdi della città, continuare nel consumo di suolo e speculare sull’apertura di nuovi centri commerciali che creano solo più inquinamento? Chi non si pone già oggi in prima fila contro tutto ciò è solo un venditore di fumo in campagna elettorale e solo il controllo popolare sulle promesse ne consentirà l’effettiva realizzazione.
Questo fa il paio con la situazione in cui versa il sistema cooperativo locale (fino alla recente richiesta della coop edile, la Tecton per il concordato preventivo): che i lavoratori non vengano tutelati a promesse ma che vengano sostenuti ad organizzarsi per fornire lavori e servizi che servono. Infatti, ampia la scelta, dalla sanità cittadina sempre più sotto organico, per non parlare dell’assistenza nelle case di cura o quella domiciliare, all’edilizia pubblica e scolastica che crolla, ai trasporti locali e alle piste ciclabili che, per come sono oggi, incentivano l’uso delle automobili. Di questo bisogna trattare e non rincorrersi riscoprendosi oggi tutti ambientalisti: il voto va dato a chi fa subito!
O ancora, non una parola sul “sacco” della struttura produttiva del territorio: la ex Brevini è appena stata acquista al 100% da DANA, mastodontica multinazionale USA e già ci sono le prime voci di trasferire l’Amministrazione in Lituania con conseguenti perdite di posti di lavoro a Villaggio Crostolo. Non è l’unica azienda del territorio che è stata acquisita da gruppi di interessi stranieri (come anche la ex Lombardini, oggi Kohler) e bisogna organizzarsi per tempo per vigilare sulla sicurezza occupazionale locale, visto che le delocalizzazioni e le chiusure sono materia quotidiana: Salati e la Lega vogliono davvero essere conseguenti del “prima gli italiani”? Ecco l’occasione!
Non abbiamo bisogno di nuove bretelle stradali o impianti per la gestione di rifiuti che devastano l’ambiente: abbiamo bisogno di riqualificare l’intero territorio perché se lasciato in mano a chi ci ha governato fino ad oggi, le Larghe Intese, l’unica cosa che otterremo è altra incuria e speculazione!
Un’Amministrazione Comunale che vuole praticare le promesse elettorali non può che legarsi strettamente al coordinamento di Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari del territorio, organi di realizzazione degli interessi dei cittadini e non di multiutiliy alla IREN che ricatta con gli investimenti per l’area delle ex Officine Reggiane per mantenere in cambio, in deroga a un referendum vinto, la gestione dell’acqua e la costruzione dell’impianto di Gavassa. Quest’ultimo può essere fermato e bloccato, o per lo meno sicuramente rivisto, perché non interessa solo gli abitanti della nostra prima campagna ma anche ogni lavoratore, agricoltore, studente e disoccupato della città: la terra e l’aria sono un bene comune! Da qui tutto il nostro sostegno e appoggio ai Comitati Salute e Ambiente di Reggio Emilia e l’importanza delle recenti posizioni del Movimento 5 Stelle (come emerso nell’incontro da loro organizzato il 5 maggio scorso dove di fatto l’impianto di Gavassa è stato definito “insostenibile”) e della lista Reggio Emilia in Comune in materia.
Come Partito dei CARC siamo a fianco di chiunque voglia organizzarsi e attivarsi per non aspettare e per spingere i candidati a fare subito quanto sostengono: per questo vi aspettiamo venerdì 10 e 17 maggio dalla mattina, rispettivamente in zona mercato cittadino (p.zza del Monte) e alla mensa “Ai Gonzaga” di Villaggio Crostolo, ai nostri banchetti per ragionare su questi temi e altri, per compilare un questionario sui lavori che servono e organizzarsi insieme ad altri per realizzare i nostri bisogni e interessi.
Invitiamo tutte le realtà e i comitati popolari, gli studenti di Fridays For Future e i lavoratori delle cooperative locali ad accettare l’invito a contribuire al dibattito pubblico sull’Amministrazione Locale che serve a Reggio Emilia che stiamo costruendo per lunedì 20 maggio in città e rispetto al quale a breve verranno dati aggiornamenti.