Il 4 maggio scorso come Partito dei CARC abbiamo partecipato all’iniziativa lanciata dagli operai della GKN di Campi Bisenzio che hanno svolto una giornata di informazione e lotta davanti ai cancelli della fabbrica.
Questo momento di lotta si inserisce nella vertenza che oppone gli operai alla nuova proprietà di Melrose, un fondo di investimento americano subentrato alla multinazionale inglese che si occupa di ristrutturazioni e rivendite e non di produzione in senso stretto.
L’esportazione di capitale finanziario (investimenti in operazioni finanziare su scala globale, vedi proprio il gruppo FCA a cui GKN è legato), gli investimenti in borsa con la riduzione degli investimenti nell’economia reale e la riduzione della produzione effettiva, le delocalizzazioni di aziende e/o la vendita delle aziende italiane a gruppi esteri e multinazionali, con annessi esuberi, ristrutturazioni aziendali e perdita dei posti di lavoro sono le misure principali che oggi i padroni hanno trovato per far fronte alla loro crisi e alla crescente concorrenza che li vede contrapposti.
I capitalisti investono solo se trovano profitto, e solo se il profitto è soddisfacente alle loro necessità e previsioni di bilancio, nella logica della concorrenza con altri capitalisti a chi accumula più capitali.
Alla GKN, negli ultimi mesi, i padroni hanno cercato di passare all’incasso con spostamenti di produzione e ridimensionamenti ma il 13 febbraio gli operai hanno bloccato completamente i cancelli facendo fare un passo indietro alla dirigenza aziendale.
La mobilitazione degli operai della GKN, così come quella degli operai della Bekaert e delle tante altre aziendi presenti sul territorio e in tutto il paese, dimostra che l’unica via per i lavoratori per salvaguardare il tessuto produttivo nazionale è quella della mobilitazione e dell’organizzazione.
E’ interesse dei lavoratori difendere il tessuto produttivo nazionale: mobilitarsi e organizzarsi per farlo è una delle forme in cui possono esercitare la sovranità nazionale: a decidere del futuro delle aziende italiane non devono essere sceicchi, multinazionali e gruppi finanziari, ma i lavoratori!
Mobilitarsi e organizzarsi per decidere della salvaguardia del tessuto produttivo vuol dire salvaguardare la sovranità nazionale dall’ingerenza del capitale straniero e dall’ingerenza di corsari e avventurieri del mercato finanziario: altro che immigrati che ci rubano il lavoro, qui sono le multinazionali, i gruppi finanziari e i padroni stranieri che ci smantellano l’intero tessuto produttivo retto dalla spina dorsale e dal lavoro degli operai e dei lavoratori che vivono in Italia!
APPROFITTARE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE EUROPEE E PER LE AMMINISTRATIVE A FIRENZE PER:
1. costringere le istituzioni e chi si candida e promette di “fare una volta eletto” a usare tutte le sue relazioni, capacità, visibilità e il suo ruolo per fare sin da subito ciò che necessario per salvaguardare i posti di lavoro
2. mobilitare direttamente le masse popolari a sostenere la vertenza degli operai, a fare quello che le istituzioni non fanno
Come?!
Mobilitandosi: sollevare problemi di ordine pubblico per le istituzioni e coloro che vogliono sottomettere gli interessi dei lavoratori a quelli del “libero mercato”, ossia dei padroni e degli speculatori, degli affaristi, del mercato finanziario
Organizzandosi: dando continuità alla loro azione non fermandosi alla singola vertenza, lavorare insieme ad altri organismi di lavoratori e territoriali per far fronte comune, iniziare a mettere in campo direttamente misure urgenti e necessarie al miglioramento delle proprie condizioni di vita e di lavoro.
Passare dalla difesa all’attacco dalla GKN, alla Bekaert fino a Pomigliano e Cassino!
Passare dalla difesa all’attacco in ogni azienda capitalista e pubblica del paese!
Costruire 10, 100 1000 organizzazioni operaie e popolari che si coordinano per imporre le misure necessarie attraverso un proprio governo e avanzare, così, verso il socialismo!
Federazione Toscana del P.CARC