La Federazione Toscana del Partito dei CARC esprime piena solidarietà e incondizionato appoggio ai compagni antifascisti che sono stati caricati dalla polizia il 25 aprile A Firenze. Durante il corteo istituzionale organizzato dall’amministrazione PD, ai compagni è stato impedito di arrivare fino in piazza della Signoria, dove il sindaco Nardella ha tenuto dal palco il suo discorso di fine manifestazione. Che degli antifascisti vengano manganellati dalla polizia per il 25 aprile è già un fatto grave di per sé, a maggior ragione se chi permette che ciò accada è il sindaco di un partito che dice di rifarsi ai valori della democrazia e dell’antifascismo! Nardella aveva anche dichiarato nei giorni precedenti che avrebbe consentito la partecipazione alla piazza di tutti… purché la pensino come lui, aggiungiamo noi.
“Abbiamo sfidato il divieto a manifestare perché volevamo parlare anche noi. È così grave? Tutti gli anni da quel palco si fa appello a noi giovani. Quotidianamente ci dipingono come menefreghisti e disinteressati. Non è così. Se ci sono degli eredi della lotta partigiana, di chi 74 anni fa ha deciso di lottare per un mondo migliore, sono i giovani uomini e donne che ogni giorno lottano contro politiche di sfruttamento e razzismi” si legge dal comunicato di IAM – Iniziativa Antagonista Metropolitana. Il 25 aprile si celebra la vittoria contro il nazifascismo, vittoria conseguita dal partito comunista, dai partigiani e dalle masse popolari, di cui ieri si proclamavano eredi e difensori i revisionisti moderni alla Togliatti, mentre oggi sono i partiti delle Larghe Intese che rivendicano il diritto alla sua celebrazione. “Ma questo corso delle cose è finito. Il regime delle Larghe Intese tra i partiti padronali (PD e Berlusconi) è a pezzi: le elezioni del 4 marzo 2018 hanno aperto una breccia insanabile. Anche le celebrazioni dell’antifascismo padronale sono a pezzi. Gli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso escono alla luce del sole con le loro divise e le loro imprese assassine. Alla testa delle celebrazioni antifasciste sfilano i ceffi dello sfruttamento: quelli che hanno abolito i diritti dei lavoratori, le pensioni e il sistema sanitario nazionale, i fautori delle privatizzazioni dei servizi pubblici e dell’economia, gli eredi delle riforme Dini e Treu, delle privatizzazioni Prodi, delle riforme Sacconi e Fornero, del Jobs Act. La loro partecipazione è sintomo della loro debolezza: hanno bisogno del consenso che sfugge!” (dal Comunicato rapido n. 10 – 26 aprile 2019 del (n)PCI).
Questo ragionamento vale anche per Firenze: le Larghe Intese utilizzano i valori della Resistenza strumentalmente contro questo governo e per cercare di tenere legate a sé le masse popolari tra cui hanno perso consensi, sfruttando ogni occasione, ad esempio le elezioni comunali. Infatti il PD fiorentino sta cercando di far passare Nardella come il “salvatore”, come colui che si oppone alle politiche razziste di Salvini e che agita lo spauracchio della presa del potere della Lega per recuperare consensi. In realtà il PD cittadino ha fatto dell’”emergenza sicurezza” uno dei suoi cavalli di battaglia degli ultimi mesi. Dalla volontà di costruire in città un nuovo CPR (Centro Per il Rimpatrio degli immigrati irregolari), alla sperimentazione del taser, all’istituzione delle cosiddette zone rosse, la propaganda che viene fatta fa passare la repressione come unico mezzo per contrastare il crescente degrado che avvolge Firenze (e non solo), come se questo fosse stato causato dagli emarginati, dai disperati e dagli abbrutiti che questo sistema “produce” in quantità sempre maggiori. In questo, PD e Lega si trovano in perfetta armonia e continuità, sia dal punto di vista dei toni che da quello delle politiche adottate.
Nella stessa giornata del 25 aprile, anche a Prato gli antifascisti capeggiati dall’ANPI criticavano il questore di Prato (che lo scorso 23 marzo ha concesso ai fascisti di Forza Nuova di sfilare per le vie della città), che ha pensato bene di procedere per vie legali, identificando i compagni, sequestrando dei cartelloni e minacciando di denunciare chi era in piazza per celebrare il giorno della liberazione e ribadire il proprio antifascismo. Ebbene, pure a Prato governa il PD (sindaco Biffoni) che, però, “dà un colpo al cerchio e uno alla botte”: da una parte offre una sponda all’ANPI e agli organismi antifascisti per tentare di cavalcarne la mobilitazione, ma lo fa solo in maniera opportunistica per sfruttarla in campagna elettorale, dall’altra si guarda bene dal prendere posizione contro questore e prefetto se non a parole, si guarda bene dall’usare il ruolo e i poteri che ha per opporvisi.
Di fronte a tutto questo, dobbiamo ricordarci che i partigiani che hanno combattuto durante la Resistenza lottavano non solo per metter fine al fascismo, ma per creare una nuova società. Migliaia di compagni hanno sacrificato la loro vita per l’obiettivo del socialismo, per gettare le basi per una società dove ogni individuo può esprimere al massimo le proprie potenzialità e aspirazioni, dove la gestione dell’economia è basata sui bisogni delle masse popolari e non sugli interessi di pochi parassiti, dove questi pochi non avranno la libertà di sfruttare, inquinare e devastare a loro comodo e piacimento. Oggi come allora il socialismo è il futuro di cui abbiamo bisogno, che porrà fine al marasma di miseria, degrado, inquinamento e guerra in cui siamo immersi e per cui è giusto e doveroso lottare.
Il periodo dell’antifascismo padronale è finito, le masse popolari riprendono il terreno, il movimento comunista rinasce!
Solidarietà agli antifascisti colpiti dalla repressione!
Proletari di tutto il mondo, avanti nella lotta per il socialismo!