Il Coordinamento FCA si allarga all’IVECO di Brescia

In varie occasioni abbiamo parlato su Resistenza delle attività del Movimento Operai Autorganizzati FCA (MOAF) e in questo articolo trattiamo in particolare del raggiungimento di un obiettivo che il P.CARC si poneva da tempo: fare incontrare operai di diversi stabilimenti del gruppo FCA-CNHI con l’obiettivo di favorire il reciproco scambio di esperienze, l’instaurazione di nuovi legami e contribuire al rafforzamento dell’organismo.

L’iniziativa “Nessuno si salva da solo”, svoltasi a Brescia nella sede della Federazione Provinciale del PCI il 13 aprile e costruita in collaborazione fra P.CARC e PCI, è stata preparata appositamente per mettere uno di fronte all’altro operai dell’FCA di Cassino e di Grugliasco (TO) appartenenti al MOAF con operai dell’IVECO di Brescia e di Suzzara (in provincia di Mantova, dove sono stati trasferiti 250 operai che prima erano in forze all’azienda cittadina) con i quali siamo in contatto.

Da quasi un anno il P.CARC e il PCI collaborano strettamente nell’intervento sull’IVECO di Brescia, con l’obiettivo di individuare “embrioni” di organizzazione operaia e singoli lavoratori avanzati, partendo dalla parola d’ordine dell’organizzarsi per contrastare la morte lenta dell’azienda, che accomuna l’IVECO di Brescia a tante altre aziende del gruppo FCA/CNHI. Lo si è fatto coscientemente e con un progetto, partendo con i primi volantini distribuiti fuori dalla fabbrica come P.CARC che propagandavano l’esistenza e il lavoro svolto dal MOAF e coinvolgendo poi i compagni del PCI, costruendo assieme a loro un lavoro comune che arrivasse più nel particolare della realtà bresciana, allargando lo sguardo dall’IVECO al suo indotto e al rimanente deserto di fabbriche che sta diventando la nostra città. Abbiamo istituito una commissione unitaria, creando un contesto ideale per lo scambio di esperienze, il dibattito, la collaborazione ordinaria e la solidarietà che ha permesso di fare ulteriori avanzamenti: abbiamo promosso un appello sul futuro dell’IVECO che abbiamo portato ai cancelli degli stabilimenti di Brescia e di Suzzara, permettendoci di raccogliere firme e contatti che ora stiamo cercando di coinvolgere.

Inoltre è in cantiere la costruzione di un fronte di forze esterno all’azienda che porti al centro del dibattito politico la questione della più grande e importante fabbrica della città e il suo futuro, sul quale le istituzioni cittadine e provinciali puntualmente tacciono come se fosse una questione che non incide sul livello di vita del territorio (parliamo di una realtà che vent’anni fa contava 6000 lavoratori e oggi ne ha 1700 e che dà lavoro a centinaia di altri lavoratori nell’indotto).

In questo contesto è stata pensata e costruita la giornata del 13 aprile, coinvolgendo quei lavoratori con i quali siamo già in contatto e che sono interessati ad approfondire e conoscere il MOAF, consapevoli che è necessario fare fronte comune alle mire di un gruppo come FCA/CNHI in maniera più coordinata possibile: nell’immediato per disinnescare la mina della guerra fra operai di diversi stabilimenti, in prospettiva per dare impulso alla creazione di una rete di organizzazioni operaie che via via si allarga all’intero paese.

L’iniziativa ha permesso agli operai aderenti al MOAF di presentarsi alla dozzina di compagni intervenuti per l’occasione, illustrando gli obiettivi, le caratteristiche e i metodi del coordinamento. Gli operai dell’IVECO di Brescia e Suzzara hanno così potuto confrontarsi con gli operai del MOAF, trovando svariati punti in comune nelle loro esperienze e iniziando fin da subito a progettare possibili iniziative da sviluppare, scambiandosi infine i contatti e facendo un passo avanti verso l’adesione al coordinamento.

Durante il dibattito si è parlato anche della lotta contro l’obbligo di fedeltà aziendale che il MOAF porta avanti a livello nazionale, in seguito alle note vicende di Mimmo Mignano e degli altri operai di Pomigliano, licenziati per la loro satira contro Marchionne. Si è dibattuto sulle forme di organizzazione che servono oggi nelle fabbriche, della necessità di andare oltre le formule organizzative e rivendicative del sindacato, che in questa fase di crisi hanno il fiato corto e portano a risultati parziali. Si è constatata l’importanza del ruolo dei comunisti per strutturare questo lavoro, per dargli continuità e prospettiva, per raccogliere e rilanciare la mobilitazione spontanea e farla maturare andando oltre le questioni contingenti. Da quelle questioni possiamo partire, ma per andare oltre, perché tante altre sono le questioni che serve affrontare per non dovere sempre rincorrere gli eventi e parare i colpi, ma costruire invece un futuro luminoso per tutte le masse popolari.

L’iniziativa “Nessuno si salva da solo” è stata questo, un passo verso questo futuro luminoso. Sicuramente i numeri sono ancora piccoli, il lavoro da fare grande, i risultati da consolidare, ma siamo un passo avanti rispetto a prima e da lì vogliamo e possiamo rilanciare!

Il Segretario della Sezione di Brescia del P.CARC

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