Rilanciamo i saluti inviati dal CC del (n)PCI all’iniziativa organizzata dalla Federazione Campania del Partito dei CARC in occasione del 25 aprile, presso la Nuova Casa del Popolo di Ponticelli, sede della sezione Napoli est “Vittorio Agnino”.
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Cari compagni,
vi ringraziamo per l’invito ad intervenire all’iniziativa di oggi. Il 25 aprile è un giorno speciale per il movimento comunista del nostro paese e per la lotta che le classi oppresse conducono per liberarsi una volta per tutte dalla borghesia imperialista, dal Vaticano, dalle Organizzazioni Criminali, dagli imperialisti USA (che proprio a Napoli hanno uno dei principali quartieri generali NATO in Europa e sono molto influenti, anche se spesso la cosa passa “sotto silenzio”), dagli imperialisti europei e dai sionisti.
Oggi è infatti il giorno in cui la Resistenza partigiana guidata dal vecchio PCI clandestino raggiunse il suo punto più alto e l’insurrezione di Milano fece tremare le classi dominanti. Il 25 aprile del 1945 la marea montante promossa dal vecchio PCI clandestino con alle spalle l’URSS di Stalin, base rossa della rivoluzione mondiale e baluardo della lotta contro il nazi-fascismo, toccò il suo apice, travolgendo quel che restava di quel regime (il regime fascista) che qualche anno prima sembrava invincibile. Il 25 aprile del 1945 mostrò su ampia scala quello che già avevano mostrato le gloriose 4 giornate di Napoli (che ebbero proprio a Ponticelli, storico quartiere operaio, socialista e comunista, una delle principali roccaforti): il nemico poteva essere sconfitto!
La borghesia imperialista e il Vaticano ancora tremano al solo ricordo di quel 25 aprile. Denigrano la Resistenza, criminalizzano i partigiani, equiparano fascisti e comunisti, invocano il superamento di questa festa “divisiva”. L’accanimento con cui ancora oggi attaccano la Resistenza, a distanza di più di 70 anni, è una dimostrazione evidente della loro paura. E se il nemico ha paura, significa che possiamo vincere e che la vittoria dipende solo da noi, dalla nostra strategia e dalla nostra tattica, dalla nostra dedizione e dalla nostra capacità di intervenire efficacemente nella lotta di classe! Bando al disfattismo, compagni!
La borghesia sa bene che la fiducia nella possibilità di vincere è una spinta potente, un elemento fondamentale in una guerra. Per questo cerca di alimentare la sfiducia tra le masse popolari e anche tra i comunisti. La sinistra borghese le dà man forte, così come di fatto anche i disertori che per loro errori ideologici, come Massimo Amore, abbandonano la Carovana del (n)PCI e passano alla sinistra borghese.
La propaganda comunista contrasta la sfiducia tra le masse popolari e spinge, incoraggia, sostiene gli elementi migliori a mobilitarsi e ad organizzarsi, a unirsi al movimento comunista che rinasce nel nostro paese forte delle lezioni tratte dall’esperienza e anche dagli errori del vecchio movimento comunista. Per questo motivo affermiamo con convinzione che la propaganda comunista è un’arma di guerra, tanto più incisiva quanto più la usiamo su ampia scala, veicolando parole d’ordine giuste alle masse popolari, concentrandoci in particolare sugli operai e sui lavoratori delle aziende pubbliche e combinandola con la loro mobilitazione e organizzazione per occuparsi del destino della loro azienda e contribuire al cambiamento del paese!
Ben vengano quindi iniziative culturali e di dibattito come quella di oggi, così come le scritte murali, la propaganda davanti alle fabbriche, alle aziende pubbliche e alle scuole. Non sottovalutate mai, compagni, la propaganda, non sottovalutate mai l’importanza della vostra azione! Mai! 10, 100, 1000 iniziative culturali sulla storia gloriosa del movimento comunista del nostro paese e internazionale! 10, 100, 1000 scritte murali, azioni di propaganda davanti alle fabbriche, alle aziende pubbliche e alle scuole!
Uno dei motivi per cui il vecchio PCI conquistò la fiducia della classe operaia e delle masse popolari fu che durante il ventennio fascista affrontò sforzi eroici e prove durissime per tenere in piedi la propria struttura, ricostruendola dopo ogni ondata repressiva e continuando a orientare con la sua propaganda le masse popolari e a organizzarle (a differenza di Bordiga e i suoi seguaci che, alla stregua degli intellettuali borghesi alla Benedetto Croce, restarono invece in disparte a guardare il procedere degli eventi). Non a caso i fascisti e l’OVRA si dannavano per scoprire gli artefici di scritte murali contro il Duce oppure per scoprire i tipografi clandestini e i diffusori de L’Unità. Marina Sereni nel libro I giorni della nostra vita racconta degli sforzi compiuti da lei, da Emilio Sereni e da altri compagni per ricostruire a Napoli il PCI a seguito dell’ennesima ondata repressiva e per far tornare L’Unità a circolare tra gli operai e, soprattutto, mostra bene l’importanza che ebbe per gli operai tornare ad avere in mano e leggere il giornale comunista dopo un lungo periodo di interruzione a causa della repressione. Senza il PCI e la sua eroica azione, la classe operaia non avrebbe travolto il Fascismo. Dobbiamo fare tesoro di questi insegnamenti e non sottovalutare mai la nostra azione!
La propaganda va unita con il costante e articolato lavoro per mobilitare e organizzare gli operai e i lavoratori contro la “morte lenta” delle aziende, lo smembramento delle aziende, la delocalizzazione. Ogni azienda capitalista e pubblica deve diventare un centro di organizzazione e mobilitazione dei lavoratori contro il programma di lacrime e sangue della borghesia, un centro di resistenza organizzata a questo programma e anche di costruzione di una società libera dai padroni, dal Vaticano e dagli altri sfruttatori. Furono gli scioperi del marzo del 1943 organizzati dal PCI clandestino, che il Fascismo non era riuscito a radere al suolo, a segnare la fine del regime.
I comunisti non sono gli spettatori, i commentatori e i critici di quello che fa la classe dominante. I comunisti non sono coloro che predicano la rivoluzione socialista e il comunismo alle masse popolari, che “credono” nel comunismo e aspettano che “prima o poi” scoppi la rivoluzione. I comunisti non sono quelli che si lamentano che “le masse popolari in Italia sono poco combattive” e che “aspettano che la coscienza delle masse cresca” per fare la rivoluzione.
I comunisti sono invece coloro che guidano le masse popolari, a partire da come sono e le fanno partecipare praticamente alla rivoluzione socialista che essi promuovono. Le masse popolari diventano sempre più combattive man mano che sperimentano che il Partito comunista le dirige in modo giusto: le dirige in modo che la loro forza cresce ed esse strappano alla borghesia e al Vaticano una posizione dopo l’altra. Anche la Resistenza ci ha insegnato questo.
Tessere, tessere, tessere e ancora tessere la rete del nuovo potere delle masse popolari organizzate, compagni! Consolidare e rafforzare il (n)PCI moltiplicando i suoi Comitati di Partito clandestini in particolare nelle aziende capitaliste e pubbliche, elevare il livello ed estendere la rete del P.CARC, moltiplicare e rafforzare le organizzazioni operaie e popolari e lavorare per farle diventare, passo dopo passo, battaglia dopo battaglia, i soviet della rivoluzione socialista in corso nel nostro paese! Questi sono i compiti della fase per avanzare. Tutti coloro che non vogliono restare a guardare il corso catastrofico delle cose promosso dalla borghesia, tutti coloro che non si rassegnano a questa catastrofe e che vogliono darsi da fare, che vogliono costruire un futuro migliore per i propri figli e le generazioni future, che vogliono lottare possono dare il loro contributo a quest’opera! Il contributo di ognuno è prezioso!
Avanti nella Rossa Primavera, compagni!
Osare lottare, osare vincere!
Ora e sempre, onore al compagno Vittorio Agnino! Vinceremo!