A quattro mesi dalla chiusura della fabbrica, gli operai Bekaert sono ancora in attesa dell’erogazione della cassa integrazione, che sono riusciti a strappare anche per i lavoratori della ditta esterna delle pulizie rompendo il tabù dell’indotto che rimane abbandonato a sé stesso; di nuovi acquirenti e dei progetti di reindustrializzazione non si vede ancora l’ombra. La situazione parla chiaro e chiama ancora in causa gli attori istituzionali che si sono spesi per impedire la dismissione dello stabilimento: i sindaci del territorio e la Regione Toscana, i sindacati, il governo M5S-Lega.
I sindaci, e a maggior ragione quelli che si ripresentano alla prossima tornata elettorale, devono da subito mettersi alla testa di ogni mobilitazione che gli operai Bekaert lanceranno, come hanno fatto i loro colleghi della Piana che hanno partecipato al corteo dello scorso 30 marzo a Firenze contro il raddoppio dell’aeroporto di Peretola: le prime facce che si devono vedere dovranno essere le loro, insieme a quella di Rossi con il megafono che brandiva sotto la sede della Pirelli a Milano, se vogliono avere la possibilità di essere ancora votati!
I sindacati devono sostenere senza riserve ogni azione che decideranno gli operai, anche se illegale ma ritenuta legittima se serve a sbloccare la situazione di stallo; ad esempio, possono irrompere nella fabbrica per verificare lo stato dei macchinari (ancora) presenti come viene negato da mesi alla maniera degli operai della Blutec di Palermo, devono sostenere picchetti e blocchi stradali – un “classico” della lotta rivendicativa del movimento operaio – in barba al tanto vituperato DL Sicurezza che già a febbraio alla GKN si è dimostrato inconsistente quando i lavoratori mettono in campo tutta la loro forza. Devono fare tutto ciò che serve per sbloccare immediatamente il versamento della CIG e rilanciare l’attenzione mediatica sulla battaglia, proclamando lo sciopero provinciale come lo scorso luglio, mettere in campo tutta la loro vasta rete di contatti e relazioni se non vogliono vedere stracciate le tessere!
Il governo M5S-Lega deve essere coerente con le sue parole d’ordine e le promesse sulla lotta alle delocalizzazioni e il “prima gli italiani”; Di Maio, che si è messo al petto la “medaglia Bekaert” anche a Italia a 5 Stelle dello scorso ottobre, deve mettere sul piatto ogni relazione e risorsa economica per rilanciare un’eccellenza del patrimonio industriale del paese, l’unica azienda che produceva steelcord, se non vuole rapidamente perdere il consenso che gran parte dei lavoratori Bekaert e non solo avevano accordato loro in nome del cambiamento dei rapporti con i padroni, la UE e le sue regole e leggi da cravattari, in nome della rottura concreta e non a parole e basta con chi li ha preceduti per decenni nel solco delle Larghe Intese e aveva permesso il progressivo smantellamento dell’azienda e la svendita alla multinazionale belga. Se la multinazionale continua a mettere i bastoni fra le ruote per fare arrivare ai lavoratori quanto gli spetta – ricordiamo che gli ammortizzatori sociali sono salario differito) devono requisire terreni e stabilimento e congelare i conti della multinazionale: questo è ciò che deve fare un governo che dice di voler tutelare i lavoratori e le loro famiglie, un intero territorio che da oltre un anno è dilaniato da questa crisi!
Perchè questi “miracoli” avvengano, la soluzione principale viene dalla classe operaia; sta nell’organizzazione operaia della Bekaert e in quelle delle tante altre aziende che in questo tempo hanno espresso solidarietà alla loro lotta, che è comune ai colleghi che lavorano in migliaia di altre aziende afflitte, come la loro, dalla morte lenta: la Piaggio, la ex Lucchini, la Ginori, l’ipermercato Panorama, solo per citarne alcune della nostra regione.
Questi quattro mesi trascorsi senza risultati hanno mostrato che è necessario che questi operai si rimettano alla testa della mobilitazione, approfittando delle prossime elezioni locali ed europee che rendono i vari attori istituzionali decisamente più “sensibili” a quanto metteranno sul piatto e soprattutto se vorranno mantenere il consenso di cui hanno goduto finora.
Il tempo delle chiacchiere e delle promesse deve finire, erogare immediatamente gli ammortizzatori sociali e riaprire la Bekaert! Avanti classe operaia!