Le aziende della Grande Distribuzione Organizzata non sono caserme!

Far valere i diritti e le tutele dei lavoratori, mobilitarsi per conquistarne di nuovi

Milano. Il 3 aprile si svolge il processo di appello contro la sentenza di reintegro di Luciano Pasetti, compagno del P.CARC e delegato sindacale SGB. Della vittoriosa lotta per il suo reintegro abbiamo parlato nell’articolo “Luciano Pasetti è stato reintegrato! Una vittoria per tutta la classe operaia” sul numero 2/19 di Resistenza. Il ricorso di Carrefour conferma il carattere persecutorio del licenziamento, la volontà di farla pagare a un lavoratore, militante comunista e delegato sindacale che da anni è un’avanguardia nella difesa dei diritti dei suoi compagni di lavoro e che si è messo sulla strada dell’organizzazione e del coordinamento fra lavoratori del settore, andando oltre le questioni della sua singola azienda.

Per Carrefour è essenziale eliminare un compagno come Luciano, il presupposto per avere mano libera in azienda e imporre condizioni di lavoro sempre peggiori. Dopo il suo rientro sul posto di lavoro l’azienda ha tentato di imporgli orari diversi da quelli previsti dal suo contratto e inquadramento, imponendo un peggioramento degli orari anche agli altri lavoratori e non rinnovando i contratti degli assunti interinali. Un assaggio di quello che si prospetta se la direzione aziendale dovesse vincere la battaglia contro un argine all’arbitrio padronale quale è Luciano Pasetti! E’ un fenomeno comune a tante altre aziende della Grande Distribuzione, storie di abusi e arbitrio padronale che si dispiega in maniera sempre più aperta quanto meno trova la mobilitazione a mettergli un argine.

Di seguito riportiamo alcuni esempi, circoscritti all’area milanese, che testimoniano l’“andazzo” in tutto il paese, tanti lettori hanno conoscenza più o meno diretta di storie simili che avvengono sotto gli occhi dei sindacati di regime che nel settore hanno specifiche responsabilità rispetto all’abolizione di ogni forma di tutela.

Aziende come caserme!

IKEA a Corsico (MI) sospende 30 dipendenti accusandoli di “furto”, 10 di loro vengono licenziati, su altri 20 “continuano le indagini interne”. E’ un’azione per intimidire i lavoratori: sparando nel mucchio, a caso, l’azienda spera di “tenere buoni e sottomessi” anche tutti gli altri. A Corsico e a Carugate IKEA aveva già licenziato due delegati sindacali nel 2017 e non ha recepito le sentenze di reintegro emesse dal Tribunale del Lavoro, aveva già licenziato Marica Ricutti nel 2017, sostanzialmente per aver richiesto dei cambi turno per accudire il figlio disabile.

PAM di via Sabotino, Milano. Il 9 marzo è stata consegnata una lettera di contestazione a un lavoratore precario che aveva scioperato il giorno prima in occasione della Giornata Internazionale della Donna (sciopero generale di 24 ore proclamato da varie sigle); di fronte alla richiesta di spiegazioni è stata comminata seduta stante un’ulteriore lettera di contestazione con un pretesto ad hoc. La FISASCAT-CISL, unico sindacato presente al PAM, rifiuta di difendere il diritto costituzionale di sciopero esercitato dal lavoratore perché “non ha proclamato lei lo sciopero” (!).

Carrefour di via San Gimignano, Milano. Il Tribunale del Lavoro di Milano ha convalidato il licenziamento per Anna Palmisano per il superamento del numero dei giorni di malattia. Superamento che, anche nel caso in cui fosse avvenuto, è dovuto alla malattia professionale che la lavoratrice ha contratto nei decenni di lavoro in cassa e che non le viene ancora riconosciuta. Come dire: “ti prendiamo a lavorare finché sei utile, ti consumiamo fino all’osso e poi ti scarichiamo in pattumiera”.

Operai e operaie!

Lavoratori della grande distribuzione!

Basta con gli arbitri padronali, le intimidazioni, gli abusi!

Il 3 di aprile ci sarà l’udienza di appello contro Luciano Pasetti in cui l’azienda ritorna alla carica contro il suo reintegro. Dalle h 9 promuoveremo un presidio all’esterno del Tribunale di Milano, a cui invitiamo a partecipare tutte e tutti: compagni e solidali, operai e operaie, lavoratrici e lavoratori. Questa è una lotta che riguarda tutti e perciò ci appelliamo anche alle organizzazioni sindacali e politiche, agli esponenti politici che hanno fatto un mare di promesse per essere eletti e oggi devono metterci la faccia. Ogni arretramento su una battaglia come questa avrà conseguenze che pagheranno tutti i lavoratori. La sentenza di reintegro in primo grado ha creato un precedente importante da far valere: ogni avanzamento in questa lotta è un passo avanti verso la ricostruzione dei legami di classe, dell’organizzazione, del coordinamento, della riscossa!

La strada della riscossa è la costruzione di una rete di organizzazioni operaie nel settore della grande distribuzione, che crei un portentoso argine alle angherie padronali ponendo le basi per nuove conquiste. Questo è possibile, questo è necessario! Per farlo ogni lavoratore che non vuole piegare la testa deve cercare e trovare il modo, nonostante intimidazioni, minacce e ricatti, di legarsi ad altri che come lui vogliono cambiare lo stato di cose presente, in azienda e fuori. Perché nessuna azienda è un’isola, quello che succede in Ikea interessa anche a chi lavora in Carrefour o al PAM e via via in tutte le aziende del paese, del settore o meno. Ogni lavoratore che non si rassegna può e deve trovare il modo di costruire un’organizzazione sul suo luogo di lavoro e legarsi con altri che lo fanno e faranno in altre aziende, a prescindere dalle tessere e dall’azione dei sindacati. L’obiettivo a cui tendere è la ricostruzione di una rete di relazioni e di organizzazioni operaie che creino il contesto per ottenere nuove e più ampie vittorie, per riprendere il cammino di progresso interrotto anni fa, per riportare dignità, fierezza e conquiste nel mondo del lavoro.

L’importanza di ogni piccolo passo va valutato per la direzione che prende!

Lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata e non solo, contattateci!

Il P.CARC sostiene attivamente ogni lavoratore che voglia mettersi sulla strada della riscossa!

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