Letture sul (nuovo)PCI. A marzo, in seguito alla pubblicazione dei Comunicati CC 1 e 2/2019 del (nuovo) PCI e dell’articolo di Resistenza n.02/2019 1999 – 2019: Il Ventesimo anniversario della CP del congresso di fondazione del (n)PCI, si sono svolte numerose discussioni (più di 30) sia tra i membri del Partito, sia in iniziative aperte al pubblico. Infatti, questi articoli hanno fatto crescere curiosità e interesse rispetto alla Carovana del (nuovo)PCI, soprattutto riguardo alla scelta dei compagni Angelo D’Arcangeli e Chiara De Marchis di dimettersi dal P.CARC e andare a rafforzare il centro clandestino del (nuovo)PCI. Questi tre testi affrontano aspetti utili a rendere più concreta la comprensione del perché sono necessari due partiti comunisti per fare la rivoluzione socialista in Italia, di come e quanto si differenziano da quelli del secolo scorso, di come e quanto sono strettamente connessi con la lotta di classe in corso, di come e quanto stanno facendo fronte alla tre tare (economicismo, elettoralismo e militarismo) che hanno portato alla disfatta il vecchio movimento comunista, di cosa significa “diventare comunisti di tipo nuovo”. Le reazioni dei compagni del Partito e dei collaboratori hanno dato il via a una discussione ben più ampia, che non si esaurisce certo con un paio di incontri ma che ha già portato a un importante risultato; infatti propagandare l’esistenza dei due partiti, già di per sé, contribuisce alla rivoluzione socialista in corso nel nostro paese. Ma c’è un aspetto che serpeggia nei dibattiti, l’idea che con l’entrata in clandestinità di due ex dirigenti del P.CARC il (nnuovo)PCI ci “metta nei guai” con la repressione. Nel saluto del (nuovo)PCI al V Congresso nazionale del P.CARC, l’argomento è ben affrontato: “Il (nuovo)PCI è il retroterra sicuro per il P.CARC e per tutte le organizzazioni pubbliche, perché 1. con la sua esistenza scoraggia gli attacchi del nemico nei confronti delle organizzazioni pubbliche, 2. crea le condizioni per affrontarli efficacemente e rivoltarli contro di esso, 3. crea le condizioni per avanzare nella lotta per instaurare il socialismo indipendentemente da quale sarà l’azione svolta del nemico”.
8 marzo. In occasione della Giornata Internazionale della Donna tutte le federazioni del Partito hanno partecipato alle mobilitazioni sui territori e organizzato proprie iniziative sul tema.
Particolarmente importante è stata l’iniziativa svolta dalla sezione di Brescia il 17 marzo, per come è stata preparata e condotta. Nelle settimane precedenti, infatti, la sezione ha spinto vari organismi a propagandare lo sciopero dell’8 marzo davanti alle aziende capitaliste della zona come la Sanitars e ha svolto alcuni incontri preparatori con NUDM, costruendo un percorso comune. La compagna Chiara De Marchis ha inviato un saluto all’iniziativa del 17 marzo: la discussione è stata ricca ed è servita a fare chiarezza, senza però esaurire il dibattito, sulla doppia oppressione delle donne delle masse popolari e sulla strada per la loro emancipazione, la lotta per la rivoluzione socialista, soprattutto nel nostro paese caratterizzato dal potere morale, economico e politico del Vaticano.
Comitato “Sporchi, cattivi e pendolari” (MI). Il 13 marzo la Sezione di Milano ha partecipato all’assemblea promossa dal comitato “Sporchi, cattivi e pendolari” (nato per difendere il trasporto pubblico locale e contrastare le privatizzazioni). All’assemblea hanno partecipato molti comitati cittadini che si mobilitano contro la privatizzazione di ATM e il rincaro del biglietto, lavoratori dell’azienda, esponenti dei sindacati di base e altri ancora. L’incontro è servito sia al Comitato per presentarsi, sia per confrontarsi fra le realtà che si occupano del tema e darsi una prospettiva unitaria, proseguendo la campagna pubblica ed estendendola a tutta la Lombardia. A partire dal nostro intervento come Partito, è stata riconosciuta fondamentale l’alleanza tra lavoratori e utenti, così come anche il controllo popolare sulle decisioni dell’azienda e la necessità di legare questa battaglia con quella contro le grandi opere inutili e dunque anche alla manifestazione del 23 marzo. Infatti nei giorni successivi all’assemblea i compagni delle sezioni milanesi hanno promosso alcuni volantinaggi davanti ai depostiti ATM per invitare i lavoratori alla manifestazione di Roma, mostrando, anche nel volantino che è stato distribuito, la necessità di realizzare un trasporto pubblico sostenibile, efficiente e accessibile, sviluppando i lavori che servono, prendendo i soldi da dove già ci sono (sono quelli stanziati per le grandi opere inutili!), per potenziare il servizio di trasporto pubblico locale.
Diffusione Hitachi (Pistoia). A inizio marzo i compagni della sezione di Pisa e Pistoia hanno svolto un volantinaggio davanti all’Hitachi di Pistoia, azienda su cui intervengono già da tempo. All’iniziativa ha partecipato anche un giovane lavoratore che per la prima volta interveniva di fronte a una fabbrica ed è rimasto colpito dalla risposta positiva degli operai di fronte ai comunisti e alle bandiere con la falce e martello (sono state diffuse 16 di copie di Resistenza). A tentare di disturbare la diffusione è intervenuta la DIGOS che come accade spesso a Pistoia cerca di intimidire i compagni, soprattutto quando la presenza di fronte ai cancelli coinvolge compagni alle prime esperienze, cercando di intimorirli. Obiettivo mancato: sia per i dati positivi della diffusione, sia perché il gruppo di compagni è tornato più coeso e convinto di quando la diffusione è iniziata.
Lettura sull’ambiente a Piombino (LI). Sabato 2 marzo la Federazione Toscana ha presentato a Piombino l’articolo di Resistenza n. 02/2019 Crisi ambientale – Invertire la rotta è possibile. Hanno partecipato alcuni operai di Camping CIG, consiglieri comunali e militanti del M5S e alcuni simpatizzanti, con cui si è discusso del contenuto dell’articolo declinato sul contesto di Piombino, in particolare degli esempi concreti di riconversione ecologica delle acciaierie e di altri settori produttivi, indicando come la rivoluzione socialista sia la condizione necessaria per invertire la rotta nel territorio e nel paese. Contestualmente, i compagni hanno portato l’invito a partecipare alla marcia per il clima e contro le grandi opere inutili a Roma, rivolgendosi non solo agli “ambientalisti” ma a tutti gli operai di Piombino, rilanciando anche il coordinamento con il Comitato Salute Pubblica (CSP) locale e gli altri comitati della Val di Cornia che lottano per salute e ambiente e che nelle scorse settimane sono riusciti a portare centinaia di persone in piazza, compresi parlamentari come quello del M5S Ricciardi (che ha fatto un’interrogazione parlamentare sulla situazione della città). Controllo popolare sulle bonifiche per liberare la città dei veleni delle acciaierie e della discarica sono l’opera di cui Piombino ha bisogno e di cui le masse popolari cittadine possono e devono farsi promotrici: è così che si lega la tutela dell’ambiente alla questione dei lavori che servono!