Lunedì 25 marzo la Corte di Appello di Genova ha confermato la condanna a due mesi di carcere e 150 euro di multa a carico del compagno Marco Lenzoni in riferimento alla mobilitazione contro il Jobs Act che si svolse a Massa il 4 dicembre del 2014, andando così a confermare la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Massa in data 12 gennaio 2018.
Con questo comunicato, il nostro Partito, che era presente all’udienza in Corte di Appello e che in queste settimane ha promosso la solidarietà nei confronti di Marco, intende innanzitutto ringraziare tutte le organizzazioni, i singoli lavoratori e i compagni che nelle scorse settimane si sono mobilitati per costruire una reale solidarietà intorno a questa vicenda con prese di posizione, “foto solidali”, contributi economici e quant’altro.
Come è noto, la condanna inflitta a Marco fa riferimento ad una mobilitazione che si svolse a Massa in occasione dell’approvazione del Jobs Act, quando al termine di un presidio regolarmente preavvisato sotto al Comune di Massa i manifestanti si spostarono in segno di protesta sotto la locale sede del Partito Democratico: in sostanza percorsero 100 metri in un tratto di strada (pedonale!!!) compiendo secondo l’accusa il reato di “manifestazione non preavvisata” (art.18 del Regio decreto fascista!).
Ci sarebbe da ridere se questa condanna non fosse altro che la chiara dimostrazione del fatto che la giustizia borghese è scritta su misura per tutelare gli interessi dei ricchi. Una giustizia che da una parte permette a un pugno di padroni di sfruttare, avvelenare, devastare i territori e l’ambiente, fare carta straccia delle parti progressiste contenute nella Costituzione e dall’altra che si accanisce contro chi si mobilita e si organizza contro le sue leggi infami e per far fronte agli effetti disastrosi prodotti dal suo sistema sociale!
Ci sarebbe da ridere se il Jobs Act non fosse un provvedimento criminale che azzera i diritti dei lavoratori e crea le premesse per uno sfruttamento e un ricatto incondizionato!
Ci sarebbe da ridere se Marco non fosse stato condannato con l’ausilio di un codice di natura fascista!
Per queste ragioni, annunciamo che la battaglia continuerà anche in sede processuale; il compagno infatti farà ricorso in Cassazione.
Come Partito dei CARC continueremo a sostenere il compagno in questa battaglia e facciamo appello fin d’ora a costruire un fronte comune di solidarietà in vista delle future scadenze processuali.
Per contribuire alle spese legali:
-è possibile fare una sottoscrizione alla Poste Pay intestata ad Elena Tartarini n. 5333 1710 8262 9078;
-siete tutte/i invitate/i a partecipare al “PRANZO SOLIDALE ALL’APERTO” che la nostra sezione sta organizzando per domenica 31 MARZO (per info potete contattare il 320.2977465)
Non un passo indietro!
Solidarietà a Marco e a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori colpiti dal Jobs Act!