L’iniziativa “Black Panthers: incontro con Silvia Baraldini a Modena”, che si terrà il 29 marzo, contribuisce a porre una chiara linea di demarcazione tra chi mette al centro la solidarietà di classe e vuole imparare dalle esperienze della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e chi invece non perde occasione per denigrare e intossicare le masse popolari. Questo secondo atteggiamento è tipico di chi, cosciente o meno, teme il nuovo che avanza, o meglio il nuovo potere che si costruisce anche nel nostro paese. In questo quadro si inserisce l’articolo del 20 marzo, a firma Laura Caputo, apparso su ilformat.info e dal titolo “Cattive maestre, Silvia Baraldini in tour con i Carc racconta le Black Panthers”.
Contro l’intossicazione, facciamo bilancio del passato e sintetizziamo insegnamenti per l’oggi!
Potenzialmente infiniti sono gli esempi di diversione a cui sono quotidianamente sottoposte le masse popolari, come nel caso del Venezuela Bolivariano e la legittima respinta del golpe con la maschera di Guaidò e il vero volto nascosto dell’imperialismo statunitense, essendo l’intossicazione primo pilastro (non a caso potenziato e costantemente foraggiato) del regime di contro rivoluzione preventiva, ovvero il sistema politico che la borghesia ha elaborato, nei paesi imperialisti, per impedire la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari ed evitare lo scontro diretto. Per la borghesia, intossicare i “cuori e le menti” è aspetto decisivo per fare fronte alla crisi che avanza e che mina i pilastri di questo regime: la realtà è e sarà sempre superiore alle idee. Infatti, con le elezioni politiche del 4 marzo 2018, abbiamo assistito a un salto di qualità della resistenza spontanea che le masse popolari oppongono al procedere della crisi del capitalismo: votando in massa i partiti che si ponevano in discontinuità con le misure di lacrime e sangue promosse da quarant’anni a questa parte hanno di fatto aperto una breccia nel sistema politico delle Larghe Intese. Non solo, ma il suo allargamento è un evento indipendente dall’esistenza del Governo M5S-Lega (che è la forma specifica che ha preso l’allargamento della breccia nel nostro Paese) perché non si può richiudere: per la borghesia è diventato difficile, se non impossibile, poter installare governi delle Larghe Intese senza rompere ulteriormente le apparenze della democrazia borghese. La classe dominante è quindi costretta a restringere le libertà e i diritti conquistati con dure lotte nella seconda metà del secolo scorso perché sente venire meno il terreno sotto i propri piedi e gli spazi di valorizzazione del capitale si restringono oggettivamente: la crisi del capitalismo è entrata nella sua fase acuta e terminale!
In quest’ottica, l’articolo della Caputo è occasione per mettere ordine nella confusione e per sottolineare l’utilità di incontri come quelli con Silvia Baraldini, volani per l’avanzamento nella costruzione della rivoluzione socialista in corso nel nostro paese. In particolar modo, l’esperienza del Black Panther Party è conferma della necessità della messa al centro della Concezione Comunista del Mondo da parte del Partito Comunista per realizzare i propri compiti e consente di ragionare rispetto alla strategia che i comunisti devono dispiegare nei paesi imperialisti per instaurare il socialismo (la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata). Quest’ultimo aspetto è cardine per conoscere e comprendere la natura clandestina del nostro partito fratello, il (nuovo) PCI e ragionare rispetto a quale Partito serve per fare dell’Italia un nuovo Paese socialista.
Ecco perché la stampa di regime getta “fumo negli occhi”: ospitare Silvia Baraldini significa non dissociarsi dal passato e men che meno rimanere in balia dell’analisi dei vincitori.
Scegliere: o con gli aguzzini o contro gli abusi in divisa!
Dopo essersela presa con S. Baraldini, una donna che ha scelto di lottare per liberare la sua classe dalle catene a cui è condannata in questo sistema, la Caputo, con il tipico metodo del saltare “di palo in frasca” solo per confondere e denigrare, rispolvera l’apertura, da parte del (nuovo) PCI, del sito Caccia allo sbirro, uno strumento per rendere noti i nomi e i volti di chi, fregiandosi di una divisa e nascondendosi dietro di essa, abusa del proprio ruolo e rimane spesso impunito. Una campagna questa che attiene fortemente alla Vigilanza Democratica sull’operato delle Forze dell’Ordine: non è un caso che poco più sotto la Caputo, fedele alla sua logica, tira per il giacchetto anche ACAD – Associazione Contro gli Abusi in Divisa, una Onlus che da sempre si batte per la verità e la giustizia in questo campo, che non fa parte dell’area politica del Partito dei CARC ma a cui va tutto il nostro sostegno e appoggio!
Entrando nel merito dell’attacco per il sito Caccia allo sbirro (CAS), dal 2009 al 2013 si condusse la battaglia politica e legale contro il procedimento orchestrato dal PM Morena Plazzi di Bologna nei confronti di quattro compagni del Partito dei CARC, dell’Associazione Solidarietà Proletaria e del Sindacato Lavoratori in Lotta-per il sindacato di classe a seguito, appunto, della realizzazione da parte del (nuovo)Partito comunista italiano del sito Caccia allo Sbirro. Il processo venne vinto ma i suoi mandanti si legarono però al dito la nostra battaglia e infatti l’8 maggio a Milano riparte, in Appello, il processo contro Rosalba Romana, membro del P. CARC, imputata all’epoca di CAS e intestataria del sito Vigilanza Democratica. La lotta per la legittima applicazione dell’articolo 21 della Costituzione e per la trasparenza nelle catene di comando delle Forze dell’Ordine continua e per questo ne approfittiamo per invitarvi a sottoscrivere l’appello in solidarietà a Rosalba e a Vigilanza Democratica qui facilmente reperibile.
Conclusioni
Rigettiamo questo strumentale attacco e il 29 mattina, dalle 9 in piazza di Porta Ravegnana a Bologna ci sarà un presidio solidale con alcuni comunisti che, per aver applicato le libertà e i diritti d’espressione e propaganda ottenuti con la Resistenza antifascista, sono stati condannati e si attende la decisione della Corte d’Appello!
Le due iniziative con Silvia Baraldini, il 29 marzo a Modena e il 30 marzo a Reggio Emilia, sono quindi ulteriore occasione per tradurre in concreto la solidarietà di classe!
All’intossicazione e diversione rispondiamo con la lotta di classe! Il nuovo avanza e ogni contributo è realmente prezioso!
Nell’anno del centenario della fondazione dell’Internazionale Comunista facciamo del bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale ambito di insegnamenti per l’oggi!