Il 15 marzo il Ministro degli Interni Matteo Salvini si è recato in visita a Napoli per presiedere il Comitato Provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica. In quell’occasione, mentre all’esterno organizzazioni politiche e comitati ambientalisti e studenteschi contestavano la presenza del ministro a Napoli, Salvini ha esternato una serie di dichiarazioni circa l’abbattimento delle Vele di Scampia, affermando di volervi partecipare.
Nel suo discorso il leader della Lega ha parlato dell’abbattimento delle Vele come azione volta a combattere la criminalità tipica di quel quartiere per dare risposte ai cittadini. A queste affermazioni è seguita la secca risposta del Comitato Vele di Scampia che ha ricordato che il processo di abbattimento delle Vele è frutto del processo di partecipazione e protagonismo delle masse popolari del quartiere, un percorso di lotta e organizzazione durato trent’anni che ha costretto le istituzioni ufficiali non solo a riconoscere agli abitanti del quartiere una casa dignitosa ma, ha imposto il riconoscimento di tale diritto anche a tutti gli elementi delle masse popolari che hanno occupato quelle case per avere un tetto sulla testa. Alle dichiarazioni del Comitato Vele hanno fatto eco le voci di altre associazioni e comitati di Scampia.
Confermano queste parole che la miseria, il degrado ambientale, la devastazione e l’inquinamento dell’ambiente non possono essere un problema di ordine pubblico, come Salvini continua a ripetere, ma una questione collettiva, sociale. Attengono al sistema in cui viviamo.
Hanno fatto specie a molti le parole anche di uomini e partiti che negli ultimi anni hanno governato il nostro paese, rendendosi artefici e complici delle condizioni in cui i gruppi imperialisti hanno ridotto le masse popolari. La sicurezza per le masse popolari è l’esatto opposto della guerra tra poveri promossa dai partiti delle Larghe Intese e dalle ricette securitarie proposte da Salvini.
I ministri del governo M5S-Lega, i parlamentari e gli eletti che a parole si ergono a paladini delle masse popolari, gli amministratori locali si preoccupino di usare il proprio ruolo sociale, le proprie relazioni e la propria visibilità per impedire la chiusura delle aziende, dare un lavoro dignitoso a chi non ce l’ha, assegnare case per le famiglie dei lavoratori e asili e scuole sicure per i loro figli, finirla con le “spedizioni umanitarie” della NATO e con i suoi preparativi e dispositivi di guerra. Altroché abbattere le Vele da sempre covo di criminali, le Vele si abbattono perché per questo hanno lottato eroicamente per trent’anni il meglio degli uomini e delle donne di questo quartiere!
Ruolo delle masse popolari oggi è quello di organizzarsi e spingere tutti questi signori a FARE, basta chiacchiere e tatticismi elettorali. La realtà è concreta e i fatti hanno la testa dura. Chi rispetta e serve gli interessi, le leggi e i trattati dei capitalisti e delle loro autorità, frappone mille ostacoli alla forza creatrice della classe operaia e delle masse popolari. Impedisce nei fatti che gli operai e i lavoratori avanzati si organizzino in ogni azienda, prendano l’iniziativa in campo economico e organizzino cantieri per tutti i lavori utili e necessari di manutenzione del territorio, delle strade e delle altre vie di comunicazione, delle infrastrutture, delle strutture e degli edifici pubblici e privati, li mettano in sicurezza e con questo offrano un lavoro utile e dignitoso, adeguatamente remunerato a tutti quelli che sono disposti a lavorare.
È dalla lotta per affermare questo processo pratico che dipende il corso delle cose, il corso politico del paese e la costituzione del Governo di Blocco Popolare, sono le masse popolari organizzate che devono dirigere il paese!
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L’ABBATTIMENTO NON È UNO SPETTACOLO PER FARE LIKE MA IL RISULTATO DELLA LOTTA!!
Apprendiamo dalla stampa che il Ministro degli interni Matteo Salvini vorrebbe “venire ad assistere” all’abbattimento della Vela Verde previsto per le prossime settimane. Ci dispiace se le nostre parole rovineranno il desiderio di Salvini di godersi in prima fila uno spettacolo, ma di fronte a chi crede che la vita e la dignità della nostra gente possa diventare un teatrino dobbiamo prendere parola.
Caro Ministro,
Lo diciamo chiaramente: lei non è un ospite gradito. L’abbattimento della vela non sarà uno spettacolo su cui fare like su Facebook.
La vela sarà abbattuta grazie al lavoro e al sacrificio di un comitato fatto di donne e uomini che da anni vivono in quelle carceri speciali come occupanti.
Quegli occupanti su cui ogni giorno dichiara di voler passare con le ruspe.
La vela si abbatte perché insieme ad essa devono essere demoliti gli stereotipi negativi sul nostro quartiere e sulla nostra città, stereotipi su cui lei ha fatta la sua fortuna elettorale.
La vela si abbatte grazie alla determinazione di una comunità inclusiva, solidale e senza barriere, da sempre ostile a chi come lei alimenta la guerra tra poveri e l’odio per gli ultimi. Noi siamo quegli ultimi. Quegli ultimi che la Lega Nord ha chiamato criminali, lazzari, fannulloni, perditempo, terroni.
Quegli ultimi che i governi di cui ha fatto parte hanno calpestato senza pudore. Quegli ultimi che il suo piano di autonomia del Nord vuole affamare sempre di più, comprimendone i diritti, precarizzandone il futuro. Quegli ultimi che hanno dovuto scegliere tra rimanere in un territorio martoriato e abbandonato o emigrare in regioni settentrionali dove – per colpa del suo partito – hanno subito marginalizzazione e razzismo. Se non le è mai importato di noi quando eravamo in difficoltà, non le consentiremo di mescolarsi a noi durante un momento di gioia e di riscatto.
Per tutte queste ragioni l’abbattimento della vela non sarà mai una tappa della sua propaganda da quattro soldi.
Se ne faccia una ragione.
Non ci provi nemmeno.