Pubblichiamo l’appello di un militante del M5S a partecipare alla Marcia per il clima e contro le Grandi opere inutili che si svolgerà domani a Roma.
Quanto scritto mette in luce le contraddizioni che molti attivisti del Movimento, delusi dalla parziale attuazione delle misure contenute nel Contratto di Governo come il diritto al lavoro, la tutela ambientale che da sempre hanno aggregato intorno ai meetup. Viene messa in evidenza quindi la crepa che si è formata tra la base del M5S e la sua testa. È giusta, quindi, la propensione espressa da questo attivista a stimolare e incalzare gli eletti e gli altri attivisti del M5S a partecipare alla manifestazione di domani ma va allargata estesa, eretta a sistema.
I meetup del M5S sono ambiti di organizzazione importante per indicare agli esponenti del nuovo governo le misure necessarie per far fronte caso per caso agli effetti più gravi della crisi, anche unendosi alle masse popolari che già si organizzano nel resto del paese per attuare direttamente le misure necessarie per far fronte agli effetti della crisi che è possibile attuare localmente ed esigere che il governo le appoggi.
Questo nel concreto significa per attivisti ed elettori del Movimento 5 Stelle, ma anche per quelli della Lega, farsi promotori della realizzazione delle promesse e della creazione delle condizioni per realizzarle, quindi a cercare l’appoggio delle masse popolari e quindi a promuovere la formazione di organizzazioni operaie e popolari. La marcia per il clima offre agli attivisti, elettori ed eletti del M5S questa possibilità, alimentare la mobilitazione a sostegno della lotta contro i vertici della Lega e i partiti delle Larghe Intese per impedire la costruzione del TAV, così come da programma del M5S e così come da volontà di oltre dieci milioni di elettori che hanno votato il M5S alle ultime elezioni politiche.
In questo lavoro non bisogna paura delle differenze che passano tra i due partiti di governo, questo alla lunga porta a subirle anziché utilizzarle per fare gli interessi delle masse popolari. I meetup del M5S possono avere un ruolo importante per intervenire anche sulla base della Lega, utilizzando le leve giuste per rafforzare la battaglia per l’attuazione delle misure più progressiste contenute nel contratto di governo. Qualche esempio? Salvini dichiara a destra e a manca “prima gli italiani”, ma quali italiani: gli Agnelli-Elkann o gli operai FCA? I morti e i feriti sul lavoro non sono un’emergenza nazionale, una questione di sicurezza? Allora che il governo intervenga! La politica del fatto compiuto verso l’UE e le altre istituzioni della Comunità internazionale il governo Di Maio-Salvini la fa sulla questione migranti, va fatta anche sulle sanzioni contro la Russia che danneggiano l’economia italiana.
Altro filone su cui mobilitarsi in tal senso è senza dubbio quello del reddito di cittadinanza. Si tratta di una misura da sempre cavallo di battaglia del M5S e tanto voluta dai suoi attivisti contro cui le Larghe Intese si stanno scagliando per evitarne l’attuazione. Non basterà l’approvazione della legge, i poteri forti del paese hanno uomini e mezzi piazzati nelle istituzioni per sabotare l’erogazione del reddito. Occorre una mobilitazione popolare e dal basso per imporne l’esecuzione effettiva. Gli attivisti e gli eletti del M5S se vogliono rendere realtà il decreto di cittadinanza devono unirsi alle organizzazioni operaie e popolari (comitati di disoccupati e precari, cassintegrati ecc.) per esercitare un controllo popolare su questo processo contro le lentezze e i sabotaggi della burocrazia statale (Ministeri, INPS, Regioni, Amministrazioni Comunali, ecc.) nell’erogazione del reddito di cittadinanza e nell’organizzazione dei lavori di pubblica utilità; contro la corruzione, il clientelismo e i ricatti (stravolgimento della misura) che certamente accompagneranno l’erogazione del reddito gestita dall’alto dalla burocrazia della Repubblica Pontificia e da organismi legati ai partiti delle Larghe Intese; spingere a ché siano le organizzazioni operaie e popolari a indicare quali sono i lavori “di pubblica utilità” che occorrono sul territorio e perché organizzino e mobilitino disoccupati e precari ad occuparsene, ad esempio promuovendo scioperi al contrario e altre iniziative simili che dimostrano che per rimettere in piedi il paese (le città, i quartieri) c’è bisogno del lavoro di tutti.
Questa è l’unica via di prospettiva per far valere la forza delle masse popolari e il governo scaturito il 4 marzo dalla loro indignazione, rabbia e voglia di alternativa. Questo perché l’unica alternativa sono le masse popolari, la loro organizzazione e la loro capacità pratica di organizzarsi e prendere in mano la direzione del paese. Avanti Vittorio, avanti a tutti gli attivisti dei meetup del M5S del nostro paese, sono le masse popolari che scrivono la storia!
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Cari amici del Partito di CARC,
vi scrivo approfittando dello spazio che offrite con la vostra Agenzia Stampa la Staffetta Rossa. Negli ultimi giorni ho avuto modi di partecipare ad alcuni incontri di avvicinamento alla manifestazione del 23 marzo a Roma, la marcia per il clima, contro le grandi opere. Io sono un militante storico del Movimento 5 Stelle, anni fa, dalla nascita dei primi meetup, ho visto nel movimento un’occasione importante per organizzarsi e dare uno sbocco alle tante battaglie sui beni comuni, sull’acqua pubblica, sui diritti dei lavoratori e soprattutto sull’ambiente. Si tratta dei temi che nei meetup da sempre ci hanno unito.
Per questo ho pensato immediatamente che la manifestazione del 23 marzo a Roma fosse un appuntamento imperdibile per tutti noi, una mobilitazione giusta cui partecipare in forze, con i cittadini, gli attivisti e gli eletti di tutta Italia: un’occasione per riconnetterci con tutte quelle realtà a cui abbiamo preso parte da sempre e in cui molti di noi, semplici attivisti, facciamo ancora parte.
Purtroppo sono consapevole del fatto che questa aspirazione è irrealizzabile. Le politiche del “governo del cambiamento” non mi soddisfano, anche i nostri cavalli di battaglia come il reddito di cittadinanza sono stati stravolti e riempiti di cavilli che li rendono inattuabili o comunque gocce nell’oceano. Così come prestare il fianco ad operazioni sporche come il Decreto Sicurezza che punisce tutti quegli attivisti che hanno lottato sui temi ambientali e per il rispetto dei diritti come tanti di noi.
Come me altri attivisti si sentono traditi o comunque nutrono una grande sfiducia verso la “testa” del movimento. Non si discute più, non ci si incontra più, non si decide più su nulla. Per questo chiedo a voi di pubblicare questa breve lettera che vuole essere un appello a tutti gli attivisti e cittadini del movimento: svegliamoci!
Partecipiamo tutti alla manifestazione del 23 marzo, portiamo le nostre bandiere, i temi a noi più cari, parliamo con i comitati e le associazioni che saranno in piazza e spingiamoli a unirsi a noi per imporre un cambiamento di rotta a questo governo. Per questo tutti noi dobbiamo anche “assillare” tutti gli eletti con cui siamo in contatto, dobbiamo tempestarli di messaggi, telefonate e mail perché il 23 marzo scendano in piazza e diano un segnale.
Il Movimento 5 Stelle siamo tutti noi e dobbiamo ritornare allo spirito con cui l’abbiamo fondato.
Grazie per la possibilità di diffondere questo messaggio,
ci vediamo il 23 marzo,
Vittorio P.