Sabato 9 marzo il sindaco di Firenze Dario Nardella ha premiato, con il “Fiorino d’oro”, la massima onorificenza del Comune di Firenze, il Generale Nistri, noto per aver allontanato l’appuntato Riccardo Casamassima, unico esponente dell’arma dei Carabinieri che dopo 9 anni ha parlato per far luce sull’ uccisione di Stefano Cucchi. L’appuntamento è stato annunciato il 3 marzo, proprio nella data dell’uccisione, per mano di una pattuglia dei carabinieri, di Riccardo Magherini. Il fratello di Magherini, Andrea, ha quindi deciso di inviare una lettera al sindaco Nardella per parlargli del suo dolore e dello scempio che ha subìto suo fratello per mano delle forze dell’ordine. Denuncia il muro di gomma e l’effetto bunker che c’è all’interno di questi corpi ufficiali, specie contro chi tra questi agenti decide di dire la verità e denunciare gli abusi e le storture dell’arma di cui fanno parte.
Per questo abbiamo deciso di rilanciare questa lettera. La lotta alla repressione è da sempre un ambito di mobilitazione e resistenza spontanea delle masse popolari del nostro paese. Si tratta di un ambito in cui emerge bene la vera natura dello stato borghese: da un lato comitato d’affari dei gruppi imperialisti e dei loro interessi, dall’altro istituzione repressiva della borghesia imperialista contro le masse popolari.
Sappiamo, però, e la storia ce lo insegna, che anche all’interno dei corpi di polizia esistono contraddizioni, esistono uomini e donne che non ci stanno a ricoprire fino in fondo, per conto di chi detiene il potere, il ruolo di aguzzini dei lavoratori, precari, disoccupati e soprattutto di quelli che si mobilitano e organizzano per costruire un mondo migliore. Col procedere della crisi la contraddizione di classe tra la borghesia imperialista e la parte sana dei suoi agenti emerge con più forza.
La mobilitazione per il numero identificativo sulle divise, contro gli abusi delle forze dell’ordine e l’isolamento di corpi speciali senza scrupoli è una parte della mobilitazione che oggi portiamo avanti, essa è utile e importante soprattutto per non credere alla linea dell’individuazione di “mele marce”, linea secondo cui gli abusi di polizia sono causati dalla cattiveria individuale di chi li attua e non l’espressione più palese della natura dello Stato come monopolio della violenza di una classe sull’altra.
Non dobbiamo cadere nell’errore di guardare le forze dell’ordine come un monoblocco (“sono tutti uguali”): Casamassima che denuncia l’arma dei Carabinieri sul caso Cucchi non è uguale all’agente Rulli che denuncia Rosalba Romano per aver denunciato gli abusi di polizia insieme alla redazione di Vigilanza Democratica. Rafforzare il campo della mobilitazione rivoluzionaria significa allargare la contraddizione all’interno delle forze dell’ordine, vuol dire imporre un modo di concepire quel ruolo più vicino agli interessi delle masse popolari e più ostile a quelli della borghesia. Vuol dire affermare con forza che non cadiamo nella logica delle “mele marce”, noi vogliamo imporre con la mobilitazione quali sono le forze dell’ordine che servono alle masse popolari. Ci sono tanti esempi di poliziotti, carabinieri, finanzieri e altri agenti che in varie forme sostengono la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, che alzano la voce per dire la verità sugli omicidi di Stato, sulla violenza che si scatena contro le varie forme in cui si esprime l’organizzazione delle masse popolari (dai gruppi Ultras ai sindacati, dai comitati popolari ai movimenti di lotta, ecc.).
Sono questi gli agenti che servono alle masse popolari, uomini e donne come il militare della guardia di finanza che passava informazioni ai NO TAV per condurre la propria lotta, come l’appuntato dei Carabinieri Riccardo Casamassima che ha denunciato gli abusi subiti da Stefano Cucchi, come il Maresciallo della Guardia di Finanza Sergio Costa, oggi Ministro dell’Ambiente nel governo M5S-Lega, che si è battuto al fianco dei cittadini contro gli sversamenti nella Terra dei Fuochi a Napoli, come tutti quegli agenti della Polizia, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Municipale o della Guardia di Finanza che partecipano alle lotte ambientali, per la salute e altri aspetti della vita delle masse popolari minacciate dal ritiro di diritti e conquiste portate avanti dai poteri forti. Si tratta di uomini e donne che spontaneamente agiscono contro il procedere della crisi, a favore della sovranità popolare delle masse popolari per liberare il paese da Confindustria, il Vaticano, la NATO, l’Unione Europea, la Mafia e tutte le organizzazioni che agiscono in Italia da forze occupanti contro le masse popolari. Sono tanti i precedenti storici, dal biennio rosso alla Resistenza, che dimostrano come l’avanzare della crisi alimenta le contraddizioni tra masse popolari e borghesia imperialista dividendo in due anche il campo nemico e quella parte delle masse popolari che lavorano al suo servizio. Sono questi gli esempi che dobbiamo diffondere, alimentare e moltiplicare. In questo anche gli amministratori locali, i sindaci, i parlamentari e i ministri della Repubblica hanno un ruolo importante, fare l’esatto contrario di quello che ha fatto il sindaco Nardella e premiare, sostenere e portare ad esempio la parte sana delle forze dell’ordine.
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Lettera aperta a Dario Nardella
Caro Dario,
ho appreso proprio nel giorno dell’anniversario della morte di mio fratello Riccardo, della tua decisione di onorare l’Illustrissimo Generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, con la consegna del fiorino d’oro prevista per Sabato 9 Marzo.
In questi anni difficili di lotta per fare avere giustizia a Riky, non abbiamo mai pensato all’Arma come la nostra nemica. Anzi ho sempre ritenuto che chi indossa quella divisa debba farlo con onore, come lo faceva mio nonno.
Chi sbaglia deve essere punito e deve cambiare mestiere. Punto.
Senza quel corporativismo e spirito di gruppo che spesso è nemico della Verità.
Il Generale dell’Arma dovrebbe sempre ribadire questi concetti.
“Chi sa parli”, “Chi parla sarà promosso di grado”. Si perché spesso si tratta di veri e propri muri di gomma.
Devi sapere, caro Dario, che nel processo di Stefano Cucchi questo muro è caduto grazie a Riccardo Casamassima, un semplice appuntato dei Carabinieri.
Lui ha parlato, si è ribellato al sistema.
Un gesto eroico che ha aperto il vaso di Pandora. Dopo le sue testimonianze altri carabinieri hanno seguito il suo esempio. Facendo emergere tutto il marcio di un sistema, al quale dobbiamo ribellarci per non esserne complici.
Ecco mi aspettavo da semplice cittadino che per l’appuntato Casamassima ci fosse una promozione decretata dai vertici dell’Arma. Un’onorificenza. Un segnale.
Purtroppo è successo proprio il contrario e quello che dovrebbe essere un eroe dei nostri tempi lo hanno messo ad aprire e chiudere le porte con lo stipendio ridotto e con mille difficoltà che capirai bene.
Il Generale Nistri non hai mai parlato di Casamassima come un esempio da seguire. Diamo al nostro Generale la possibilità di farlo.
Ti propongo, caro Dario, di premiare anche l’appuntato Casamassima insieme al suo Superiore. A Firenze, la città di Riky.
Sarebbe un grande segnale per la nostra Nazione e per tutta l’Arma, sempre se il Generale é d’accordo. Coraggio Dario.
Distinti Saluti
Andrea Magherini