[Brescia] L’IVECO non è immune alla morte lenta delle aziende in corso in tutto il paese!

Trasmettiamo il comunicato del (n) PCI

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L’IVECO di Brescia non è immune alla morte lenta delle aziende in corso in tutto il paese!

Organizzarsi e mobilitarsi per impedire lo smantellamento delle aziende, la loro delocalizzazione, la loro chiusura!

Prima i governi del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani), poi quelli delle Larghe Intese (Prodi il Privatizzatore, D’Alema, Amato, Berlusconi, Renzi e complici), hanno asservito il popolo italiano al sistema finanziario internazionale. Hanno eliminato le conquiste che avevamo strappato negli anni precedenti, privatizzato il sistema industriale pubblico, lasciato andare in malora aziende, strutture e infrastrutture, devastato il nostro paese con opere dannose alla popolazione, inquinando in nome del progresso e del profitto a discapito della salute delle masse popolari. La manifestazione più palese di questa deriva sono i morti per incuria ambientale (il Ponte Morandi di Genova) e lo smantellamento del tessuto produttivo a vantaggio degli investimenti nel campo finanziario e all’estero, di cui la ex FIAT (ora FCA dalla fusione con gruppi finanziari stranieri USA, a cui è legato anche il gruppo CNHI) è tra i più clamorosi esempi: pur di favorire le speculazioni in borsa degli Agnelli e dei gruppi finanziari a loro legati, il defunto Marchionne e il suo successore Manley hanno favorito in ogni modo il processo di morte lenta di tutto il gruppo FCA, la svendita di interi stabilimenti e rami di azienda, la delocalizzazione all’estero, facendo ingoiare ai lavoratori italiani le proprie decisioni con il peggioramento complessivo delle condizioni di vita e di lavoro: esuberi, licenziamenti, cassa integrazione, creazione di reparti confino in cui relegare gli operai più combattivi e i sindacalisti attivi non corrotti dalle logiche aziendali, deportazioni vere e proprie come nel caso dello stabilimento di Brescia e Suzzara (MN) per la IVECO. Il gruppo FCA e annessi sono stati tra i primi a liquidare il tessuto produttivo nazionale approfittando dei finanziamenti e dei contributi sotto mille forme dello Stato Italiano, per ingrassare le tasche dei loro padroni e dirigenti, ma riducendo di fatto i posti di lavoro e smantellando le condizioni di lavoro della classe operaia, in accordo con i vecchi governi delle Larghe Intese. La morte lenta delle aziende in tutto il paese ha la sua manifestazione più palese proprio nel principale comparto produttivo italiano (exFIAT e indotto), e l’IVECO di Brescia non ne è immune. Quanti investimenti sulla sicurezza sono stati fatti negli ultimi anni o mesi? Quanta CIG è stata utilizzata e quante ore sono state lavorate? Che progetti, quali piani industriali e di quale durata esistono per continuare a produrre in IVECO e garantire tutti i posti di lavoro? Quanti giovani sono stati assunti in rapporto alla media età all’interno dello stabilimento? Quanti erano i lavoratori 5 o 10 anni fa e quanti sono oggi a fronte dell’aumento della produttività? La risposta a queste domande danno la misura di quale sarà il futuro della IVECO se gli operai non si organizzano nel resistere alla morte lenta dell’azienda, se non costituiscono Organismi Operai (OO) che si occupano della propria azienda (a partire dalla sicurezza sui posti di lavoro e del miglioramento delle condizioni in fabbrica) e che esigano dal governo il rispetto di alcune promesse elettorali che ha fatto (l’abolizione della riforma Fornero e del Jobs Act tra tutte!). Se il Governo dice “prima gli italiani”, che renda conto agli operai italiani che non andranno in pensione per colpa della Fornero e che vedono smantellarsi i posti di lavoro e peggiorare le proprie condizioni, che il Governo metta al centro gli interessi della classe operaia italiana invece degli interessi dei gruppi finanziari stranieri che spolpano e devastano il tessuto produttivo italiano condannandolo alla morte lenta.

A invertire la rotta della morte lenta delle aziende sostenendo l’organizzazione degli operai e a esigere la salvaguardia dei posti di lavoro dal “governo del cambiamento” deve lavorare ogni comunista e ogni persona di buona volontà, ogni organismo che afferma di voler fare gli interessi degli operai, dai sindacati a comitati di cittadini e lavoratori. “Non ci sono i soldi”, “la situazione è complessa,vedremo, abbiate fiducia”, “state buoni, le cose miglioreranno” sono mantra che ripetono politicanti di mestiere in accordo con i padroni per prendere tempo, pur di non risolvere il problema: i soldi e le soluzioni ci sono, noi sappiamo che solo la mobilitazione e il protagonismo della classe operaia determinerà in positivo la salvaguardia dei posti di lavoro e l’attuazione di soluzioni che vanno negli interessi dei lavoratori.

Gli operai sono la spina dorsale e il futuro dell’Italia! Non sono i padroni a essere forti, sono gli operai e i lavoratori che ancora devono far valere la loro forza!

Il (nuovo) Partito Comunista Italiano promuove la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori contro il degrado materiale , intellettuale e morale della società e contro la distruzione del tessuto produttivo, per garantire un lavoro utile e dignitoso ad ogni adulto, per instaurare il Socialismo e farla finita con i padroni e i gruppi imperialisti USA, UE e sionisti !

Arruolatevi tra le fila del (n)PCI e costruite Comitati di Partito clandestini in ogni azienda, quartiere, scuola!

Comitato di Partito “Nadja Krupskaija” del (nuovo) Partito Comunista Italiano

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