Riportiamo di seguito un appello steso da alcuni lavoratori della stazione di Bergamo come esempio da seguire e rafforzare.
Il movimento NO TAV con i suoi tecnici ha già ampiamente dimostrato come il TAV sia un’opera inutile e dannosa, visto che una linea ferroviaria già esiste, anzi andrebbe potenziata, e che sta deturpando il territorio della Val Susa.
Anche l’analisi costi-benefici, commissionata dal governo, lo dimostra.
Come questi ferrovieri indicano, le opere che servono alle masse popolari sono ben altre:
– potenziamento delle strutture esistenti: in certe zone del paese si viaggia ancora con treni a gasolio e che si guastano facilmente;
– controllo accurato e manutenzione delle infrastrutture obsolete e che hanno bisogno di un’opera di messa in sicurezza: la caduta del Ponte Morandi A Genova, l’incidente ferroviario di Pioltello in provincia di Milano o le migliaia di incidenti della Statale Jonica in Calabria, non sono casualità, ma stragi “annunciate”, causate dall’incuria delle aziende proprietarie e di cui dovrebbero gestirne la manutenzione;
– costruzione di nuove linee e infrastrutture per una migliore mobilità per le masse popolari (è assurdo che certe zone del paese, soprattutto al Sud, non siano collegate dalle infrastrutture, per cui per raggiungere città a 2-300 km di distanza ci si può mettere anche 10-11 ore).
I gruppi d’affari che “stanno dietro” il TAV e che, come ha denunciato il movimento NO TAV, sono legati alle organizzazioni criminali, sono gli unici che hanno interesse a costruire il TAV perché per loro è fonte di speculazione e profitto. Sono gli stessi “gruppi” che stanno dietro alle Larghe Intese: non è un caso che le prime dichiarazioni di Zingaretti, all’indomani della sua nomina a segretario del PD, abbia rassicurato i suoi “grandi elettori” dicendo sul TAV il PD non si tira indietro. Sono quei “gruppi” che stanno cercando di richiamare all’ordine la principale forza di governo NO TAV, il M5S, con lo spauracchio di una “crisi di governo”.
Altro che 12 km di TAV! Esistono strutture e infrastrutture in grandi quantità, il problema è che vengono lasciate al degrado e all’abbandono.
Per questo è importante che i vari comitati di lotta ambientalisti, gli operai del trasporto pubblico, gli organismi popolari che hanno a cuore il futuro del nostro paese e, tra questi, gli attivisti ed elettori del M5S, si organizzino e coordinino per fare pressione sul M5S e sul governo M5S-Lega indicando quali sono le misure realmente necessarie alle masse popolari per una mobilità sicura e dignitosa o, se questo non le promuove, le attuino loro direttamente. Ad esempio con controlli popolari delle infrastrutture esistenti, con scioperi alla rovescia per mettere in sicurezza e liberare dal degrado le stazioni ferroviarie, coinvolgendo comitati di pendolari e avvalendosi di propri tecnici. Solo le masse popolari hanno il reale interesse a “mettere in sicurezza” le infrastrutture del nostro paese, per questo sono le masse popolari che devono organizzarsi per costruire un loro governo, il governo di Blocco Popolare, l’unico che può rilanciare e dare seguito alle loro rivendicazioni e migliori aspirazioni.
Per questo rilanciamo l’appello a partecipare il 23 marzo a Roma alla manifestazione indetta dai Comitati contro le grandi opere speculative e dai movimenti per la salvaguardia dell’ambiente – NO TAV, NO TAP, NO Grandi Navi!
Per fare della manifestazione del 23 marzo una tappa per avanzare nella costruzione del governo di Blocco popolare!
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Dal NO TAV i fondi per mettere in sicurezza e sviluppare
il trasporto locale del paese
Con il responso dell’analisi costi-benefici commissionata dal governo sulla realizzazione del progetto di traforo ferroviario TAV Torino-Lione, si certifica scientificamente anche da parte del governo, dopo 20 anni di scaramucce, l’inutilità dell’opera siffatta. Ovvero che le opere infrastrutturali di collegamento internazionale sia stradale che ferroviario già esistenti in loco sono sufficienti allo scopo dello spostamento di persone e merci e che eventualmente il loro utile ammodernamento è possibile a costi almeno dieci volte inferiori a quelli di realizzazione del contestato traforo.
La battaglia condotta da più di 25 anni dalla popolazione della Val Susa e dal movimento NO TAV contro lo scempio inutile del territorio che abitano e tutelano, aveva quindi le sue ragioni.
Le lobby dei costruttori, con collegate molte altre, hanno inventato e intentato di tutto per spingere alla realizzazione del nuovo collegamento internazionale, ma sono state stoppate dalla mobilitazione popolare.
Oggi risalta ancor di più l’indicazione che le priorità del paese sono altre.
Periodicamente assistiamo alla precarietà della dotazione infrastrutturale viaria e delle strutture e funzionamento dei servizi pubblici nel nostro paese. Sarebbe lungo l’elenco ma basta citare lo smantellamento di decine di linee e strutture ferroviarie che poi cadono nel degrado e nell’abbandono, di migliaia di chilometri di rete ferroviaria di interesse locale, che da al nostro paese il primato europeo di auto in circolazione (37,2 mln) sulla popolazione attiva; la scarsa manutenzione delle strade e delle ferrovie che provoca incidenti con morti e feriti (basta citare il ponte Morandi a Genova, l’incidente ferroviario nella stazione di Pioltello nel 2018, i vari cavalcavia crollati, nonché quelli non-crollati per un soffio come quello stradale-ferroviario di Calusco a BG o ancora, ecc.): ma l’elenco si può allungare moltissimo!
Riteniamo quindi necessario che i soldi previsti per la TAV tra Torino e il confine francese vadano invece a rafforzare il trasporto pubblico locale sia ferroviario che stradale per esempio con il raddoppio a breve della linea che conduce da Bergamo a Milano via Carnate e la costruzione di un nuovo ponte ferroviario e stradale tra Calusco e Paderno; che al servizio pubblico venga assegnato personale in numero adeguato alle esigenze di assistenza; che venga fatta la tempestiva manutenzione di linee ferroviarie e strade per prevenire incidenti. Invertire la tendenza rispetto al passato di smantellamento significa creare occasione di nuovi posti di lavoro dignitosi.
Questo appello rappresenta il nostro contributo per non stare a guardare ma prendere posizione. Come ha fatto il popolo della ValSusa.
Bergamo, 7 marzo 2019 Alcuni ferrovieri contro il degrado della stazione di Bergamo
Per inviare adesioni usare provvisoriamente cammellobg@libero.it o cell wa 3357677695 scrivendo: “Aderisco al Comunicato, nome cognome, mansione di lavoro, impianto, località, e-mail, telefono”
Rochy Geneletti macchinista a Bergamo
Michele Petruzzelli macchinista a Bergamo
Antonio Iannuzziello macchinista a Brescia
Domenico Grimaldi macchinista a Bergamo
Antonello Vincenzi macchinista a Bergamo
Diego Como macchinista a Bergamo
Marco Galetti capotreno a Bergamo
Concetta LoPresti capotreno a Bergamo
Vittorio Paoli capotreno a Bergamo