La sfiducia, che a volte impedisce di guardare ad una situazione per quella che potrebbe essere, può e deve lasciare il passo all’organizzazione e alla mobilitazione delle masse popolari. Deve trasformarsi nella spinta necessaria che serve per indicare ed imporre le misure necessarie e concrete che servono ai lavoratori e alle masse popolari. Ne costituisce esempio il “Comitato emergenza viabilità strada provinciale colligiana”, nato a fronte dei problemi concreti provocati alla viabilità dall’improvvisa chiusura di un’arteria principale di collegamento tra due comuni della provincia di Siena. I residenti delle frazioni circostanti e i lavoratori della zona industriale attraversata dalla Sp Colligiana hanno fatto fronte comune per imporre all’amministrazione comunale e provinciale di occuparsi del problema nel minor tempo possibile.
La mobilitazione ha subito portato a galla le contraddizioni interne al PD. La “nuova guardia” infatti, sta combattendo una guerra intestina contro il Sindaco uscente per strappargli più voti alle prossime elezioni. Nel frattempo anche altri progetti civici, rappresentati da personaggi attivi e stimati sul territorio, hanno colto la palla al balzo e si sono affermati apertamente in discontinuità con le scelte amministrative attuali. L’obiettivo di tutti i candidati è ovviamente quello di mettere il cappello sulla mobilitazione e accaparrarsi il merito della riapertura della Strada provinciale.
Il Comitato però non si è fermato alla battaglia per la riapertura della Sp Colligiana ma, ha raccolto e sta raccogliendo segnalazioni di strade chiuse o pericolanti che mettono a rischio i collegamenti tra le frazioni, tenendo alta l’attenzione sui risultati di anni di mala gestione delle infrastrutture. Lo scarica barile tra gli enti che nel tempo si sono passati la competenza della manutenzione stradale sembra essere diventato lo sport preferito di chi ha amministrato finora e si candida nuovamente a farlo.
La forza che le masse popolari esprimono organizzandosi e coordinandosi però, rovescia inevitabilmente gli equilibri, imponendo all’amministrazione uscente e ai candidati di fare subito quello che promettono di fare dopo. Le masse popolari organizzate hanno la forza di pretendere le misure necessarie ed urgenti che servono oltre che di controllarne l’attuazione, obbligando gli amministratori e i candidati a dover prendere posizione: mettersi oppure no al servizio delle masse popolari.
Dalla mobilitazione delle masse popolari dipende quindi la via che gli amministratori locali prenderanno: rompere con l’asservimento alla borghesia nell’attuazione del suo programma comune o continuare a sostenerlo a scapito della classe operaia e delle masse popolari stesse.
Di seguito l’intervista rilasciata dal Comitato ad un giornale locale.
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1) Come nasce questo comitato cittadino? E a che punto è la raccolta firme?
Il Comitato è nato per cercare risposte e soluzioni ai disagi alla viabilità provocati dall’improvvisa chiusura della Sp 5 Colligiana disposta dalla Provincia di Siena per danni al ponte del Graffone. Da oltre tre mesi infatti la principale arteria di collegamento tra Monteriggioni e Colle Val d’Elsa, che attraversa anche la zona industriale Le Frigge e alcune frazioni, è chiusa al traffico. Da novembre cittadini e lavoratori hanno fatto avanti e indietro tra comune e uffici della polizia municipale per capire motivi e tempistiche del disagio, ma di fatto nessuno ha saputo fornire risposte concrete. L’insofferenza verso quella che sembra essere l’inerzia da parte dell’ente competente si è quindi incanalata nella formazione di un Comitato che si pone come obiettivo principale quello di fare quanto possibile per riaprire la Sp5 e ripristinare la viabilità.
La prima mossa che abbiamo messo in campo è stata quella di promuovere una raccolta firme volta principalmente a dare voce ai cittadini e ai lavoratori che subiscono il disagio proponendo noi una soluzione alle istituzioni. I moduli sono ancora scaricabili online sulla pagina Facebook “Comitato Emergenza Viabilità Strada Provinciale Colligiana”, i firmatari sono già numerosi. Oltre agli abitanti delle frazioni coinvolte anche le aziende si sono unite alla protesta: GLS, Lasa Idea, Corima, Galigani Filtri, Rugi, Nannini, B. Service srl (ex Bassilichi), Frilli Impianti ne sono alcuni esempi. La raccolta firme andrà avanti fino a metà marzo.
2) Quali sono le principali criticità alla viabilità generate dalla chiusura del tratto stradale?
Il primo problema riguarda la congestione del traffico nelle strade secondarie a una sola carreggiata, e dove è già complicato alle automobili scambiarsi. Ne è un esempio Strada del Casone, consigliata come alternativa alla Sp5 dai navigatori satellitari, che viene percorsa anche da mezzi pesanti che oltre a provocare disagi alla viabilità hanno compromesso in modo serio il manto stradale. Sulla pagina facebook del Comitato sono presenti alcune foto. Le aziende della zona hanno inoltre lamentato difficoltà per fornitori e clienti di raggiunge gli stabilimenti a causa delle scarse indicazioni circa i percorsi alternativi da percorrere.
Altra questione fondamentale che preoccupa non poco riguarda il passaggio dei grandi mezzi agricoli che entreranno in azione a fine giugno per la mietitura del grano e non solo. In un territorio agricolo come il nostro la paura di subire danni ai raccolti o di pagare somme ingenti per garantire alle macchine agricole di transitare per strade alternative è molta.
Anche ai mezzi di soccorso è più difficile raggiungere ed uscire dalle frazioni attraversate dalla Sp 5 ed è impensabile che un’ambulanza d’emergenza possa trovarsi imbottigliata nel traffico di una stradina secondaria. Lo stesso vale per i vigili del fuoco.
Altra questione che abbiamo posto riguarda le modifiche alla viabilità dei mezzi adibiti al trasporto pubblico. Infatti il transito degli autobus diretti a Colle Val d’Elsa è stato deviato su Castellina Scalo escludendo però dal servizio lavoratori e turisti dell’albergo “Il Piccolo Castello” e dell’Agriturismo “Il Colombaio” costretti a raggiungere La Colonna percorrendo a piedi una strada poco sicura.
3) E’ andato in scena venerdì scorso un incontro con la politica: cosa vi hanno detto?
Si, il PD ha richiesto un incontro con il Comitato per spiegare cosa fosse possibile fare e cosa no. La segretaria comunale Paola Buti ha puntualizzato che la questione non è politica bensì tecnica e ha ribadito che la competenza sui lavori per la messa in sicurezza della strada spetta alla Provincia e pertanto, l’unica cosa che come partito possono fare è monitorare che l’iter burocratico rispetti le tempistiche di legge. Ci ha inoltre preso appuntamento con il Presidente della Provincia Silvio Franceschelli (svoltosi giovedì 28 febbraio), durante il quale il responsabile del progetto ha promesso la riapertura della Sp 5 entro la fine del 2019 garantendo trasparenza sullo svolgimento dell’iter burocratico e tecnico che il Comitato vigilerà fino al termine dei lavori.
Durante l’incontro, la stessa segretaria ha parlato della situazione delle province, definendole una “scatola vuota” e facendo intendere quello che secondo noi si fatica ad ammettere. La trasformazione formale delle province, prevista dalla legge Delrio del 2014, è stata accompagnata dal taglio dei finanziamenti a questi enti ma, di fatto, le competenze sono rimaste le stesse (quella della manutenzione delle strade provinciali ad esempio). A noi la questione sembra politica eccome! Il Sindaco Raffaella Senesi qualche giorno dopo ha assicurato che le procedure sono state avviate.
Anche altre forze politiche si sono espresse sulla questione: Fabio Lattanzio con Monteriggioni Progressista ha aderito all’appello per riaprire la SP5 contribuendo alla raccolta firme, facendosi promotore di banchetti informativi e portando i moduli in alcune aziende come SeiToscana, Monica Sottili, candidata Sindaco per il M5S di Colle Val d’Elsa, comune altrettanto coinvolto, ha aderito e si sta mobilitando per raccogliere firme nei proprio banchetti sul territorio, Leonardo Casaletti della Lega ha invece dato disponibilità per discutere pubblicamente dell’utilizzo di soldi pubblici.
4) Che obiettivi a breve termine vi date e quali le prossime mosse?
L’obiettivo principale ed immediato del Comitato è quello di avviare e terminare quanto prima i lavori per riaprire la viabilità e porre fine ai disagi di chi è costretto a percorrere strade alternative per andare a lavoro e tornare a casa.
Ciò a cui puntiamo è la trasparenza nello svolgimento dell’iter burocratico e tecnico, pretendiamo di essere messi a conoscenza di tutti i passaggi per poter mettere in campo un controllo popolare sullo svolgimento di tutti gli adempimenti necessari e così sarà. Siamo in contatto con il responsabile del progetto che ci segnalerà tutti i passi fatti e ancora da fare.
E’ inaccettabile che a distanza di tre mesi nessuno si sia preso la responsabilità dei ritardi nella gestione del problema. Certo non rassicura la situazione della Sp 119 che collega Uopini e Badesse (due frazione dello stesso comune di Monteriggioni), franata nel 2014 e i cui lavori di messa in sicurezza sono partiti “solo” lo scorso dicembre (ben 4 anni dopo), né l’analoga situazione di tante altre strade nella provincia di Siena.
Oggi però non siamo più disposti a tollerare il degrado che dilaga tra le infrastrutture del territorio e che danneggia il tessuto produttivo. Le nostre strade cadono a pezzi ma si stanziano fondi per la TAV !
L’attività del Comitato non si ferma, la raccolta firme va avanti e sono previsti per le prossime settimane banchetti sul territorio. Verrà inoltre organizzata un’assemblea pubblica per discutere sulla tematica e una passeggiata di protesta sulla strada chiusa per richiederne subito la messa in sicurezza e la riapertura. Tutte le informazioni verranno pubblicare sulla pagina Facebook del Comitato.