[Bergamo] Solidarietà ai tifosi atalantini

Bergamo, 4 marzo 2019

La sezione di Bergamo del P.CARC esprime solidarietà ai tifosi atalantini picchiati dalla polizia dello stato borghese a Firenze, in occasione della partita Fiorentina-Atalanta dei giorni scorsi.

Con l’arrivo al Viminale del leghista Salvini, che grida in modo più plateale all’intervento repressivo nei confronti delle azioni di ribellione sociale collettiva contro un ordine sociale ingiusto che costringe le masse ad arretrare sui diritti e le condizioni di vita e lavoro, trova recrudescenza la campagna repressiva nei confronti delle masse popolari in lotta come dimostrato dai recenti pestaggi di massa in piazza nei confronti dei lavoratori e degli studenti in lotta per la tutela del posto di lavoro, di condizioni di vita dignitose e di un futuro migliore; trova attuale concretizzazione nell’applicazione dei decreti sicurezza Minniti-Salvini, perché continuazione della pratica dei vari governi borghesi che si sono succeduti da decenni sotto le varie bandiere politiche della borghesia.

Da parte delle masse popolari, ancora una volta si evidenzia la necessità di portare a compimento la campagna contro gli abusi in divisa delle forze dell’ordine borghese che, utilizzando o violando a loro interesse e discrezione norme, regolamenti e strumenti a loro disposizione, sottopongono le masse popolari a vessazioni e abusi, pestaggi e in genere repressione.

Campagna che anche noi abbiamo condotto, in contemporanea con altri organismi, sostenendo l’attività del sito “Vigilanza Democratica” per l’introduzione nell’ordinamento giudiziario italiano del reato di tortura e per l’applicazione del codice identificativo sulle divise degli agenti in servizio di ordine pubblico; campagna che ha visto la nostra compagna Rosalba perdere una battaglia subendo una condanna processuale incredibile (che ne dimostra il valore politico) per l’assenza di prove concrete a suo carico ma che ci sprona a continuare.

Il terreno delle tifoserie di calcio da sempre viene utilizzato politicamente come ambito per la sperimentazione di nuove tecniche repressive, di controllo sociale e della comunicazione di massa.

Ma a seguito di questo ennesimo episodio si è espressa in modo ampio la solidarietà delle varie tifoserie italiane verso quella della squadra bergamasca per la ricerca della verità e della pratica della giustizia su questi fatti. Hanno costretto in qualche modo anche vari soggetti del teatrino della politica borghese a prendere posizione in merito: ora vanno spinti ad andare fino in fondo nell’impedire insabbiamenti. Non ci si può certo aspettare che giustizia venga fatta spontaneamente dagli ambienti borghesi, spesso coinvolti a coprire abusi di ogni tipo: Napoli e Genova 2001, i vari omicidi di stato e le prime dichiarazioni degli apparati in merito a quest’ultima vicenda ne hanno data ampia dimostrazione. Bene si fa a trattare pubblicamente la vicenda e a pubblicare le varie dichiarazioni sia audio che visive del suo andamento. Le commissioni di inchiesta devono essere costituite dalle masse popolari.

Serve legare lo sviluppo dell’inchiesta alla continuazione della campagna contro gli abusi in divisa, per l’apposizione del codice identificativo sulle divise, per l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento giudiziario. Deve essere occasione per costruire organizzazioni popolari in ogni ambito sociale e in ogni azienda pubblica e privata per avanzare nella costruzione di un governo di emergenza (il Governo di Blocco Popolare), che sia loro espressione per non farsi legare le mani dalle regole imposte dalla borghesia, al fine di affrontare i problemi principali delle masse determinati dallo sviluppo della crisi generale in corso. Questa la strada per far avanzare il cambiamento del paese e aprire la strada al socialismo, cambiamento definitivo delle condizioni delle masse popolari.

Il cambiamento del paese passa solo attraverso l’ampliamento e lo sviluppo dell’organizzazione indipendente e autonoma dalla borghesia degli operai e delle masse popolari a formare il Governo di Blocco Popolare.

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