Per la rinascita di Firenze e della Piana Fiorentina serve un piano che abbia come prerogativa la realizzazione di nuovi posti di lavoro utili e dignitosi per tutti, un servizio di trasporto pubblico pensato a misura di cittadino, un servizio di smaltimento di rifiuti che tenga in considerazione la salvaguardia dell’ambiente, un percorso di ripubblicizzazione dei servizi essenziali per i lavoratori e il resto delle masse popolari e il coinvolgimento attivo di disoccupati e precari in un progetto per la messa in sesto del territorio.
La questione è politica. I paladini delle Larghe Intese (da Forza Italia al PD, passando per Fratelli d’Italia e la Lega), sono riusciti attraverso una serie di manovre a far approvare in sede definitiva il masterplan per la nuova pista dell’aeroporto di Peretola. L’attuale sindaco di Firenze, Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il presidente di Toscana Aeroporti, Marco Carrai e il vice presidente esecutivo, Roberto Naldi, sono riusciti a mettere tutti d’accordo: enti pubblici e società private interessate. Ciascuno avrà la propria parte! Anche la Tramvia 2 che dal capolinea di Peretola/Aeroporto arriva in piazza Unità – nel centro di Firenze – è stata inaugurata con il benestare del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro dei trasporti, Danilo Toninelli.
Proprio il ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, ha recentemente dichiarato: “l’aeroporto di Peretola è una struttura che dà profitti, perché mettere 150milioni di euro di soldi pubblici? C’è il concessionario privato, c’è pure Marco Carrai come presidente dell’aeroporto di Firenze, ce li mettessero loro i soldi”.
L’affermazione del ministro M5S ha scatenato l’indignazione dei paladini delle Larghe Intese che da sempre foraggiano l’utilizzo di denaro pubblico a sostegno di gruppi economici privati. Dal fiorentino Gabriele Toccafondi alla pistoiese Caterina Bini, si sono tutti meravigliati che un ministro della Repubblica possa anche solo pensare di mettere gli interessi dei cittadini davanti a quelli dei manager, delle società quotate in borsa, degli azionisti internazionali (tra tutti la holding argentina, Corporation America, controllata da Eduarde Eurnekian, che gestisce 53 aerostazioni in Sud America e in Europa) e degli imprenditori italiani.
“Non siamo mica nel Venezuela di Nocolas Maduro” ha rincarato Toccafondi. Infatti. Siamo in Italia: una democrazia basata su leggi che tutelano i grandi gruppi economici e su una costituzione da sempre elusa!
Nonostante l’opera di intossicazione portata avanti dai paladini delle Larghe Intese attraverso il comitato per il Sì all’aeroporto, la maggioranza dei sindaci della piana fiorentina rimangono contrari (Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Poggio a Caiano, Carmignano), gli ambientalisti pure e i cittadini dell’hinterland in gran parte. Questo perché le masse popolari fiorentine sanno benissimo di avere a che fare con un progetto che farebbe comodo soltanto ai solititi speculatori e parassiti che stanno affossando l’intero paese, mentre loro ne subirebbero il contraccolpo all’insegna di maggiore inquinamento, più rumore, sconvolgimento di un territorio già molto urbanizzato, svalutazione del valore delle case.
Firenze ha bisogno di un’amministrazione comunale decisa a rompere con un sistema politico colluso e asservito agli interessi dei poteri forti e che attui tutte le misure necessarie che fanno gli interessi dei fiorentini che per vivere devono lavorare. Serve un’ amministrazione comunale decisa a ripubblicizzare tutte quelle aziende che si occupano di servizi alla persona e che mobilita i lavoratori del pubblico impiego affinché collaborino attivamente al funzionamento della città.
Quali sono i lavori che servono al nostro territorio? Ad esempio, dato che è stata aperta la Tramvia 2 utilizziamola al meglio istituendo un servizio di trasporto pubblico su ruota che permetta agli abitanti di Peretola, di Brozzi e delle Piagge di poterla utilizzare. Un servizio navetta da 28 posti ogni venti minuti non è certo sufficiente al fabbisogno di una fetta di città di oltre 100 mila persone! I soldi che il ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, giustamente dice di non voler dare ai privati, che vengano messi a disposizione del trasporto pubblico per ridurre il costo del biglietto instaurando un ticket fisso da € 1,50 al giorno. I lavoratori di ALIA spa potrebbero benissimo occuparsi di progettare un piano di smaltimento dei rifiuti che oltre a tenere in considerazioni le dovute misure di salvaguardia ambientale consideri anche le esigenze e i problemi di chi lavora in strada: aumentando il numero della forza lavoro e organizzando turni di lavoro che non ledano la salute dei lavoratori. Togliendo il profitto e riducendo gli sprechi, possiamo ridurre il peso fiscale che grava sulle masse popolari (riduzione del costo della TARI).
Insomma, serve un piano di lavori utili al territorio in cui impiegare precari, disoccupati italiani e immigrati. Questa è la misura concreta anche per far fronte al degrado: altro che telecamere e polizia come invocano il Sindaco Nardella e la Lega!
Per realizzare un piano di rinascita della città non servono tante promesse o le buone intenzioni dei politici di turno, è necessaria la mobilitazione e il protagonismo della classe operaia e del resto delle masse popolari che si organizzano nei propri posti di lavoro (nelle aziende capitaliste e in quelle pubbliche), nelle scuole, nei propri quartieri.
Serve che tra di loro facciano rete coordinandosi e rafforzandosi a vicenda. Serve che inizino a trovare soluzione pratiche e concrete a tutti quei problemi di cui le forze politiche che stanno al governo della città, della regione e del paese non si occupano, per costruire una nuova governabilità dei territori.
La classe dominante è debole, la breccia che si è aperta il 4 marzo attraverso il voto delle masse popolari che ha posto fine alla successione dei governi delle Larghe Intese, ne è una chiara dimostrazione. Anche a Firenze i partiti delle Larghe Intese sono in netta difficoltà. Bisogna approfittare di questa situazione per imporre nostre amministrazioni: Amministrazioni Locali di Emergenza pronte ad attuare tutte le misure (anche di emergenza) necessarie a tutelare e migliorare le condizioni di vita delle masse popolari. L’ingrediente essenziale è la mobilitazione popolare: ad oggi sul territorio di Firenze esistono centinaia di comitati ambientalisti, collettivi di studenti, associaizoni culturali, gruppi di lavoratori che si trovano fuori dalla fabbrica per discutere di politica e tanto altro ancora. Ebbene, ogni singola lotta, ogni singolo interesse particolare può essere realizzato solo mettendo mano al governo del paese.
Costruire Amministrazioni Locali di Emergenza e un Governo di Blocco Popolare a livello nazionale è il modo per mettere mano ai problemi del paese ma non solo: è anche il percorso per far avanzare la rivoluzione socialista e far rinascere il movimento comunista cosciente e organizzato poiché è tramite l’esperienza pratica che le masse popolari si danno i mezzi per affermare i loro interessi e imparano a dirigere la società.
Non sono i padroni e gli speculatori ad essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono far valere la propria forza!