Il problema non è “quale partito governa”, ma quali interessi fa il governo. LAVORATORI, DIAMOCI I MEZZI PER AFFERMARE I NOSTRI INTERESSI!

Le misure prese dal governo M5S-Lega non sono sufficienti a rimediare alla situazione disastrosa a cui decenni di politiche di attacco ai diritti e alle tutele conquistati con le lotte dei decenni passati hanno portato le masse popolari del nostro paese. Quota 100 e Reddito di cittadinanza sono misure che invertono il senso di marcia rispetto a tutti i governi precedenti (redistribuiscono anziché continuare a togliere), ma non bastano a creare le centinaia di migliaia di posti di lavoro di cui c’è bisogno per ricostruire il paese, a fare fronte alla povertà e alla precarietà crescenti, a dare a ogni anziano una pensione che gli permetta di vivere dignitosamente. È giusto e necessario mobilitarsi. Ma come e per cosa?

Rompere con la sottomissione ai circoli internazionali della finanza. Per attuare gli obiettivi della manifestazione di oggi va bene “chiedere di più” al governo, ma bisogna attrezzarsi per rompere i vincoli e le regole stabilite dalle istituzioni e autorità economiche e politiche della UE e della Comunità Internazionale (CE, BCE, FMI, NATO), a partire dalla trappola del debito pubblico. La riduzione dei fondi previsti per Quota 100 e Reddito di cittadinanza è infatti frutto delle pressioni e delle minacce della Commissione Europea sul governo rispetto al rapporto deficit/PIL (passato dal 2,4% al 2,04%).

Dare le gambe all’attuazione pratica delle misure positive prese dal governo M5S-Lega, contrastare i boicottaggi, estenderle a chi (con una scusa o un’altra) oggi “non rientra nei requisiti”. L’attuazione delle misure favorevoli a lavoratori, pensionati e i disoccupati prese dal governo è estremamente difficile se resta in mano a una macchina burocratica e amministrativa notoriamente inefficiente, passiva e con un legame pratico, clientelare, ideologico con la classe dominante e i suoi partiti delle Larghe Intese, quelli che sono stati scalzati con il voto del 4 marzo scorso. Qualcuno pensa che l’INPS diretta da Tito Boeri o da altri paladini della legge Fornero assumerà con piglio, efficacia e serietà l’attuazione di Quota 100? Boeri è pagato per dimostrare che Quota 100 è una legge fatta male, inutile e dannosa. Qualcuno si aspetta un trattamento diverso rispetto all’avvio del Reddito di cittadinanza?

Adottare misure urgenti per fare fronte agli effetti peggiori della crisi. Il nostro paese è in “perenne emergenza”, in particolare su cinque fronti: 1. il progressivo smantellamento dell’apparato produttivo (chiusura e delocalizzazione delle aziende, morte lenta di quelle che rimangono aperte, vendita del patrimonio produttivo a multinazionali estere o a fondi di investimento); 2. la riduzione e la privatizzazione dei servizi pubblici; 3. la sicurezza sui luoghi di lavoro; 4. l’aumento e la diffusione della povertà, collegati a precarietà, lavoro nero, caporalato e disoccupazione (per inciso, tutte cose che esistevano da ben prima che “arrivassero gli immigrati”); 5. la devastazione ambientale, le speculazioni, il saccheggio e la distruzione del territorio (vedi TAV, TAP, ecc).
Far fare al governo M5S-Lega quello che non fa o fa solo in parte, dare gambe alle misure positive che ha preso, impedire l’attuazione di misure antipopolari come il Decreto Salvini, attuare misure urgenti per far fronte agli effetti peggiori della crisi… da qualunque parte la si prenda, occorre una vasta e capillare mobilitazione di lavoratori, pensionati, disoccupati e precari a tenere in funzione le aziende che i capitalisti vogliono chiudere, delocalizzare, ridimensionare, ecc., a fare scioperi al contrario, a occupare le case vuote di palazzinari e cardinali, a costringere le amministrazioni locali a decretare misure di emergenza, a spingere ogni azienda privata e pubblica, scuola, ospedale, ogni caserma dei vigili del fuoco, ogni ONG, ogni circolo ARCI, ogni parrocchia ad assumere disoccupati e precari, formarli a fare lavori utili, che servono nel concreto contesto territoriale, organizzarli per realizzarli e su questa base erogare il reddito di cittadinanza o di inclusione che sia. La FIOM, il resto della CGIL e gli altri sindacati confederali sono decisi a fare questo? Sono decisi a fare quello che in una qualche misura hanno fatto quando al governo c’era Berlusconi, ma non hanno fatto quando invece c’erano Prodi & C fino a Renzi e Gentiloni?

Quale prospettiva? Mobilitarsi contro le incertezze, le titubanze e la parziale efficacia delle misure che il governo M5S-Lega adotta è giusto, come è giusto farlo per contrastarne le misure reazionarie (persecuzione degli immigrati, razzismo di stato, repressione per gli operai che lottano). Ma la prospettiva non è tornare a un altro governo delle Larghe Intese: abbiamo già visto dove porta! La prospettiva è andare avanti, costituire un governo di emergenza popolare formato per iniziativa di RSU e organismi operai, di altri lavoratori, disoccupati e precari, pensionati, studenti, ecc. italiani e non, gruppi di cittadinanza attiva, comitati per l’Acqua Pubblica, NO TAV, NO TAP e simili, reti di progressisti, antifascisti, di mutuo aiuto e altri organismi operai e popolari; che si fonda su di essi per far applicare i suoi provvedimenti e stroncare ogni tentativo di sabotarne l’attività; che è composto da persone di loro fiducia. Solo un governo così è in grado di rimediare da subito almeno agli effetti più gravi della crisi con misure d’emergenza.

Da dove iniziare? Organizzarsi in comitati di operai nelle aziende capitaliste e di lavoratori nelle aziende (ancora) pubbliche che si occupano sistematicamente della salvaguardia delle aziende prevenendo le manovre per ridurle, chiuderle o delocalizzarle, privatizzarle. Questo oggi è il primo passo.
Stabilire collegamenti con organismi operai e popolari di altre aziende, mobilitare e organizzare i disoccupati e i precari a svolgere i compiti che le istituzioni lasciano cadere, a non accettare le imposizioni dei decreti governativi e a violare le regole e le direttive delle autorità. È il contrario che restare chiusi in azienda ed è il secondo e decisivo passo.
Il Partito dei CARC sostiene e organizza ogni lavoratore che si mette su questa strada!

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