Formazione politica e lavoro operaio
Brescia. Il 6 gennaio la sezione locale del P.CARC ha svolto una sessione di studio collettiva del capitolo “Materialismo dialettico e materialismo storico”, tratto da Storia del Partito Comunista (bolscevico) dell’URSS di Stalin (Edizioni Rapporti Sociali e Red Star Press). L’evento pubblico è stato ospitato nella sede della federazione bresciana del PCI (di Mauro Alboresi) e ha visto la partecipazione di tutti i membri della sezione del nostro partito, oltre che di alcuni esterni, fra i quali quattro militanti del PCI stesso: una partecipazione risultato della collaborazione concreta che da alcuni mesi le nostre due organizzazioni stanno portando avanti a Brescia, soprattutto intervenendo congiuntamente ai cancelli dell’IVECO, fabbrica di autocarri del gruppo CNHI, legato all’FCA.
L’occasione data dalla presenza di tanti compagni del PCI ha permesso di mettere in luce come questo testo sia importante per la formazione dei comunisti e per definire la natura e l’azione del partito comunista. Nel dibattito emerso durante la lettura tanti sono stati gli argomenti trattati e le domande poste, in gran parte inerenti questioni che nel senso comune vengono trattate diversamente da quanto ci insegna invece la concezione comunista del mondo. Si è parlato della natura della crisi e della tendenza alla guerra, del fatto che ogni cosa è infinitamente conoscibile, del perché il materialismo storico considera lo schiavismo un progresso rispetto alle società primitive.
Di grande importanza è stato riflettere insieme anche sull’azione che da mesi i nostri partiti stanno portando avanti ai cancelli dell’IVECO, traducendo nella pratica quanto avevamo letto. Abbiamo avviato un intervento su una fabbrica partendo dal suo ruolo oggettivo nella città, senza fermarci davanti al fatto che la maggior parte degli operai avesse votato Lega o il Movimento 5 Stelle o non volesse sentire parlare dei comunisti. Siamo partiti dalla realtà concreta che avevamo davanti e dalla discriminante di classe, abbiamo via via guadagnato un po’ di fiducia e raccolto alcuni contatti. Col tempo e con l’analisi concreta abbiamo capito come mobilitare altri contatti che avevamo già da anni senza sapere come valorizzarli. Siamo andati ai cancelli non solo a fare propaganda o per fare testimonianza, ma cercando contatti da sviluppare per costruire un organizzazione operaia che si voglia occupare del futuro dello stabilimento e trovandoli. Abbiamo fatto leva sull’appartenenza alla grande famiglia FCA/CNHI e ai problemi comuni che questo grande e storico concentramento operaio ha in tutto il paese, lavorando per avviare il contatto fra questi operai e le avanguardie presenti negli altri stabilimenti del gruppo, in particolare i lavoratori raccolti nel Movimento Operai Autorganizzati FCA. Abbiamo promosso un’assemblea pubblica, una raccolta firme contro la morte lenta dell’azienda e abbiamo in cantiere un’ulteriore assemblea pubblica che chiami in causa le istituzioni locali e il governo sul futuro della più grande e importante fabbrica bresciana. Abbiamo visto pulsare il materialismo dialettico in tutta la nostra analisi e azione, anche se l’abbiamo svolta solo parzialmente in modo consapevole, vedendo solo ora, studiandolo a posteriori, come abbiamo messo in fila una serie di azioni che stanno portando a risultati di livello superiore, secondo il principio che l’accumulo quantitativo porta al salto qualitativo.
Il dibattito franco e aperto ha aggiunto un tassello alla politica da fronte che da mesi la sezione di Brescia sta costruendo assieme ai compagni del PCI. Dal confronto aperto e vivo, dibattendo sulle questioni che non ci vedono d’accordo, è possibile ottenere una unità d’azione che via via diventa sempre più unità su una linea precisa. Il dibattito sulla linea e il bilancio dell’esperienza concreta sono la via per costruire l’unità dei comunisti. Quindi siamo andati più in là delle riflessioni teoriche e abbiamo cercato di analizzare l’esperienza comune, di trarne insegnamenti per impostare le azioni future, di avanzare collettivamente nella comprensione della realtà e del modo di trasformarla, facendo bilancio delle esperienze per ricavarne delle sintesi superiori, per innalzare il livello dell’azione di tutti. L’obiettivo di queste sessioni di studio è quello di comprendere e imparare a utilizzare uno strumento potente come il materialismo dialettico, strumento di lavoro per ogni comunista che voglia veramente comprendere ciò che lo circonda e come trasformarlo.
Ci appelliamo alle sezioni, ai circoli, ai compagni di tutti i partiti che si richiamano al comunismo e leggono questo articolo, affinché organizzino anche loro sessioni di studio e dibattito su “Materialismo dialettico e materialismo storico” di Stalin o su altri testi, come ad esempio alcuni testi di Mao o articoli della rivista Rapporti Sociali, contattando le nostre sezioni per farlo insieme o anche autonomamente. Dedicare una domenica pomeriggio allo studio collettivo è stato il modo per fare ciò che la vita quotidiana di ognuno ci spinge a trascurare. Ma senza teoria rivoluzionaria non c’è pratica rivoluzionaria e il movimento comunista ha elaborato un ricco patrimonio di conoscenze e scoperte che vanno valorizzate adeguatamente; perché conoscere e usare il materialismo dialettico e il materialismo storico è fondamentale per svolgere l’azione cosciente necessaria a trasformare lo stato di cose presente: è ciò che distingue i comunisti da quanti navigano a vista nelle nebbie della concezione borghese o clericale del mondo.
Il Segretario della Sezione di Brescia del P.CARC