Auguriamo buon lavoro ai compagni Angelo D’Arcangeli e Chiara De Marchis

Il 6 gennaio scorso il (nuovo)PCI ha emesso il Comunicato “Nel XX anniversario della creazione della Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano, rafforzato il Centro del Partito per accelerare la rinascita del movimento comunista…” con cui annuncia il passaggio di due dirigenti del P.CARC, Angelo D’arcangeli e Chiara De Marchis, nelle file del Centro clandestino del (nuovo)PCI. Allegate al Comunicato sono pubblicate le lettere con cui i compagni si dimettono da ogni incarico e da ogni organismo del P.CARC e le motivazioni della loro scelta.

Promuoviamo l’ampia diffusione del Comunicato e delle lettere e ne facciamo oggetto di studio in tutte le istanze del P.CARC e fuori, perché è materiale estremamente ricco e utile per comprendere la relazione fra due aspetti basilari della linea della Carovana del (nuovo)PCI: la Guerra Popolare Rivoluzionaria e la Riforma Intellettuale e Morale che i comunisti devono compiere per diventare capaci di dirigere la rivoluzione socialista in corso. A ciò si aggiunge un terzo aspetto, la relazione (unità e distinzione) fra i due partiti della Carovana.

La Redazione di Resistenza ha chiesto al (nuovo)PCI un ulteriore approfondimento e il compagno Ulisse ha contribuito con l’articolo che pubblichiamo a pag. 5, importante poiché arricchisce il ragionamento già contenuto nel Comunicato del 6 gennaio di una visione “dall’alto” e organica del processo di costruzione e rafforzamento del (nuovo)PCI.

Di seguito la Redazione tratta, consapevole che lo spazio a disposizione è estremamente limitato, alcune considerazioni a seguito dei ragionamenti, delle domande e delle riflessioni emerse dalle prime discussioni del Comunicato e delle lettere allegate.

Il P.CARC saluta con entusiasmo e soddisfazione la decisione dei compagni Angelo D’Arcangeli e Chiara De Marchis, dirigenti nazionali, di dimettersi da ogni incarico e da ogni organismo del P.CARC per contribuire all’attività centrale, clandestina, del (nuovo)PCI. Per chi non comprende o non condivide la scelta strategica che sta alla base della dialettica fra i due partiti della Carovana la cosa può sembrare un controsenso: “come si fa a essere entusiasti e soddisfatti se due dirigenti lasciano ogni incarico e si dimettono dal Partito?”.

Anzitutto, inquadriamo l’avvenimento in un’ottica “da Carovana”. Il (nuovo)PCI è il reparto d’avanguardia della Guerra Popolare Rivoluzionaria in corso nel nostro paese e rafforzarlo significa rafforzare tutta la Carovana e tutto il processo di costruzione della rivoluzione socialista in Italia. Il P.CARC non è e non può essere “in concorrenza” con il (nuovo)PCI e, anzi, il passo dei due compagni è uno sviluppo della collaborazione fra i due partiti. Una collaborazione che ha molte forme, ma che, come dimostrano i due compagni, non è statica, si eleva man mano che le condizioni lo richiedono (aspetto oggettivo) e le forze del movimento comunista cosciente e organizzato si sviluppano e lo permettono (aspetto soggettivo).

In quest’ottica sono perfettamente coerenti, e comprensibili, l’entusiasmo perché la Carovana tutta si rafforza e la soddisfazione per il buon lavoro condotto dalla Carovana nella formazione ed elevazione dei quadri più generosi e disposti alla trasformazione.

Il legame speciale fra i due partiti è dimostrato dal fatto che, da Statuto, il P.CARC prevede la possibilità del doppio tesseramento per i suoi membri, prevede cioè che un membro del P.CARC possa essere membro del (nuovo)PCI. “Allora P.CARC e (nuovo)PCI sono la stessa cosa” commentano alcuni. Tutt’altro. Sono due partiti ben distinti, uniti dalla concezione del mondo, dalla condivisione della strategia e della tattica, distinti per il rispettivo ruolo che svolgono nella medesima guerra e distinti, anche, per il grado di consapevolezza dell’importanza della Riforma Intellettuale e Morale e per il grado di disponibilità a compierla.

Le lettere dei due compagni sono in questo senso istruttive e danno concretezza ai ragionamenti che stanno alla base di mille domande e mille contraddizioni sul senso della vita che ogni compagno e ogni compagna si pone e affronta in questa fase storica. Parlano a tutti i comunisti e le comuniste un linguaggio comprensibile e assimilabile: quale che sia il posto di combattimento che oggi ricoprono, siano disposti ad assumere nuove responsabilità, anche nel fare meglio quello che fanno già oggi, usare meglio e più a fondo la concezione comunista del mondo, agire considerando che parte del risultato del loro lavoro è quanto hanno insegnato ad altri e quanto sono stati di esempio per altri. Assumersi responsabilità nuove per avanzare nella trasformazione in comunisti.

Con questo rinnovato spirito si aprono i lavori del V Congresso Nazionale del P.CARC.

Un dirigente, pilastro del gruppo dirigente nazionale e del lavoro organizzativo, Angelo D’Arcangeli, ha lasciato il posto ad altri compagni e compagne, consapevole di aver contribuito in modo decisivo a creare le condizioni affinché il P.CARC possa procedere con continuità nel suo sviluppo, avvalendosi di una superiore collaborazione con il (nuovo)PCI.

Una dirigente nazionale, responsabile di un settore vasto come il lavoro per la costruzione di amministrazioni locali di emergenza, in cui ancora tanta è la sperimentazione dei principi, dei criteri e delle linee elaborate (in un contesto di grande e rapido sommovimento), Chiara De Marchis, lascia il posto a compagni e compagne che hanno voglia di imparare a dirigere e sono disposti a trasformarsi per farlo.

Il V Congresso rinnoverà gli organi dirigenti nazionali seguendo l’esempio e l’insegnamento che i due compagni hanno dato: “assumersi nuove responsabilità”. Questa è la vitalità della Carovana del (nuovo)PCI, questa è la vitalità della rivoluzione socialista in corso, questa è la spinta a “giocare d’attacco” anche nella fase di difensiva strategica.

Conosciamo bene i compagni Angelo e Chiara. Sappiamo che quando scrivono che ce la metteranno tutta per fare un buon lavoro dalla loro postazione di lotta non stanno scrivendo una frase fatta. Allo stesso modo gli auguri di buon lavoro per loro non sono una formalità. Agli auguri aggiungiamo il ringraziamento per il contributo che hanno dato al P.CARC e per il contributo che stanno dando alla Carovana tutta.

Avanziamo fino a vincere, fino a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

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