[Bergamo] Organizzarsi per vincere

La vicenda dei migranti annegati nei giorni scorsi oltre al dramma mostra come politicanti e studiosi borghesi si soffermano sugli effetti di questo fenomeno ma ne nascondono le cause, che stanno nella distruzione da decenni delle strutture sociali, politiche, economiche, culturali dei paesi di provenienza dei migranti ad opera dei poteri economici e politici dei paesi cosiddetti occidentali, ex e neo-coloniali. Le forme della distruzione sono svariate, ma tutte prevedono la leva della corruzione interna a quei paesi verso una classe politica di rampolli cresciuti e formati nelle università e negli istituti economici dei paesi imperialisti: dagli USA all’Inghilterra, dalla Francia alla Germania, dall’Italia all’Olanda, dal Belgio a Israele, alla Cina. Tutti protesi ad accaparrarsi territorio per due soldi, devastandolo per lo sfruttamento agricolo, minerario, energetico, industriale, speculazioni immobiliari e finanziarie da parte di multinazionali occidentali, protetti da insediamenti militari sul posto. Il risultato è la ricolonizzazione dei paesi, il loro sfruttamento e impoverimento per rendere disponibile manodopera a basso costo. Chi non ci sta finisce come la Libia, l’Iraq, la Siria, e anche la Tunisia, l’Algeria, l’India, sottoposti ad attacchi finanziari e politici come vari paesi del sud-America e, anche nello stesso “occidente” la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo.

Agitare quindi l’immigrazione, come fa Salvini, come spettro della decadenza sociale facendo leva sugli effetti indotti senza denunciarne le cause, prenderne le distanze e operare per rimuoverle rende attori e complici dell’operazione e mette al servizio di quei poteri forti (vedi le missioni militari internazionali, le sanzioni economiche, ecc.) che a parole si dichiara di combattere: e non interrompe il fenomeno! Gli strumenti che questo governo appronta all’interno su questo terreno, seguendo Salvini, sono prettamente repressivi e rappresentano l’evoluzione di quelli messi a punto dai governi precedenti, delle Larghe Intese, che facevano dell’immigrazione un business per le organizzazioni caritatevoli e per chi in vario modo si fa attore dello sfruttamento della manodopera, anche sul terreno criminale.

Prima gli italiani

Salvini agita questa parola d’ordine per promuovere la guerra agli immigrati. Ma disoccupazione, precarietà, lavoro nero, caporalato, degrado, delinquenza e gli altri mali che affliggono i lavoratori italiani esistono da ben prima che arrivassero gli immigrati. Questa è la verità che nascondono sia razzisti e simili, che cercano di aizzare le masse popolari contro gli immigrati, sia preti e buonisti di vario genere che predicano elemosina e pietà. Gli uni e gli altri convalidano la convinzione che sono gli immigrati i responsabili del degrado. Chi non fa gli interessi dei lavoratori italiani tanto meno li fa degli immigrati. Anzi, in definitiva si combina con quelli che li vogliono cacciare o annegare in mare.

Prima gli italiani (ma quali? Quelli che licenziano o quelli che vengono licenziati?)

È la direzione della borghesia imperialista e del clero, il servizio che loro rendono alla Comunità internazionale dei gruppi imperialisti USA, UE e sionisti la causa di tutto quello che non funziona. Gli immigrati che arrivano qui, trovano un paese malridotto, devastato, inquinato, insicuro, con uno smantellamento industriale in atto, dove il lavoro, la casa, i servizi primari sono già un problema per i lavoratori italiani. Gli immigrati vanno ad ingrossare le file dei proletari e dei sottoproletari che vivono già in condizioni degradanti e sono “un affare che frutta più della droga” come l’inchiesta mafia-capitale ha ben chiarito.

Prima gli italiani significa tenere aperte le aziende, impedire che vengano smembrate, delocalizzate o chiuse lasciando a casa operai e lavoratori; significa creare posti di lavoro utili e dignitosi per tutti; significa investire nella sicurezza sul lavoro; significa abolire l’obbligo di fedeltà aziendale e impedire i licenziamenti politici, chiudere i reparti confino; significa manutenzione del territorio, delle infrastrutture; significa strade e scuole sicure, sanità pubblica accessibile, gratuita, di qualità per le masse popolari perché i ricchi possono permettersi cure e cliniche private. Queste sono le opere di utilità sociale di cui gli italiani hanno bisogno e non le grandi opere che vogliono i ricchi per arricchirsi ancor più, come la TAV, il Terzo Valico, l’Aeroporto di Firenze, il TAP, la Pedemontana, la Treviglio-Bergamo, ecc.!

Organizzarsi in ogni azienda per realizzare queste condizioni, collegarsi e coordinarsi per costruire un Governo di Blocco Popolare per avanzare nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

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