Compagna cittadina,
ti scriviamo come sezione Napoli Centro del Partito dei CARC anzitutto per ringraziarti della tua partecipazione alla parte pubblica del nostro congresso, poi per dare continuità al dibattito avviato con te e proseguito con il post pubblico con cui hai inteso commentare l’assemblea e il tuo intervento in essa.
Lo spirito con cui sei intervenuta alla nostra iniziativa congressuale è stato esemplare, sia perché, al di là delle divergenze politiche hai riconosciuto il comune lavoro che svolgiamo nelle battaglie in difesa dei cittadini del quartiere Sanità (a partire dalla lotta contro la chiusura dell’ospedale San Gennaro) e per la costruzione e il rafforzamento di organizzazioni operaie e popolari sempre più in grado di prendere in mano il futuro del quartiere, della città e del paese, sia perché non ci hai risparmiato critiche, non hai esitato a porre dubbi e ad offrirci spunti di discussione durante e dopo il congresso.
Tu come tanti attivisti del M5S sei giustamente amareggiata, delusa e sfiduciata dalla piega che ha preso il governo con la Lega che, pur avendo rotto la successione dei governi che hanno diretto il Paese da trent’anni a questa parte distruggendo i diritti sociali della massa dei cittadini italiani (da i governi DC e Pentapartito della Prima Repubblica ai governi di “centro – destra” e “centro – sinistra” delle Larghe Intese con PD e FI in testa), non è in grado oggi di liberarsi dalla tutela dei poteri forti e ricorre, anche grazie alla presenza della Lega (che al tavolo dei governi Berlusconi e delle Larghe Intese ha mangiato per anni) alle stesse misure reazionarie di sempre a partire dalla persecuzione contro gli immigrati, contro i centri sociali, le occupazioni, ecc., rimandando e riducendo sempre di più i provvedimenti a favore dei cittadini inseriti nel “Contratto di Governo” (in particolare reddito di cittadinanza e abolizione della Fornero).
In sintesi: il governo è in mano a Lega e M5S, espressione della rabbia e dello sdegno della massa dei cittadini, il potere è però ancora in mano agli affaristi, agli speculatori, ai “prenditori” di appalti e di soldi pubblici!
A fronte di questa situazione tu come tanti altri attivisti vorresti un “ritorno allo spirito originario” dei Meetup che hanno dato origine al M5S, tradito dall’alleanza con la Lega e che oggi è rappresentato da quanti si oppongono alle grandi opere, al decreto sicurezza, al sostanziale svuotamento dei meetup ridotti ormai a massa di manovra.
Vediamo in cosa consisteva questo “spirito originario”, qual è stata la spinta su cui il M5S è nato e si è sviluppato, proviamo ad osservarla dall’alto e dall’esterno.
Il M5S e ancora prima i meetup “Amici di Beppe Grillo”, nascono tra il 2005 e il 2009, come conseguenza dei crescenti sentimenti di sdegno e di rabbia di tanti semplici lavoratori, studenti, casalinghe, persone di buona volontà che, sempre più distanti dal “teatrino” della politica e dai partiti che lo animano, scelgono di scendere in campo direttamente, utilizzando le possibilità di partecipazione date dalla rete e l’autorevolezza di un personaggio come Beppe Grillo prima per promuovere iniziative dal basso su cui incalzare i politici al governo e individuare candidati da appoggiare, poi costituendosi come vero e proprio movimento politico e presentando proprie liste per le elezioni amministrative e politiche.
L’idea di base, diffusa attraverso le ricerche e le denunce di Beppe Grillo, era che attraverso la rete e lo sviluppo delle nuove tecnologie si sarebbe potuta costruire una società basata sulla partecipazione diretta della massa dei cittadini alla gestione della vita associata, in cui venisse superato il principio della delega, le divisioni gerarchiche tra base e vertice (“uno vale uno”) e la necessità di affidarsi a partiti politici, in cui venissero messe da parte le divisioni di carattere ideologico e il lavoro, grazie allo sviluppo tecnologico, non fosse più un problema e una fatica. Tutto questo si sarebbe potuto ottenere sostituendo una casta di politicanti di professione corrotti, attaccati al potere e legati alle lobby e ai poteri forti, con dei semplici cittadini onesti, provenienti dalla militanza “dal basso” e liberi da legami oscuri, conflitti d’interesse, appartenenze all’élite oligarchica di questo paese.
Il M5S ha effettivamente raccolto la rabbia che montava nel paese, le ha dato uno sbocco, un centro autorevole e ha rotto gli equilibri che tenevano in piedi il vecchio teatrino della politica arrivando fino ad impedire, per la prima volta dopo diversi anni, che si formasse un governo controllabile totalmente dai poteri forti e dai loro lacchè. Tuttavia non è riuscito a rompere fino in fondo con i poteri forti, accettando compromessi e cedimenti culminati nell’alleanza con la Lega, con tutto ciò che questa comporta.
Ti chiediamo a questo punto di riflettere: cosa insegna quanto sta succedendo? Qual è il bilancio giusto da trarre di questo percorso? L’”idea originaria” cui fai appello era realistica? Cosa dobbiamo fare in futuro?
Il problema è davvero costituito dagli uomini che oggi reggono il M5S, dal loro orientamento politico, dalla loro buona o cattiva fede o è piuttosto una questione di potere, di rapporti di forza tra il vecchio potere degli affaristi, degli speculatori, degli sfruttatori (che oggi è predominante) e il nuovo potere della massa dei cittadini coscienti e organizzati in comitati e organismi come quello in difesa dell’ospedale San Gennaro (il famoso potere “dal basso” che tanto viene invocato e declamato, formato da lavoratori e cittadini, che ad oggi cresce ma è ancora ben poca cosa).
Gli stessi principi di legalità, onestà e trasparenza che il M5S rivendica possono essere applicati in presenza di uomini onesti e di bravi amministratori oppure è necessario tener conto del fatto che la società attuale, nonostante sia molto cambiata rispetto a com’era un secolo fa, resta divisa in un pugno di sfruttatori che detiene il potere,:“lo stato” e cerca in ogni modo di usarlo per i propri interessi di profitto e una massa di sfruttati che non può far valere i propri interessi restando pienamente entro i confini della legalità (in fondo è questo che diciamo quando parliamo di masse popolari e borghesia imperialista usando termini scientifici ai sconosciuti a molti)? Basti pensare all’esperienza dei NO TAV o, più in piccolo, a quella dello stesso comitato San Gennaro o di realtà come Galleri@rt: come avrebbero ottenuto i loro piccoli grandi traguardi senza occupazioni, azioni di lotta, scontri, ecc.?
E infine: tutto ciò che di giusto e di sano il M5S sin dalle origini ha propugnato, la partecipazione della massa dei cittadini alla gestione della società, lo sviluppo libero delle tecnologie finalizzato al benessere, il superamento dei partiti e delle divisioni tra i cittadini, la garanzia dei beni comuni, la riduzione del tempo di lavoro al minimo indispensabile, non rappresentano forse l’aspirazione ad un’altra società, che per essere costruita necessita una trasformazione economica e politica che metta definitivamente al bando il profitto e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo? In fondo il comunismo, al di là della rappresentazione che ne viene data, è questo. Non un’idea tra le altre, ma “il movimento reale che trasforma lo stato di cose presenti” (Marx), la trasformazione che oggi è possibile stante il livello raggiunto dalla scienza, dalla tecnologia, dal lavoro e che, tuttavia, per essere attuata necessita di un nuovo ordinamento politico e sociale che tolga il potere agli sfruttatori: il socialismo.
In conclusione,
tornando alla situazione attuale, l’invito che rivolgiamo a te come a tutti gli attivisti del M5S sinceramente interessati a cambiare il corso delle cose è quello a non smettere di lottare, di attivarsi, di dare battaglia colpo su colpo!
La mossa più sbagliata che possiamo fare oggi è aspettare. È sbagliato lasciar lavorare il governo e aspettare, per vedere “cosa combina davvero”, quanto è sbagliato lamentarsi delle misure reazionarie e antipopolari che sono in cantiere aspettando che diventino leggi ed entrino in vigore, per dimostrare che “l’avevamo detto”. Siamo in una situazione del tutto inedita: non è mai esistito nella storia recente del nostro paese un governo tanto dipendente dal consenso dei cittadini, più dipendente dal consenso dei cittadini che dal consenso dei poteri forti. L’attendismo porta all’immobilismo e al disfattismo. Da esso traggono inevitabilmente vantaggio, non senza dover comunque affrontare nuove e maggiori contraddizioni, i partiti delle Larghe Intese e il sistema politico dei poteri forti. La mobilitazione popolare ha la possibilità di decidere di ciò che il governo fa o non fa, imporre misure che tutelino gli interessi dei lavoratori, studenti e di tutta la cittadinanza indebolita dalla macelleria sociale dei precedenti governi (vedi il lavoro sul Decreto sicurezza popolare su cui stanno concentrandosi alcuni comitati della nostra città, come Galleri@rt e S.Gennaro) almeno fino a portarlo al punto di scontrarsi apertamente e direttamente, volente o nolente, con i poteri forti nazionali e internazionali. Se lasciamo loro campo libero, se stiamo ad aspettare, saranno i poteri forti a portarlo sulla via dell’attuazione del loro “programma comune” e della guerra contro i poveri. C’è una situazione in cui ognuno deve fare la sua parte e usare ogni strumento e relazione, investire la sua autorevolezza e il seguito di cui gode fra le masse popolari per:
- fare pressione sugli esponenti di ogni tipo del M5S (eletti in Parlamento, membri del governo, sindaci e amministratori locali, ecc.) non solo perché attuino le parti positive del Contratto di Governo, ma anche e soprattutto perché rispettino il mandato per cui sono stati votati prima dell’alleanza con la Lega;
- fare pressioni sugli esponenti della Lega, in particolare su quelli emersi ultimamente, tenuto conto del fatto che anche essi dovranno scegliere tra due strade: tornare alle Larghe Intese o rompere definitivamente con esse;
- mobilitarsi con continuità prima che le promesse elettorali si dimostrino disattese e le misure reazionarie entrino in vigore, sul modello di quanto stiamo facendo con il “decreto sicurezza popolare”.
Nel rinnovarti l’appello a non desistere dal continuare la battaglia tua e dei cittadini che vogliono cambiare radicalmente il corso delle cose, ti auguriamo buon anno e buona lotta e ti invitiamo a partecipare al nostro congresso federale (19 gennaio presso “La città del sole”, Vico Maffei, 4)!