Trasmettiamo un comunicato trasmesso via e-mail da un Comitato di Partito del (nuovo) Partito Comunista Italiano che manifesta la propria solidarietà a Luciano Pasetti, compagno del Partito dei CARC e lavoratore della Grande Distribuzione Organizzata, e a tutti i lavori di questo settore che sono sfruttati bestialmente, oltre che licenziati quando alzano la testa. Diffondiamo il comunicato perchè da una visione più ampia della lotta sulle singole vertenze.
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Solidarietà a Luciano Pasetti, licenziato politico della Grande Distribuzione Organizzata in Lombardia!
Andare fino in fondo nella battaglia per il reintegro del compagno Luciano Pasetti e per tutti i licenziati politici della Grande Distribuzione Organizzata!
Approfittare della breccia che le masse popolari hanno determinato con il voto del 4 marzo per costringere il governo ad attuare le misure progressiste promesse in campagna elettorale e presenti nel contratto di governo stipulato tra Lega e M5S!
Il Comitato di Partito “Nadja Krupskaija” del (nuovo) Partito Comunista Italiano esprime la sua solidarietà al compagno Luciano Pasetti, licenziato politico da GS Carrefour, delegato e iscritto al Sindacato Generale di Base nella grande distribuzione organizzata (GDO) e membro del Partito dei CARC. Il compagno Luciano è stato licenziato per rappresaglia, con una scusa presa a pretesto da parte della direzione di GS Carrefour per eliminare un delegato scomodo, combattivo, che nella sua attività sindacale ha sempre messo al centro gli interessi dei lavoratori. L’operazione promossa da GS Carrefour è volta ad eliminare tutti gli ostacoli che possono rallentare o impedire i progetti dei suoi dirigenti sullo smantellamento dei diritti dei propri lavoratori e per la ristrutturazione aziendale, che tradotta in altri termini vuol dire chiudere punti vendita e licenziare lavoratori in funzione del sempre crescente “e-commerce”. Questo è un ambito che all’oggi permette alla GDO di fare maggiori profitti, come dimostrano i padroni di Amazon e delle altre multinazionali del settore che attraverso lo sfruttamento bestiale dei lavoratori, costretti anche a pisciarsi addosso pur di non interrompere il proprio lavoro, fanno profitti miliardari.
Non è una questione di cattiveria dei padroni o di assenza di buon senso come spesso funzionari sindacali o esponenti della sinistra borghese denunciano: la crisi costringe i capitalisti ad aggredire tutte le conquiste di civiltà e benessere ottenute dal movimento comunista quando alla testa di esso c’era l’Unione Sovietica e i padroni di tutto il mondo tremavano per la paura di perdere tutto. Il licenziamento di operai combattivi e che fanno da deterrente alle manovre padronali è un passo nella direzione di smantellare tutti quegli ostacoli che impediscono ai capitalisti di trarre dal lavoro degli operai il massimo del profitto.
Per quanto riguarda GS Carrefour e il licenziamento di Luciano, i padroni hanno fatto male i conti (ma attenzione a non sottovalutarli!): gli stessi lavoratori che la direzione ha tentato di corrompere gli si sono rivolti contro, testimoniando in tribunale in definitiva negli interessi di Luciano e palesando il tentativo di rappresaglia della direzione aziendale. A tal proposito, vi invitiamo a leggere il comunicato [Milano] Processo per il reintegro di Luciano: allargare la crepa nella montatura orchestrata dal padrone – 31 ottobre nuova udienza. Appello alla mobilitazione pubblicato il 3.10.18 sul sito www.carc.it e invitiamo i nostri lettori a contribuire nella lotta per il reintegro di Luciano nelle forme e nei modi che ritengono più opportuni.
La crisi economica spinge i padroni di GS Carrefour e tutti gli altri capitalisti ad attaccare i propri operai in maniera sempre più dura: non a caso si è sollevata una canea di minacce e guaiti alla sola notizia che Di Maio, a capo del MISE, vorrebbe abolire la domenica lavorativa nel commercio, limitando di fatto la libertà dei padroni di sfruttare i lavoratori, facilitati in questo dall’infamia del Jobs Act varato dal governo Renzi.
Il governo M5S-Lega per essere conseguente con le promesse fatte in campagna elettorale e per cui ha raccolto 16,4 milioni di voti (10,7 il M5S e 5,7 la Lega di Salvini, entrambi portando avanti parole d’ordine come l’abolizione della Legge Fornero e del Jobs Act), deve poggiare le sue azioni sulle masse popolari organizzate e la loro mobilitazione e mettere in discussione l’iniziativa privata dei capitalisti e dei gruppi imperialisti della Comunità Internazionale. Le manifestazioni dei NO TAP che hanno strappato le loro tessere elettorali ne sono una dimostrazione!
Ottenere il pieno reintegro di Luciano e di tutti gli altri licenziati della GDO è possibile: per farlo serve rafforzare le organizzazioni operaie (OO) e organizzazioni popolari (OP) che già operano nelle aziende private e pubbliche, crearne di nuove a partire dagli embrioni di OO e OP che sono emersi dalla campagna in solidarietà a Luciano Pasetti (banalmente, lo stesso cliente e lo stesso lavoratore usati strumentalmente dall’azienda per il licenziamento di Luciano possono essere organizzati!), legare la battaglia per il reintegro di tutti i licenziati politici a quella contro le aperture domenicali dei negozi, contro le bestiali condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori della GDO.
La situazione politica nazionale è estremamente favorevole per poter incalzare il governo nell’attuazione di misure in favore delle masse popolari. Il governo M5S-Lega è frutto di un compromesso con i vertici della Repubblica Pontificia e le vecchie Larghe Intese, ma anche con il mandato che le masse popolari gli hanno conferito con il voto del 4 marzo, come atto di sfiducia verso le Larghe intese e il loro “programma comune”. E’ un governo che durerà tanto quanto manterrà le sue promesse elettorali: i voti raccolti vengono dalla classe operaia e dalle masse popolari, compresa quella impiegata nella GDO. Buona parte di questi lavoratori hanno votato M5S e Lega principalmente per le promesse che hanno dichiarato di attuare: smantellamento della legge Fornero e del Jobs Act, chiusura domenicale dei punti vendita, miglioramento delle condizioni di vita in generale e sono tutti potenziali alleati della lotta per costringere il governo ad attuare le misure più progressiste che ha sbandierato prima e dopo la campagna elettorale. Non facciamoci influenzare da quella Sinistra Borghese che sconfitta elettoralmente inveisce contro “la deriva a destra delle masse” per giustificare l’opportunismo che la contraddistingue e la sua incapacità di mobilitarle contro la borghesia, riducendosi a fare la stampella delle Larghe Intese.
Ai nostri membri che operano in Lombardia, ai nostri simpatizzanti e ai nostri collaboratori, ai comunisti del nostro partito fratello del P.CARC e a tutti i solidali con Luciano e i licenziati politici della GDO, indichiamo di lavorare per estendere la solidarietà a tutti i licenziati politici, denunciare le malefatte dei padroni della GDO e sostenere le lotte di resistenza che i lavoratori della GDO promuovono in varie forme e modi, estendendo la lotta in difesa e per il reintegro dei licenziati politici alla lotta per il miglioramento delle condizioni di lavoro nell’ambito della GDO, contro lo smantellamento dei punti vendita e per la chiusura domenicale dei negozi (anche questo è miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita!) e incalzare il governo, gli esponenti locali di governo e dei loro partiti a prendere posizione in favore di queste battaglie e attuare misure concrete in tal senso, usando anche gli appigli che le mobilitazioni previste per i prossimi mesi e i sommovimenti politici in corso offrono a chi vuole vederli.
La solidarietà espressa in mille forme e modi nei confronti di Luciano dimostra che la borghesia ha più nemici che amici, che gli alleati in questa battaglia sono numerosi: sta ai comunisti vedere il contributo che ognuno può dare e incanalare questo contributo nella lotta più ampia per allargare la breccia che il voto del 4 marzo ha decretato nel sistema politico del paese, ponendo superiori condizioni per la costruzione del Governo di Blocco Popolare, un governo che attua le misure indicate dalle masse popolari organizzate e che si avvale della loro mobilitazione per attuarle. Questa oggi è la via meno dolorosa e distruttiva per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, farla finita con l’iniziativa privata nell’economia e con l’arroganza e i ricatti dei padroni, con i soprusi e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, con i diktat delle multinazionali e dei gruppi imperialisti USA, europei e sionisti esercitando la nostra sovranità nazionale e garantendo ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso.
Il Socialismo è l’unica via di uscita dalla crisi, il movimento comunista cosciente e organizzato sta rinascendo ma è ancora debole: chiamiamo a mettersi alla testa di questa grande opera ogni comunista e ogni persona di buona volontà che vuole farla finita con la borghesia e il suo dominio sul mondo, arruolandosi tra le fila del (nuovo) Partito Comunista Italiano e costruendo Comitati di Partito clandestini in ogni azienda privata e pubblica, in ogni scuola e università, in ogni quartiere e in ogni città.
Non sono i padroni a essere forti, sono gli operai che ancora devono far valere la loro forza!
Osare sognare, osare lottare, osare vincere!
Comitato di Partito “Nadja Krupskaija” del (nuovo) Partito Comunista Italiano
e.mail: cdp.krupskaija@net-c.com