BASTA ABUSI IN DIVISA: NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO SOLO DAVANTI ALLA REPRESSIONE!
La lotta per la verità e la giustizia è parte della costruzione della solidarietà! Assemblea contro gli abusi in divisa e cena in solidarietà a Vigilanza Democratica – Parma, 14 dicembre.
La risposta alla vittoria contro i tentativi di insabbiamento della vicenda Cucchi, grazie alla determinazione, alla forza, e al coraggio di Ilaria Cucchi e della sua famiglia, non si è fatta attendere: la sentenza di assoluzione dei tre carabinieri già condannati per la morte di Riccardo Magherini (2014) è il tentativo maldestro di rispondere alla lotta per “la verità e la giustizia” che i famigliari delle vittime di Stato stanno conducendo da anni, aggregando intorno a sé sinceri democratici, organismi popolari ed esponenti della società civile, spingendo con il loro esempio anche altri parenti delle vittime di Stato a lottare, a non accettare passivamente l’omicidio di un loro caro per mano di agenti, a non chinare la testa davanti allo Stato e a non lasciarsi scoraggiare dal “muro di omertà” della magistratura complice e della stampa di regime, puntualmente denigratoria. Spesso infatti le Forze dell’Ordine godono di coperture ad alti livelli, sia nelle aule dei Tribunali, che negli uffici e nelle arringhe dei Pubblici Ministeri e non solo: per questo dobbiamo far valere la più ampia solidarietà di classe, dobbiamo far conoscere il più possibile abusi e violenze come i film “Sulla mia pelle” su Stefano Cucchi ed “È stato morto un ragazzo” su Federico Aldrovandi, o ancora il video dell’omicidio di Riccardo Magherini e l’opera di Vigilanza Democratica e di ACAD, e organizzare momenti di denuncia, informazione e organizzazione popolare!
Così, dagli omicidi di Stato, ai pestaggi (come quello subito dall’ultras del Brescia, Paolo Scaroni per mano del VII Reparto Mobile di Bologna nel 2005), alle denunce contro i militanti politici, alle perquisizioni abusive e alle intimidazioni ricaviamo come l’operato violento ed eversivo delle Forze dell’Ordine e degli apparati dello Stato, non è dovuto a “qualche mela marcia” o a “servizi segreti deviati”, ma è la rappresentazione concreta e reale del vero volto dello Stato borghese: anti democratico, a servizio di una specifica classe, la borghesia che tramite il monopolio della violenza tenta di posticipare la sua inevitabile fine. Una fine segnata dall’impossibilità di far fronte con soluzioni positive alla crisi del suo sistema, del sistema capitalista, spingendo le masse popolari a reagire in ogni forma.
È quanto abbiamo portato avanti per sostenere la compagna Rosalba Romano della redazione del sito Vigilanza Democratica processata dal Tribunale di Milano (condannata a 5000 euro di multa per “diffamazione” – qui le motivazioni) perché ha lottato contro l’impunità e gli abusi delle forze dell’ordine; per la difesa e l’applicazione dell’articolo 21 della Costituzione e per l’introduzione effettiva del reato di tortura e del codice identificativo per le Forze dell’Ordine nel nostro Paese. Per alcuni mesi abbiamo condotto un’intensa campagna di mobilitazione e lotta, riuscendo a rompere il velo di silenzio intorno a questo procedimento giudiziario e raccogliendo la solidarietà di familiari delle vittime degli omicidi di Stato, di centinaia e centinaia di compagne e compagni, di esponenti della società civile, di musicisti, di giornalisti e anche di alcuni esponenti della magistratura. Per impedire l’impunità è però necessario sviluppare le condizioni per imporre un nostro governo; un governo di emergenza popolare che epuri, avendone forza e volontà, la Polizia e l’Arma dei Carabinieri da picchiatori e violenti. Non si può pensare di cambiare le Forze dell’Ordine se non si cambia il sistema che le forma e le addestra, e dietro cui la stessa classe dominante si trincera! Ed è proprio nel solco di questa battaglia giudiziaria che è nato il dossier CopWatching 2.0, uno strumento di organizzazione contro gli abusi e l’impunità.
In conclusione, tutte queste battaglie, tutti questi “casi”, tutti questi processi, come anche quelli per Giuseppe Uva o contro gli imputati del 15 ottobre 2011 a Roma e molti altri, vanno tutti combattuti portando avanti la lotta contro gli abusi compiuti dai corpi armati dello Stato addirittura in deroga alle stesse leggi ufficiali della Repubblica Italiana, la lotta contro reparti come il VII Reparto Mobile di Bologna, contro i Servizi Segreti da sempre deviati al servizio della NATO e protettori dei fascisti mandati a compiere le stragi di Stato. Queste battaglie riguardano tutti quelli che hanno a cuore la democrazia e le libertà che le parti progressiste della nostra Costituzione hanno sancito. Riguarda tutti quelli che di fronte agli effetti della crisi si mobilitano, si organizzano e verso i quali la repressione delle autorità diventa sempre più diffusa e su ampia scala. Vero, bisogna resistere, ma non solo! Contro ogni forma di abuso dobbiamo sviluppare la vigilanza democratica e il controllo popolare alimentando il protagonismo delle masse popolari che si organizzano nei posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri. Forme di organizzazione e di coordinamento dal basso devono diventare la base della costruzione di una rete di nuova governabilità dei territori e del paese.
Per queste ragioni insieme ad Infopoint Barricate Parma e Associazione Resistenza vi invitiamo a partecipare all’Assemblea pubblica con presentazione del Piccolo Manuale di Autodifesa Legale (a cura del Partito dei CARC), che si terrà a Parma, presso il circolo ARCI Pedale Veloce (in Borgo Bernabei, 29) venerdì 14 dicembre dalle ore 19. Interverranno:
– Ilaria Cucchi (intervento telefonico);
– l’avvocato Mario Marcuz dell’Associazione Antigone di Bologna;
– Paolo Fornaciari dell’Osservatorio contro la Repressione;
– Vigilanza Democratica.
A seguire, cena per le spese legali di Vigilanza Democratica! Antipasto, primo e dolce (bere escluso) a sottoscrizione (15 euro). Prenotazioni al 339.44.97.224.
Qui l’evento Facebook dell’Assemblea.
Il mattino seguente (il 15 dicembre), dalle 10:30 in Piazza del Monte a Reggio Emilia, banchetto solidale con gli antifascisti sotto processo per aver difeso la città, il 25 aprile 2014 dalle scorribande di Salvini. I valori della Resistenza e della Costituzione sono strumento per contrastare tutti i tentativi di promozione della mobilitazione reazionaria, per costruire organizzazione popolare e per impedire l’attuazione di leggi come quella sulla Sicurezza firmata Salvini!
Bisogna andare fino in fondo nella battaglia contro gli abusi di polizia e per l’introduzione di un effettivo reato di tortura e per il codice identificativo sulle divise, per rispondere alle misure più restrittive la legge sulla “sicurezza” di Salvini!
Basta abusi e impunità!
Numero identificativo subito!
Solidarietà di classe e controllo popolare!