[Italia] A proposito di un commento di un nostro lettore sull’unità e il ruolo dei comunisti

Trasmettiamo la risposta che abbiamo inviato ad un nostro lettore a seguito di un suo commento ad un articolo della nostra Agenzia Stampa. La propagandiamo perchè il compagno solleva importanti questioni sull’unità e il ruolo dei comunisti oggi. Buona lettura.

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Caro compagno, ti ringraziamo per il contributo che dai al dibattito tra le forze che si definiscono comuniste attraverso il commento che ci hai fatto all’articolo [Italia] Lucano e Mignano: due icone della disobbedienza sociale ma con ruoli sociali diversi e che riportiamo di seguito alla nostra risposta. Cogliamo positivamente il tuo spirito e invitiamo chiunque volesse a seguire il tuo esempio.

Innanzitutto ti facciamo i complimenti per aver centrato una questione importante e decisiva: solo il movimento comunista cosciente e organizzato può guidare le masse popolari fuori dal pantano in cui la borghesia le ha condotte. Solo la rivoluzione socialista, aggiungiamo noi, è la soluzione alla crisi generale in cui il capitalismo versa e che causa centinaia di morti sul lavoro, migliaia di morti in mare o per malattie curabili, disastri ambientali evitabili, abbrutimento e di quello “stillicidio di intelligenze, di sentimenti, di rapporti personali” di cui tu giustamente parli. La Comunità Internazione dei gruppi imperialisti USA, europei e sionisti e la loro emanazione in Italia (il Vaticano attraverso il suo potere economico, ideologico e morale sulle masse, i padroni, gli esponenti delle Larghe Intese, le organizzazioni criminali ecc.) conducono una vera e propria guerra di sterminio non dichiarata contro le masse popolari e la classe operaia, che si basa sullo sfruttamento e l’oppressione, sugli esuberi, che causa migliaia di morti per incuria del territorio, malasanità, insicurezza sul posto di lavoro ecc.

Oggi la classe operaia e le masse popolari non riescono più a dare un senso alla propria vita a fronte del marasma presente e solo i comunisti possono trasformare questa realtà, mobilitare le masse popolari e la classe operaia per uscire da questo pantano e dare loro un ruolo che la borghesia non può dargli, ossia quelle di essere protagoniste della costruzione di una nuova società. Questa nuova società per noi comunisti è il socialismo.

Nella storia dell’umanità i bolscevichi guidati prima da Lenin e poi da Stalin e poi i cinesi guidati da Mao hanno aperto la strada instaurando il socialismo nei propri paesi e portando la classe operaia ad assumere il ruolo che storicamente spetta loro, di classe dirigente della società. La rivoluzione d’ottobre ha aperto le porte alla prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, che ha visto gli operai alla testa di un processo di conquista in tutto il mondo di migliori condizioni di vita e di lavoro, che ha visto le sue tappe più importanti in Italia nel biennio rosso, durante la Resistenza all’occupazione nazifascista e nelle ampie e dispiegate mobilitazioni degli anni ’70. Ma più di tutto, la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale ha visto la conquista del potere politico da parte della classe operaia e dei contadini in Russia e in Cina, l’instaurazione della dittatura del proletariato che per un certo periodo ha vinto contro la borghesia e ha dato una spinta in avanti epocale allo sviluppo dell’umanità. Hanno dimostrato che il socialismo è l’unico modo per uscire dalla crisi del sistema capitalista che ci conduce ogni giorno di più verso la guerra aperta.  Ma più di tutto, l’esperienza russa ci ha dato due importanti lezioni che dobbiamo assimiliare:

  1. La rivoluzione socialista ha la forma di una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata promossa dal Partito comunista. Questi nel corso della guerra (che non vuol dire consegnare le armi alle masse) fa leva sulle lotte spontanee della classe operaia e delle altre classi sfruttate e oppresse dalla borghesia e passo dopo passo le sviluppa, fa avanzare la rivoluzione socialista fino alla vittoria. Il Partito mobilita le classi sfruttate e oppresse, le organizza e le dirige fino a instaurare il socialismo (dittatura del proletariato, gestione pubblica e pianificata dell’attività economica, partecipazione della classe operaia e delle altre classi oggi sfruttate e oppresse alla gestione della vita sociale). Se il Partito comunista persiste a lungo a dirigere in modo sbagliato, passo dopo passo anche la combattività delle masse popolari si esaurisce e il Partito comunista perde l’egemonia che aveva conquistato, si disgrega o cambia natura: è quello che abbiamo constatato in Italia e nel mondo e ci fa ritrovare con la divisione che tu, compagno, condanni.
  2. Il Partito comunista è capace di dare una giusta direzione alla classe operaia e alle altre classi delle masse popolari solo se ha assimilato il marxismo, lo applica nelle condizioni concrete del proprio paese e del suo contesto internazionale e lo sviluppa. La caratteristica più importante del Partito comunista, la base principale della sua unità e il fattore principale che rende  vittoriosa la sua attività, che gli consente di unirsi strettamente alle masse popolari e dirigerle, è la concezione comunista del mondo. Il Partito comunista non è solo la più avanzata organizzazione di lotta, ma principalmente lo Stato Maggiore di quella guerra che i proletari devono combattere contro la borghesia per conquistare il potere.

Oggi in Italia dobbiamo fare come cento anni fa in Russia. Per farlo, compagno, è giusto perseguire l’unità dei comunisti, ma prima di tutto bisogna stabilire su cosa unirsi. L’unità dei comunisti non può essere solo organizzativa e la diaspora e la frammentazione delle forze che si dicono comuniste nel corso degli ultimi 40 anni lo dimostra: oggi bisogna prima di tutto unirsi da un punto di vista ideologico, attraverso il dibattito franco e aperto sul bilancio della storia del movimento comunista internazionale e nazionale, le sintesi e gli insegnamenti che traiamo da questa esperienza e l’elaborazione della strategia della rivoluzione socialista. 

Oggi i comunisti devono diventare la nuova classe dirigente delle masse popolari, ossia devono dirigere le masse popolari a combattere quella che è una vera e propria guerra che i padroni e i loro sodali (non per cattiveria, ma perchè basano la loro stessa esistenza sull’oppressione delle masse) conducono contro di esse, indicare loro i passi da fare per conquistare il potere politico e instaurare il socialismo e la dittatura del proletariato.

Il P. CARC e il suo partito fratello, il (nuovo) Partito Comunista Italiano, sono disponibili e si fanno promotori di questo tipo di dibattito. Allo stesso tempo, perseguono l’obiettivo strategico del socialismo. Per farlo promuovono un piano tattico di fase ben definito: l’instaurazione di un Governo di Blocco Popolare, che viene imposto (non passa per le elezioni!) dalle masse popolari organizzate e risponde alle loro indicazioni (non a quelle del mercato, della UE, del FMI ecc) e che fa leva sulle masse popolari per attuare le misure emergenziali che servono per rispondere agli effetti più disastrosi della crisi. Un governo che attui fino in fondo le parti progressiste della Costituzione, conquistata dalla Resistenza partigiana eroicamente diretta dal vecchio PCI, per mettere al centro la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per ogni adulto”, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela della salute pubblica e di una vita dignitosa per le masse popolari, intervenga insomma sulla parte più avanzata e progressista di quei diritti sanciti nella Costituzione ma mai applicati per 70 anni. Per costruire un simile governo è necessario moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari e farle diventare nuove autorità, al pari di come furono i soviet nella Russia zarista e di come i CLN locali lo furono in Italia durante la Resistenza. La costruzione di un simile governo di cui i comunisti devono farsi promotori sarà scuola per le masse popolari del nostro paese (formerà alla lotta di classe interi settori delle masse popolari) così come lo è stata la Resistenza e le lotte operaie dirette dal più grande partito comunista in un paese imperialista, il vecchio PCI. Le masse popolari si legheranno a chi traccerà la strada per farla finita definitivamente con la borghesia e instaurare il socialismo, ossia ai comunisti, se saranno in grado di orientare le masse popolari e dar loro parole d’ordine giuste a partire da oggi. Questi sono i compiti dei comunisti oggi (su cui bisogna unirsi nella pratica) e invitiamo ogni comunista a confrontarsi con noi su questa linea. Al tempo stesso, intendiamo promuovere il dibattito sul bilancio della storia del movimento comunista e alimentarlo per favorire quell’unità (ideologica, prima che organizzativa) che tu stesso, compagno, invochi ma che non può esserci di fatto nella pratica se non ci si unisce principalmente sulla concezione comunista del mondo.

Ti invitiamo infine ad un incontro per discutere delle questioni che sollevi, e a scriverci a carc@riseup.net. Il tuo spirito è lo spirito di tanti compagni che oggi non vogliono arrendersi al “destino che sembra già scritto” delle masse popolari ma che vogliono costruirlo.

Avanti verso la costruzione del Socialismo! Avanti nell’affrontare il dibattito franco e aperto tra comunisti!

Un saluto a pugno chiuso,

i compagni dell’Agenzia Stampa del P. CARC.

***

Commento di Armando B. all’Agenzia Stampa

Vorrei sapere come è andata l’assemblea di Potere al Popolo, in quanto ho letto che Rifondazione Comunista è uscita sbattendo la porta. Qualcosa sarà successo e da Comunista non posso essere che rammaricato da questa cosa, e l’Unita della Sinistra dipendeva un po’ anche da questo, ma nessuno si aspettava una cosa simile. Io sono del PCI ma non mi va di vedere Compagni frustrati perché hanno perso la loro identità e magari da Comunisti. Forse è giusto ribadire che non tutti possono comandare o avere posti di comando, a chi non farebbe comodo, ma a volte è meglio starsene a lato e fare i Comunisti sempre, altre cose ci attendono sulla distanza i migliori escono fuori, magari con esperienze diverse ma altrettanto importanti ci sono ancora i lavoratori che hanno bisogno di noi. Anche perché le morti sul lavoro sembrano non finire e le voci che si spengono devono avere una testimonianza di Cordoglio ma non solo, battersi affinché cessi questo inutile stillicidio: di intelligenze, di sentimenti, di rapporti personali, che si interrompono bruscamente e lasciano spazi vuoti. Ecco spazi da riempire con chi si sente Comunista o come si diceva un tempo “Socialisti dalle tasche buche” perché sempre vanno riempite una volta che si svuotano.

Questa è la Resistenza che ci hanno insegnato i nostri padri ed ora giriamo attorno a non so cosa:  “forse il consenso a tutti i costi come se la verità fosse solo nostra prerogativa avere”, ma quello che bisogna portare attorno alla Verità sono invece: fatti, confutazioni, ragioni ragionevoli, azioni che diano esempi da seguire, perché in fin dei conti quello che dobbiamo raggiungere non è una Rivoluzione a tutti i costi, ma la preparazione di questa Rivoluzione che già sarebbe bello vederla realizzata nel rispetto della Costituzione Italiana. Proprio nel fatto che non abbiamo voluto che il PD ne stravolgesse il suo significato e abbiamo votato per la sua abrogazione di mille clausole che ne blindavano la stessa funzionalità. La lotta per la dignità del lavoro non è uno scherzo: tutti i lavoratori sono uguali in fabbrica, sono uguali nel sindacato anche senza tessera, sono uguali perché lo dice la Carta Costituzionale che sono uguali tutti i cittadini ed il lavoro è garantito dallo Stato Governo.

A me piace questa distinzione tra Stato e Stato Governo (lo Stato sono i cittadini di un territorio, che hanno interessi comuni affinché vi sia prosperità per tutti), il Governo è dato dai rappresentanti di questi cittadini ed applicherà le leggi in base alla Carta Costituzionale, nel rispetto di tutti. Questa è la Rivoluzione a cui voglio arrivare. Oppure fatemi vedere se già avete voi una Carta Costituzionale che si possa applicare per questo Stato di Diritto. Lo Stato di Diritto implica anche obblighi. Obblighi da parte di coloro che avendo più mezzi economici di altri sono e devono contribuire di più. Per cui non si ruba a nessuno, ma in questo paese è diventato legale portare all’estero denaro e lavoro, come se questo diritto li possa rendere intoccabili dallo sfruttare altre persone e sottrarre risorse al pianeta. Per cui chiamo attorno quei compagni che si sentono oltraggiati degradati dalla condizione economica di questo paese che vede in chiaro oggi Ricchi contro Poveri con qualsiasi mezzo e qualsiasi ricatto. Parlo di quelle aziende che hanno a capo consigli di amministrazione fondato da Multinazionali che mirano solo al profitto sfruttando ed Impoverendo il Pianeta delle sue risorse ma che poi trova sconveniente i Lavoratori che reclamano i loro diritti: diritto alla salute, diritto alla casa, alla scuola, al riposo settimanale, le ferie. Ma sempre con salari da fame. Allora vanno in luoghi dove i diritti non ci sono e possono permettersi il bello e cattivo tempo a piacimento. Investono sui debiti degli stati, si inventano investimenti derivati con alti profitti ma chi ci prova a voler diventare ricco se non figlio di papà o figlia di buona famiglia, non passa l’esame.  Scusate ma il sindacato specie la CGIL oggi ha dato una mano a questi speculatori, inventandosi cose che la responsabilità era della Classe Lavoratrice. Il Sindacato è tuo ci dicevano e funzionari si sono comperati pezzi dell’Apparato Sindacale si sono comperati le Segreterie affinché potessero essere votati coloro che avevano gli esami a posto magari collusi con questi governi che si sono succeduti fino adesso ancora troviamo il PD in prima linea, a dettare la pace sociale firmando accordi capestro e licenziamenti a valanga. Gli imprenditori ringraziano e vanno all’estero a farsi le ossa, importando poi regole contrarie alla gestione del Sindacato, CISL e UIL ringraziano fanno i leccapiedi di questo sfacelo. Intanto cresce la paura della povertà chi è povero non ha più diritti se non quello di essere recluso in classi degradate, e questo degrado non vogliono capire che è la loro di responsabilità da chi ha voluto essere eletto. Ecco perché la Responsabilità Comunista è assai più ampia di un’assemblea che vota questo o quello. Siamo responsabili verso una classe che è quella degli sfruttati, disoccupati, persone senza diritti, senza una terra su cui stare, ma di questa Terra noi siamo i nuovi contadini, siamo i nuovi allevatori, siamo i nuovi Costruttori di Ponti di Solidarietà alla quale da qualche tempo siamo stati disabituati ad esserlo.

Il degrado quindi avviene quando le strutture ed infrastrutture giacciono abbandonate al loro destino senza che i Comuni possano rientrare in possesso di queste Cattedrali nel Deserto, una volta invece erano il centro di aggregazione per Uomini e Donne che hanno fondato la nostra Società. Questo dovrebbe uscire dalle Assemblee, Riunioni, dal Sindacato ai Partiti che si dichiarano Comunisti. La strada da fare è tanta, ma non impossibile da scavalcare ostacoli, solo che dovremo stare il più Uniti possibile per cui la casa di coloro che vogliono impegnarsi in questo: è il P.C.I e fino a quando avrò voce e vita sarò Comunista morto io il P.C.I. sarà vostro, non muore mai l’albero che ha piantato profonde radici, e ne viene strappata la cima.

HLVS Hasta la Victoria, Siempre

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