Sul numero 9 / 2018 di Resistenza abbiamo riportato in due distinti articoli l’esempio degli operai FCA di Melfi, che hanno elaborato un piano industriale per lo stabilimento alternativo a quello aziendale (dimostrando che è possibile rilanciare la produzione garantendo il numero di operai e migliorando le condizioni di lavoro) e hanno chiesto un incontro al MISE per presentarlo al governo e l’esempio degli operai di Camping CIG di Piombino che a fronte della mancata risposta alla lettera aperta che inviarono a Di Maio nel luglio scorso, in cui chiedevano un incontro per confrontarsi sul futuro della ex Lucchini, hanno preso l’iniziativa e si sono imposti al MISE.
Rispetto alle due iniziative gli aggiornamenti non vedono “svolte decisive”: gli operai della FCA di Melfi hanno ottenuto l’incontro al MISE a fine agosto, ma solo con un ufficio rispetto ai tre che avevano richiesto (“per indisponibilità del personale”) e sono quindi tornati da Roma con la prospettiva di ritentare; gli operai di Camping CIG hanno intensificato la mobilitazione per contrastare l’orientamento che nel frattempo è emerso dal governo: l’acquisto dell’azienda da parte di Jindeal è considerato soddisfacente dalle istituzioni.
L’esempio vale più di mille parole. Il parallelo fra le due vicende attiene sia al destino comune delle due aziende (ma che in definitiva è il destino di tutte le grandi aziende del paese): o una soluzione politica o l’avanzamento verso la morte lenta, ma anche il fatto che le iniziative degli operai sono complementari: gli operai della Fca di Melfi possono avvalersi dell’esempio di Camping CIG e prendere l’iniziativa con gli stessi modi e gli stessi obiettivi (non aspettare che il tavolo sia convovato dal MISE, ma “sfondare” e “imporlo”), gli operai di Camping CIG possono riprendere l’esperienza degli operai FCA e dotarsi di un loro piano di salvataggio e rilancio dell’impianto di Piombino (hanno già elaborato un progetto negli anni passati e si tratta di verificarlo, anche alla luce dell’accordo sull’ILVA).
Valorizzare tutte le sinergie e le concatenazioni possibili fra diverse lotte, anche di aziende che hanno storie diverse, operano in settori diversi e che apparentemente hanno “soluzioni diverse” è parte del contributo che i comunisti diamo alla nascita, allo sviluppo e al rafforzamento delle organizzazioni operaie e popolari. Il movimento spontaneo offre innumerevoli occasioni per approfondire la conoscenza reciproca, il confronto, il dibattito, sviluppare l’emulazione e rafforzare il coordinamento (la manifestazione del 20 ottobre a Roma per le nazionalizzazioni è un esempio), dobbiamo coglierle tutte per imporre la soluzione comune, la costituzione del Governo di Blocco Popolare.