Come M5S e Lega sono arrivati al governo del paese?
M5S e Lega sono gruppi borghesi (non vedono oltre l’orizzonte della società capitalista, che oggi è in una crisi irreversibile) che con parole d’ordine tra reazionarie e progressiste sono emersi come portavoce credibili dell’insofferenza e dell’indignazione popolare, della resistenza agli effetti della crisi del capitalismo. Una crisi che in questi anni ha significato riforma Fornero e Jobs Act, Buona Scuola e grandi opere inutili, aumento della spesa militare e privatizzazioni dei servizi pubblici, crisi abitativa e aumento degli sfratti, degrado crescente a livello sociale e ambientale. E’ per farla finita con i responsabili di queste misure, cioè con i partiti politici delle Larghe Intese (di governo e di opposizione indifferentemente), di fiducia dei poteri forti, dei capitalisti, della mafia, del Vaticano, degli USA e dell’UE, che gli operai e le masse popolari il 4 marzo hanno votato per M5S e Lega.
Quello del cambiamento è un governo che può restare a galla solo se realizza le promesse di miglioramento delle condizioni di vita e lavoro delle masse popolari fatte in campagna elettorale: non ha legami ideologici con le masse come DC e PCI. Ma non essendo anticapitalista è anche un governo sottomesso al sistema dei poteri forti, quello che, per intenderci, ha consentito ad uno come Marchionne di distruggere (a norma di legge) la produzione d’auto in Italia; l’ordine che consente ai Benetton di continuare a fare profitti sulle autostrade nonostante la tragedia del ponte Morandi. Non è un caso che a tre mesi dal suo insediamento sono ancora molte le promesse sbandierate e poche le realizzate. Ma … o le attuano o perdono rapidamente il consenso! Questo stringe il nuovo governo in una morsa che lo rende sì provvisorio ma permeabile alla mobilitazione operaia e di massa anche se è alle prese con il compito impossibile di salvare capra e cavoli:
– da un lato realizzare le promesse fatte agli operai e alle masse che l’hanno votato: abolire la riforma Fornero, introdurre il reddito di cittadinanza, nazionalizzare le aziende strategiche come Alitalia e Autostrade, cancellare il Jobs Act, ecc.,
– dall’altro soddisfare le classi dominanti e i capitalisti, protesi ognuno a far profitti, nonostante la crisi, attraverso il peggioramento delle condizioni di vita e lavoro degli operai e delle masse popolari (più riforma Fornero, più Jobs Act, più grandi opere inutili, più spese militari).
Altroché lasciamoli lavorare!
Il 4 marzo i lavoratori delle grandi aziende capitaliste e pubbliche del paese sono stati i principali artefici, con il proprio voto, della batosta ricevuta dai partiti delle larghe intese e dai loro tirapiedi del Vaticano, Confindustria, UE e USA. Adesso è da queste grandi aziende del paese che deve partire la mobilitazione per esigere la fine delle politiche antipopolari e il rispetto della sovranità popolare!
Facciamo sentire il fiato sul collo al governo M5S–Lega!
Mobilitiamoci direttamente o utilizziamo ogni mobilitazione (pro o contro il governo) per imporre l’attuazione delle parti progressiste del Contratto di Governo e di misure urgenti per fare fronte in modo positivo agli effetti della crisi e bloccare quelle misure contro gli interessi delle masse!
Il corso delle cose imposto dalla classe dominante spinge in mille modi verso la costituzione di un governo che faccia realmente gli interessi delle masse popolari!
Dai principali stabilimenti della provincia al resto delle aziende capitaliste e pubbliche approfittiamo della situazione per costruire la riscossa della classe operaia e delle masse popolari!
Costruire in ogni azienda organizzazioni operaie e popolari per far valere la nostra forza fino ad imporre un vero governo di emergenza popolare, il Governo di Blocco Popolare!