Una nuova Sezione del P.CARC in provincia di Verbania!

Cari compagni della Redazione,

vi invio un contributo che riguarda l’esperienza della costruzione della Sezione del Partito in Val d’Ossola (VCO), la ritengo un esempio stimolante perché il fulcro del lavoro che stiamo conducendo è la combinazione fra la formazione ideologica e politica dei compagni che costituiscono la Sezione e la costruzione della rete di contatti, collaboratori, simpatizzanti che di pari passi stiamo sviluppando, valorizzando sia le conoscenze personali dei compagni che il ricco lascito del vecchio movimento comunista in zona. Per usare una sintesi, si tratta di una sperimentazione di costruzione di una Sezione “di nuovo tipo”, cioè secondo i principi e i criteri che abbiamo scoperto e sperimentato sottoponendo a bilancio l’attività del passato nel lavoro organizzativo, in particolare quella condotta fra il IV Congresso e il prossimo V Congresso. Il contenuto del lavoro che stiamo compiendo è ben sintetizzato nell’intervista al Segretario Nazionale pubblicata su Resistenza n. 7-8/2018 e si articola in tre aspetti particolari: la formazione alla concezione comunista del mondo dei membri, il lavoro esterno (e in particolare il lavoro operaio), l’intervento su operai ed elementi delle masse popolari che “hanno la falce e il martello nel cuore” (li chiamiamo “base rossa”) per raccogliere la loro spinta alla trasformazione della società e valorizzare la loro adesione agli ideali del comunismo.

L’argomento di cui tratto è vasto, poiché l’esperienza è davvero molto ricca. Procedo dunque in modo schematico per sintetizzare scoperte e insegnamenti che possono essere utili ai compagni di altre Sezioni (che già esistono) a compagni che operano in zone in cui non esistono Sezioni (e quindi per costruirne di nuove), a compagni che non sono ancora membri del P.CARC, ma aspirano a diventarlo. In definitiva, però, credo che questa lettera possa essere utile anche a compagni e compagne di altri partiti e organizzazioni, possa essere uno strumento di confronto e scambio di esperienze e per questo vi chiedo di pubblicarla.

La fase di candidatura dei compagni e le prime attività. Per diventare membri del P.CARC bisogna affrontare un periodo di candidatura il cui obiettivo è la reciproca conoscenza. Per chi si candida si tratta del periodo in cui impara a conoscere il Partito, le sue regole, le istanze, impara a ragionare in modo più collettivo e a contribuire come individuo al lavoro collettivo. Per il Partito è un periodo in cui impara a conoscere i suoi futuri membri (le loro caratteristiche, il livello di adesione e di preparazione, la disponibilità di mettersi alla sua scuola, ecc). Nel caso specifico i candidati a entrare nel Partito erano membri della stessa famiglia, titolari di una piccola azienda agricola in un alpeggio al confine con la Svizzera, a 1000 metri di altitudine, dove in primavera e in estate sono impegnati nell’attività preoduttiva. Per le caratteristiche della situazione, quindi, la candidatura si è svolta combinando lo studio e lavoro intellettuale con la  costruzione di iniziative che valorizzassero il ruolo che, complice il lavoro in produzione, i compagni hanno assunto: un punto di riferimento per la base rossa di tutta la provincia e delle provincie limitrofe in ragione del fatto che nel corso del tempo hanno tenuto alta la tradizione di quei luoghi, fortemente caratterizzati dalle vicende della Resistenza (Repubblica Partigiana dell’Ossola, sentieri partigiani), combinati con le attività culturali che i compagni già promuovevano. Per vari mesi abbiamo promosso dunque attività culturali in alpeggio: presentazioni di libri delle Edizioni Rapporti Sociali, letture di Resistenza, iniziative per il 25 aprile, proiezioni e discussioni “estemporanee” con gli avventori dell’azienda (escursionisti, gruppi scout, ecc.), promozione delle campagne contro la repressione (solidarietà a Stefania, Rosalba e contro il licenziamento di Luciano). Terminato il periodo di candidatura, i compagni hanno iniziato ad affrontare “da Sezione” una serie di questioni e problematiche, ma la costruzione della coesione del collettivo e le iniziative in alpeggio non erano sufficienti a qualificare le attività di una Sezione vera e propria, occorreva un salto in avanti, occorreva scendere a valle e iniziare un intervento mirato e continuativo sulla classe operaia. Questa è la seconda fase della costruzione della Sezione.

La fase della costruzione dell’attività ordinaria della Sezione. Per un collettivo famigliare che basa il suo sostentamento su una specifica attività che impegna tutta la famiglia, che richiede tempo ed energie, fare il salto di scendere a valle ha richiesto una specifica mobilitazione, morale, intellettuale e pratica. “Darsi i mezzi della propria politica”, darsi i mezzi per costruire la Sezione, ha significato per i compagni pensare a come sviluppare il lavoro esterno, come dargli continuità, come organizzarsi per fare fronte alle necessità famigliari e all’attività lavorativa. Ciò ha significato avvalersi di ogni risorsa disponibile per organizzarsi nel modo più adeguato. Per quanto riguarda le questioni ordinarie e pratiche, i compagni hanno fatto ricorso alla vasta rete di contatti che avevano costruito nel tempo anche nei paesi a valle, spiegando a ognuno che ogni contributo pratico andava a rafforzare il lavoro politico che essi stavano promuovendo; per quanto riguarda l’attività politica, il sostegno della Segreteria Federale ha permesso di valorizzare il loro entusiasmo, di impostare e mantenere, fino allo svolgerlo in autonomia, l’intervento ai cancelli delle aziende, sui circoli dei partiti della base rossa (come il PCI), con il M5S, l’intervento nelle scuole superiori. Volantinaggi, banchetti, incontri pubblici, interventi a iniziative promosse da altri sono le attività “a valle” che si sono aggiunte alla presentazione di libri in alpeggio. Il risultato è che la Sezione, ormai sostanzialmente costituita (e che terrà il suo congresso fondativo nei lavori del V Congresso Nazionale), ha un intervento nelle aziende e nelle scuole, una rete di simpatizzanti e collaboratori, un lavoro ordinario… è diventata, in breve tempo, una realtà politica del territorio, piccola, ma riconosciuta fra chi si definisce comunista e “di sinistra” e fra la classe operaia e le masse popolari della zona.

Alcuni passaggi decisivi. La ricostruzione che ho fatto è necessariamente sintetica e parziale. Mi soffermo su tre aspetti che hanno rappresentato, ognun per sé e ognuno in relazione con gli altri, delle piccole ma significative “svolte”:

  1. la partecipazione alla campagna elettorale per le elezioni politiche del 4 marzo. Ci ha permesso di entrare in contatto con molti compagni della base rossa, in particolare organizzati in Potere al Popolo o in organismi con cui abbiamo costruito alcune iniziative culturali. La conoscenza e la frequentazione di questi aggregati ci ha portato a individuare anche le Case del Popolo della zona, a cui ora abbiamo accesso per fare anche iniziative nostre e riunioni a valle (abbiamo quindi delle basi logistiche su cui appoggiarci);

  1. dei molti contatti che i compagni hanno raccolto, abbiamo fatto una selezione di quelli più generosi e interessati a capire come possono elevare il contributo alla causa del socialismo: attraverso le attività ordinarie i compagni della Sezione stanno imparando, si stanno cimentando, nel diventare loro organizzatori, educatori e formatori, nel dare gli strumenti ideologici e politici che il partito ha elaborato per far fare meglio e dalle loro attuali posizioni e organizzazioni (in PaP o nel PCI, nel M5S o sul posto di lavoro) un’attività tesa a riportare fiducia tra la classe operaia e le masse popolari, parole d’ordine avanzate e di prospettiva, quindi mantenendo una loro autonomia e allo stesso tempo dando loro l’opportunità di collaborare alla costruzione del Governo di Blocco Popolare.

Queste nuove relazioni ci hanno permesso di approfondire la conoscenza del tessuto produttivo della zona, quali sono le principali aziende capitaliste e pubbliche e dove sono dislocate, le principali lotte in corso, ecc.;

  1. si è sviluppata anche a valle la relazione fra l’attività politica e il lavoro in produzione dei compagni: esemplare è l’uso che fanno del mercato settimanale dei piccoli produttori, che è diventato un presidio del P.CARC. A fianco alla vendita dei loro prodotti, i compagni promuovono le attività del Partito, i libri delle Edizioni Rapporti Sociali e la discussione politica, tanto che il loro banco è diventato un abituale luogo di ritrovo e ciò ha influenzato anche gli altri produttori con cui si è instaurato un rapporto di reciproco sostegno (e che fanno regolari sottoscrizioni per le cene e altre iniziative come le Feste della Riscossa Popolare).

Compagni, concludo qui anche se consapevolmente ho tralasciato alcuni aspetti che sarebbero altrettanto esplicativi. Mi preme chiudere dicendo che anche questa esperienza dimostra che la situazione è favorevole: sta a noi comunisti valorizzare le tendenze positive che ogni singolo, organismo o aggregato esprime, muovere le corde giuste per raccoglierlo nelle nostra fila e incanalarlo nel fiume che spazzerà via le catene del capitalismo.

La Responsabile del Settore Organizzazione della Federazione Lombardia

Claudia Marcolini

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