La formazione rivolta ai giovani

Prima della Festa nazionale della Riscossa Popolare si è svolta in due giorni (12 e 13 agosto) la Scuola di Partito, fra le sessioni realizzate una ha riguardato il Lavoro Giovani. Vi hanno partecipato circa 15 giovani e giovanissimi membri e candidati del Partito, collaboratori e simpatizzanti. L’argomento affrontato è stato la natura della crisi economica in corso: l’aspetto principale che determina l’andamento della società e la storia attuale. Comprendere la natura della crisi è fondamentale per conoscere in che direzione sta andando il mondo e soprattutto in che direzione dobbiamo e possiamo farlo andare, per capire perché la rivoluzione socialista è l’unico sbocco positivo alla crisi del sistema capitalista e quindi per partecipare con maggiore scienza e coscienza alla lotta per trasformare il mondo. La presenza di giovanissimi (anche 14-15 anni) non ha impedito di trattare argomenti impegnativi, come i concetti di pluslavoro e plusvalore e la caduta tendenziale del saggio di profitto. A chi dice che i giovani non sono interessati a tali argomenti o non possono comprenderli, possiamo contrapporre l’esperienza pratica di queste ore di studio collettivo che hanno decisamente dimostrato il contrario. Molti sono stati gli interventi di ragazzi che hanno sia fatto riflessioni su quanto studiato, sia riportato esempi di organizzazione all’interno della loro scuola/università o tramite collettivi tematici che operano su obiettivi specifici come, ad esempio, il movimento antimilitarista sardo A Foras, il campeggio NO MUOS conclusosi pochi giorni prima in Sicilia, o la solidarietà internazionale a paesi come il Venezuela bolivariano.

La Scuola di Partito li ha aiutati a comprendere come le loro singole esperienze fossero ognuna un tassello di una mobilitazione generale delle masse popolari ben più ampia e come tutte le varie forme di lotta, protesta e mobilitazione siano legate tra loro e abbiano lo stesso nemico comune: il sistema capitalista in putrefazione.

Per l’occasione, il segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI, Ulisse, ha mandato un saluto che è stato letto prima della sessione di studio. È stata quindi anche occasione per parlare della composizione della Carovana del (nuovo)PCI, della clandestinità del (nuovo)PCI come misura strategica, ideologica e organizzativa. Nel suo saluto, Ulisse ha messo l’accento sul fatto che la mobilitazione dei giovani delle masse popolari è un aspetto indispensabile per la rivoluzione socialista e anche l’unico sbocco positivo possibile per loro, argomenti trattati poi nel corso della sessione.

La Responsabile Nazionale del Lavoro Giovani ha introdotto ai presenti l’argomento ed è poi cominciata la lettura collettiva della dispensa sulla natura della crisi, redatta per l’occasione. La discussione ha ripercorso a grandi linee l’origine delle classi sociali e la successione dei vari sistemi economici, passando poi allo studio delle caratteristiche del sistema capitalista e delle sue crisi, al ruolo dei comunisti e al Governo di Blocco Popolare come argine agli effetti più gravi della crisi nel nostro paese e scuola di comunismo per le masse popolari, alla necessaria instaurazione del socialismo, un sistema economico, politico e sociale obiettivamente superiore.

Da subito è stato chiaro che la storia dell’umanità studiata in questo modo è nettamente diversa da quella che viene insegnata nelle scuole e università: mentre l’approccio delle scuole borghesi fa perno su eventi e personaggi che determinano l’evolversi del mondo (quindi non permette nemmeno di vedere la correlazione tra le classi e come esse siano presupposto e conseguenza del susseguirsi dei vari sistemi economici), l’uso del materialismo dialettico consente di tracciare un filo logico tra le varie epoche e capire come e perché le società si sono evolute in un modo piuttosto che in un altro, senza dare un giudizio morale sulla storia (anche la schiavitù per un certo periodo è stata funzionale allo sviluppo della società ed è stata superata come sistema quando non più necessaria). La società borghese non dà, e non vuole dare, ai giovani gli strumenti per comprendere il mondo, a partire proprio dall’ambito scolastico, perché comprenderlo è il primo passo per cambiarlo, ed è questo che i comunisti fanno e devono fare ancora di più con i giovani e il resto delle masse popolari, combinando la teoria con la pratica. Comprendere cosa significa crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale (diversa dalle crisi per sovrapproduzione di merci), ha fatto inquadrare ai giovani presenti come la crisi economica sfocia poi in crisi politica, ambientale, sociale, ecc. e quindi la correlazione che l’andamento generale del sistema capitalista ha sulle loro vite ed esperienze particolari di tutti i giorni.

Dalla discussione è emerso con forza che non esistono altre strade positive percorribili per i giovani delle masse popolari se non quella della partecipazione alla rivoluzione socialista in corso, di cui sono una componente fondamentale che si deve legare alla mobilitazione della classe operaia. I giovani hanno sempre rappresentato la parte più sana e combattiva dei movimenti rivoluzionari, dall’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre, alla Resistenza contro il nazi-fascismo alle lotte degli anni ’60 e ’70: sono quelli che hanno più da perdere, sono quelli che in questa società meno di tutti possono avere un futuro. Il miglior modo per un giovane di emanciparsi, di soddisfare le sue aspirazioni, di avere una prospettiva di vita dignitosa è partecipare alla lotta di classe per fare dell’Italia un paese socialista.

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