[Bergamo] Immigrazione: razzismo e accoglienza o rivoluzione socialista?

La propaganda razzista ha trovato condizioni più favorevoli e slancio con Salvini ministro e alcuni più esagitati e reazionari si sentono coperti per seguire il leader nella pratica. Ogni aspetto di emergenza sociale creato dalla crisi irreversibile del sistema capitalista viene usato contro gli immigrati, clandestini o no (tempo fa i terroni). Ma Salvini non è più razzista di alcuno dei suoi predecessori di destra o di sinistra (Napolitano nel 1997 comandò alla Marina Militare l’affondamento nel Canale d’Otranto della nave albanese Kater i Rades); inoltre la Lega è stata artefice diretta o indiretta, con vari governi, di tutte le leggi sull’immigrazione degli ultimi 20 anni.

La tesi che viene spacciata ai quattro venti dai reazionari è che i grandi capitalisti e le loro istituzioni sono artefici e promotori delle migrazioni perché usano gli immigrati come esercito industriale di riserva contro la classe operaia del nostro paese. Chi accoglie questa tesi conclude che per difendere gli interessi della classe operaia e delle masse popolari italiane va contrastata l’immigrazione e combattuti gli immigrati.

Ma anche se si riuscisse a cacciare i 500.000 immigrati ipotizzati nel contratto di governo cosa cambierebbe rispetto agli oltre 4 milioni di proletari (italiani e immigrati) che nel paese costituiscono l’armata di riserva del capitale nostrano? Questa tesi è una truffa! I capitalisti non si accordano tra di loro, ma si fanno la guerra (vedi Marchionne) ma usano i proletari oltre che per arricchirsi anche come arma. L’allargamento dell’esercito industriale di riserva creato dalla borghesia attraverso l’immigrazione, è reale, ma ha a che fare 1) con le conseguenze di rapine, saccheggio, aggressioni, sottomissione e guerre a cui la Comunità internazionale degli imperialisti europei (anche italiani), USA e sionisti sottopone i paesi oppressi, 2) con il salto epocale che l’umanità deve ancora compiere, a seguito del sistema di produzione di beni e servizi reso sempre più collettivo e mondiale ma in mano ancora al 5% della popolazione e finalizzato al profitto dei capitalisti anziché al benessere degli uomini.

La propaganda reazionaria è principalmente un modo per sviare l’attenzione dalle difficoltà del governo a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Il governo Di Maio-Salvini non ha la forza di attuare le misure favorevoli ai lavoratori e alle masse popolari contenute nei programmi elettorali e nel Contratto di governo, né si sta dando i mezzi per farlo. Un governo, per fare gli interessi delle masse popolari deve appellarsi ad esse, ai lavoratori delle aziende produttrici, a quelli delle banche e delle istituzioni finanziarie perché denuncino e prevengano le manovre dei loro padroni: basta con i segreti commerciali, finanziari e fiscali! Deve favorire in ogni modo la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari per far funzionare la società secondo gli interessi popolari. Sulla questione immigrazione il governo del cambiamento, una volta estromessi i privati dalla sua gestione deve mobilitare le navi della Marina e della Guardia costiera italiane a soccorrere i migranti nel Mediterraneo. Ma deve anche porre fine all’uso della basi NATO e sioniste stazionate nel nostro paese per destabilizzare e devastare altri paesi. Basta con la partecipazione delle Forze Armate italiane alle missioni militari all’estero, ma piena e leale applicazione dell’art. 11 della Costituzione del 1948.

Unica soluzione strategica: costruire la rivoluzione socialista

Il legame di classe fra il proletariato autoctono e quello immigrato contro i capitalisti sfruttatori è l’aspetto decisivo da comprendere non solo per contrastare le tesi reazionarie e il pietismo che la borghesia di sinistra mutua dalla propaganda del Vaticano, ma soprattutto per capire il “che fare?”.

Nella società capitalista l’immigrazione può essere solo strumento in mano a parte della classe dominante per alimentare la guerra fra poveri o un giro di affari per quella parte di classe dominante che regola e organizza l’accoglienza. Nella società socialista il problema immigrazione non esisterà: 1) perché non esisterà concorrenza fra lavoratori, dato che il lavoro sarà equamente diviso in base alle necessità sociali e anzi sarà un dovere e un diritto di tutti. Già oggi le forze produttive sono così sviluppate da consentire una giornata lavorativa di poche ore a parità di salario! 2) perché non vi sarà concorrenza fra persone o settori delle masse popolari per accedere alle condizioni umane della vita: casa, sanità, educazione, istruzione, arte, sport, partecipazione alla gestione e alla direzione della società. Già oggi il livello di sviluppo dei mezzi di produzione, della ricchezza complessiva della società capitalista, delle conoscenze e tecniche raggiunti consentirebbero l’accesso illimitato e universale a condizioni di vita pienamente dignitose a tutta l’umanità, se non ci fosse la ricerca del profitto ad impedirlo.

Appoggiarsi sull’organizzazione e mobilitazione delle masse popolari nelle aziende e nei territori e in primo luogo della classe operaia per elaborare le soluzioni agli effetti principali della crisi e imporli ai vertici della Repubblica Pontificia, fino a costituire un Governo di Blocco Popolare che sia loro espressione e formato dalle persone che oggi godono della loro fiducia, che aprirà la strada alla rivoluzione socialista.

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