Passi avanti nella costruzione di un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale

Roma. Il 16 giugno si è tenuta l’assemblea per un Governo Costituzionale di Salute Pubblica e un nuovo CLN, a termine di un percorso iniziato dopo le elezioni politiche del 4 marzo teso a darci gli strumenti per gli obiettivi cui l’assemblea mira (Le tappe del percorso sono indicate su Resistenza in ogni suo numero da aprile a oggi). L’assemblea ha raccolto adesioni di organizzazioni ed esponenti della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari e di esponenti del mondo sindacale, culturale e politico. Tra tutti, gli operai delle fabbriche FCA di Cassino e di Melfi, della Ginori di Sesto Fiorentino, dell’acciaieria di Piombino, della Maserati, della Embraco di Chieri, della Carrefour di Milano, della ex Rational di Massa; esponenti di organizzazioni popolari per la difesa della salute in Toscana e in Puglia, del diritto alla casa di Sesto S. Giovanni, Cinisello Balsamo e di Scampia; esponenti di organismi che svolgono attività sociali, politiche e culturali a Gratosoglio (MI), alla Galleria Principe di Napoli, a Lecce; esponenti sindacali dei lavoratori Alitalia, dei Cobas del lavoro privato di Venezia, giuristi, economisti, urbanisti, storici, architetti, giornalisti, medici, esponenti di istituzioni come la Corte Costituzionale e del percorso “Attuare la Costituzione”, partito dopo la vittoria del NO al referendum del dicembre 2016; esponenti di organismi politici quali il P.CARC e Programma 101, tra i promotori dell’iniziativa, del Movimento Cinque Stelle, del Movimento Essere Sinistra.
Gli obiettivi cui l’assemblea mira sono un Governo Costituzionale di Salute Pubblica e il nuovo CLN, sintesi definita a partire da alcuni articoli e prese di posizione espresse all’inizio da Ugo Mattei e Alberto Lucarelli, giuristi che hanno inciso sulla vita politica del paese contribuendo, insieme a Stefano Rodotà, alla formulazione dei quesiti all’avvio di un referendum sui beni comuni, meglio noto come Referendum sull’acqua pubblica. A partire da quegli articoli è stato elaborato un appello, base dei lavori assembleari (pubblicato anche su Resistenza n. 6/2018), in cui è posta con chiarezza l’esigenza che il governo adotti misure che rispondano agli interessi delle masse popolari e per le quali le forze che hanno vinto le elezioni sono state votate. Le prime sono:
abolizione della legge Fornero;
abolizione del Job’s Act e lotta al lavoro precario;
ripristino e ricreazione di spazi di democrazia effettiva, oltre le scadenze elettorali, per una partecipazione crescente della grande maggioranza della popolazione del nostro paese alla gestione delle società e della propria vita;
grande piano di spesa pubblica in vista della piena occupazione, per la cura del territorio e la bonifica dell’ambiente, per una sanità universale efficiente, per la rinascita della scuola e dei saperi, per la difesa dei beni comuni.
un reddito di cittadinanza che assicuri una vita dignitosa ai cittadini privi di lavoro;
riconquista della sovranità nazionale e democratica, contro l’Europa della finanza, contro la Nato per un’Italia che ripudia la guerra.
L’attuazione di queste misure è il campo in cui le forze politiche che hanno avuto la maggioranza dei voti, e soprattutto il M5S, dimostreranno se effettivamente il loro governo è diverso da quelli che li hanno preceduti, se effettivamente è “governo del cambiamento”. Per attuare queste misure le forze politiche che sono al governo, e soprattutto il M5S, devono ricorrere alla mobilitazione delle classi delle masse popolari, e soprattutto della classe operaia.

La mobilitazione della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari è il fattore determinante perché questo governo inverta la rotta rispetto a quelli precedenti, imposti dai vertici della Repubblica Pontificia e obbedienti al dettato della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti. La mobilitazione di organizzazioni operaie e popolari e di loro esponenti è anche il fattore grazie al quale il lavoro per l’organizzazione dell’assemblea del 16 giugno a Roma ha avuto continuità e successo, nonostante la situazione caotica in campo politico dopo il risultato elettorale di marzo, che ha avuto il suo vertice ne tentativo di colpo di stato di Mattarella.
È per la partecipazione di importanti organizzazioni operaie e popolari che all’assemblea hanno aderito e preso parte uomini del mondo culturale, sindacale, politico, ed è stata un buon inizio del lavoro che dopo l’assemblea di attende la dichiarazione di solidarietà dei partecipanti a questa iniziativa all’assemblea che il coordinamento degli operai FCA ha indetto a Pomigliano il 23 giugno (vedi l’articolo a pag. 7) contro i licenziamenti politici, dichiarazione a cui si è aggiunto un saluto agli operai FCA di Ugo Mattei. Il proseguimento del lavoro intrapreso consiste in questo: porre al centro la mobilitazione della classe operaia e delle masse popolari, rendere la classe operaia e le masse popolari coscienti della loro forza, legare questa mobilitazione cosciente all’assunzione di impegno degli intellettuali, dei dirigenti sindacali, dei politici, primi fra i quali quelli che hanno assunto ruolo di governo, come Luciano Barra Caracciolo, sottosegretario agli Affari Europei del governo Conte, che ha inviato il suo saluto ai partecipanti all’assemblea di Roma tramite l’economista Antonio Maria Rinaldi.

Dopo l’assemblea continuiamo con scienza, spirito unitario e determinazione il lavoro per un governo che applichi le parti progressiste della Costituzione e per un nuovo CLN, chiamando alla mobilitazione su questo terreno sindacalisti, intellettuali, politici perché ciascuno di loro metta a disposizione le proprie competenze e risorse a sostegno delle iniziative degli operai, degli altri lavoratori e del resto delle masse popolari, e perché il lavoro intrapreso a Roma sia continuato a livello territoriale, in ogni parte del paese.

Per fare gli interessi delle masse popolari un governo deve appellarsi alle masse popolari, ai lavoratori delle aziende produttrici, a quelli delle banche e delle istituzioni finanziarie perché denuncino e prevengano le manovre dei loro padroni: basta con i segreti commerciali, finanziari e fiscali. Deve favorire in ogni modo la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari per far funzionare la società secondo gli interessi delle masse popolari stesse. Deve bloccare il servizio del Debito Pubblico (il pagamento dei titoli in scadenza e degli interessi) e trasformare i titoli proprietà di membri delle masse popolari in depositi bancari disponibili per le loro spese – dal Comunicato del (n)PCI n. 11/2018 del 18 giugno 2018.

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Manuale di Storia contemporanea

La conoscenza della storia è uno strumento della lotta...

La lotta per la formazione

La formazione è un pilastro dell’attività del P.Carc. Si...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

Quando i sionisti attaccano hanno paura della verità

Liliana Segre e la denuncia all'attivista Cecilia Parodi