[Milano] Il saluto del (n)PCI all’assemblea operaia della Festa di Riscossa Popolare

Di seguito, il saluto del segretario generale del (n)PCI, compagno Ulisse, per l’assemblea operaia che si terrà il 7 luglio all’interno della Festa della Riscossa Popolare della Federazione Lombardia del P.CARC, presso la Casa del Popolo di via Padova 179 alle 17.30.

***

7 luglio 2018

Ai compagni presenti all’Assemblea Operaia della FRP delle Federazione Lombarda del P.CARC

Cari compagni,

a nome del (nuovo) Partito comunista italiano ringrazio i membri della Segreteria Federale del P.CARC e in particolare il compagno Pablo Bonuccelli dell’invito e della possibilità che ci hanno dato di parlarvi.

La mobilitazione degli operai avanzati a organizzarsi, a occuparsi del futuro della loro azienda e dell’intera società guidando la massa a porre rimedi agli effetti più gravi e immediati della crisi generale e avanzare fino a imporre un proprio governo d’emergenza, è il lavoro principale del nuovo Partito comunista italiano come lo è per il Partito dei CARC.

Tra tutte le classi sfruttate e oppresse gli operai sono quella più adatta e capace di svolgere questo ruolo. Oggi anche molti operai avanzati sono demoralizzati e sfiduciati. Che le cose vanno di male in peggio lo riconoscono perfino molti capitalisti, il Papa e i suoi prelati. Ma non c’è alternativa, dicono loro. “Siamo in guerra”, dice Marchionne. “Bisogna essere competitivi”, dicono capitalisti e i loro agenti e portavoce. “Vanno male perché gli uomini sono egoisti”, dicono i preti e il Papa. “Vanno male perché ci sono molti immigrati ed emarginati”, dicono i fascisti ed è anche quello che dichiara Salvini. “Bisogna restituire ai finanzieri i soldi del Debito Pubblico”, dicono gli esponenti della sinistra borghese. “Guai a rompere con la NATO e con l’Unione Europea”, dicevano gli esponenti dei vecchi governi da Berlusconi a Gentiloni. Di Maio e Salvini hanno promesso di non farlo neanche loro.

Compagni, in realtà in Italia e nel mondo le cose vanno male perché comandano ancora i capitalisti. Comandano nella società perché comandano nelle aziende. Pretendono che ogni azienda continui ad essere proprietà privata di uno di loro e che ogni capitalista può fare con la sua azienda quello che crede meglio per aumentare il suo capitale. Producono quello che vendono meglio, anche se è veleno e porcheria. Di ogni scoperta tecnologica, approfittano per licenziare e non rimpiazzare chi va in pensione. Licenziano, nel migliore dei casi con un po’ di ammortizzatori sociali. Esternalizzano, appaltano e subappaltano, rendono precari i contratti e rischioso il lavoro. Chiudono le aziende e le trasferiscono dove pagano meno gli operai, inquinano più liberamente e le regole di sicurezza e igiene sono minori. Ovviamente, ogni capitalista fa il capitalista: se uno non lo fa, viene scartato: “siamo in guerra”, dice Marchionne.

I capitalisti comandano nelle aziende e su questa base comandano nella società.

A tutto questo possiamo porre fine. La proprietà privata delle aziende è una sopravvivenza del passato e oggi è la causa del corso catastrofico delle cose della società, in ogni campo della vita. Non è vero che non c’è alternativa. Marx lo ha scoperto e insegnato, l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin lo ha dimostrato. Ma sono gli uomini che fanno la loro storia, in particolare sono gli operai e i proletari che hanno la capacità e la forza di cambiare il corso delle cose, di costruire un altro mondo, il mondo socialista e comunista. Per questo capitalisti e preti spandono rassegnazione e sfiducia tra i lavoratori, li vogliono rassegnati. Quelli che dicono che le cose vanno male ma non c’è niente da fare, sono dei disfattisti. Che lo sappiano o no, fanno gli interessi dei capitalisti. Anche quelli che predicano che bisogna aspettare la rivoluzione socialista che prima o poi scoppierà. Quando le cose andranno ancora peggio, dicono alcuni. Ma non c’è limite al peggio.

Compagni, la rivoluzione socialista si costruisce da oggi. I comunisti promuovono la rivoluzione socialista oggi, la fanno avanzare. Fare avanzare la rivoluzione socialista vuol dire anzitutto arruolarsi nel Partito. Perché sono gli uomini che fanno la loro storia, ma le attività con cui la fanno hanno le loro leggi. Marx le ha scoperte, ne ha fatto una scienza che oggi è il marxismo-leninismo-maoismo. Nel Partito impariamo queste leggi e impariamo a usarle promuovendo e dirigendo le attività anche di quelli che non le conoscono ancora. In secondo luogo bisogna mobilitare gli operai e gli altri lavoratori, a partire dai più avanzati, a organizzarsi e a occuparsi della loro azienda e della società, a coordinarsi tra loro fino a costituire un proprio governo e farlo ingoiare ai padroni italiani e stranieri.

La situazione è molto favorevole. In Italia con le elezioni del 4 marzo una grande parte degli operai e dei lavoratori ha rotto la cappa dei partiti delle Larghe Intese, della soggezione alla Unione Europea, alla NATO e alla Banca Centrale Europea. Di Maio e Salvini non hanno osato andare fino in fondo. Hanno promesso anche loro di non violare gli ordini della NATO, dell’Unione Europea e dell’oligarchia finanziaria che pretende comandare il mondo, e lo comanda con i risultati che vediamo.

Dobbiamo mobilitare tutti i lavoratori, a partire dagli elettori e dai seguaci del M5S e della Lega. Quello che fa il governo Di Maio – Salvini non è quello che loro volevano, non è quello che loro vogliono. Dobbiamo con tenacia e pazienza aiutarli a convincersene fino a decidersi a costituire un proprio governo che rompa le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Ora Salvini cerca di fare degli immigrati i capri espiatori della miseria del nostro paese e del mondo. Ma sono proprio i gruppi imperialisti della NATO e dell’Unione Europea che costringono gli immigrati a lasciare i loro paesi, a venire nei paesi imperialisti ad aggiungere miseria a miseria, ad occupare i gradini più bassi della società, ad aggiungere disoccupati a disoccupati, lavoratori precari a lavoratori precari, lavoratori in nero a lavoratori in nero, emarginati a emarginati.

La situazione è favorevole all’opera di noi comunisti che promuoviamo la rivoluzione socialista. Il malcontento e l’insofferenza delle masse popolari verso il regime dell’oligarchia finanziaria cresce in ogni paese imperialista. I capitalisti non riescono più a governare con i metodi che hanno seguito finora, in ogni paese imperialista i governi della borghesia sono instabili, cambiano di mano. Ogni paese è in subbuglio.

Bisogna osare. Diffondere ovunque fiducia che cambiare il mondo è possibile, che la rivoluzione socialista sta a noi farla, che ogni persona può contribuire organizzandosi, che i comunisti mostrano la via giusta.

A nome del nuovo Partito comunista italiano auguro a ognuno di voi di avere il coraggio e la generosità di partecipare a questa impresa: arruolarvi nelle file del Partito è la forma più alta di partecipazione.

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato centrale del (n)PCI.

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Volantino contro la spirale della Terza guerra mondiale

Scarica il PDF Insorgiamo. Non un uomo, un soldo, un...

[Piombino] Serve più che mai una spinta dal basso

Sono più di 10 anni che va avanti la...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...